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Tra le mille domande che mi riempiono la mente, non riesco a pensare lucidamente

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Tra le mille domande che mi riempiono la mente, non riesco a pensare lucidamente. Sento che sto per cadere, sotto gli occhi inquisitori di queste stronze che non aspettavano altro dall'inizio della serata. Due braccia forti, mi cingono da dietro e abbandono il mio corpo, sentendo l'odore di whiskey che inebria le mie narici. «Ti avevo già parlato di Ashley, amore. Ti ricordi?» Nel suo tono di voce, riesco a cogliere una piccola richiesta d'aiuto. Dovrei coprirlo, per non far cadere la maschera, altrimenti tutti vedrebbero quanto la nostra storia sia finta.

Decido di stare al suo gioco ma, a modo mio. Voglio dimostrare a tutti che, non hanno alcun diritto di mettersi contro di me. Non possono schiacciarmi, io sono più forte di loro anche se, dentro di me sto per crollare loro questo non devono vederlo. Mi stacco da Alexander e lo affianco, stringendo la sua mano attirando l'attenzione di Ashley proprio sulle nostre mani intrecciate. «Si, ricordo di una donna che ha abbandonato la propria figlia, lasciandola crescere da sola senza una madre.» Rimarco le ultime parole e, osservo gli occhi di Alexander che mi scrutano severi ma non demordo. I miei occhi si posano sulla donna davanti a me che, mi guarda come se volesse uccidermi. «Sei tu?» Chiedo mentre, le altre donne seguono in religioso silenzio tutto ciò che accade.

Alexander stringe la presa sulla mia mano, mandandomi un chiaro segnale di smetterla adesso. «Si, sono io.» Il tono di Ashley è remissivo. I suoi occhi puntano sulle sue scarpe e, adesso mi dispiace vederla così poi, ricordo ciò che mi ha detto e credo proprio si tratti di una pessima sceneggiata. «Non volevo abbandonare mia figlia ma, non ho avuto altra scelta.»

Sento Alexander irrigidirsi accanto a me, segno che si sta innervosendo. Sento il suo respiro affannoso alle mie spalle e, decido di mettere fine a tutto questo. «Alexander hai per caso invitato questa donna alla nostra festa?»  Dalle mie spalle non proviene alcun suono, mi volto incrociando il suo sguardo.

«No, non l'ho invitata.»

Stacco le nostre mani che erano intrecciate e, mi avvicino ad Ashley. Con le mani lungo il corpo ed, evitando qualsiasi contatto con lei, mi sporgo per farmi sentire soltanto da lei. «Avevi ragione, Alexander mi ha parlato di te sai ma, non come la donna elegante e raffinata che ho davanti. No, mi ha raccontato di una donna senza scrupoli che ha abbandonato sua figlia senza ripensamenti. Adesso fai la stessa cosa: esci fuori da questa sala, prima che ti sbatta fuori a calci.» Le aggiusto il vestito rosso e, la osservo girarsi di spalle e fare qualche passo. «Un attimo solo, prima che tu vada via vorrei ringraziarti perché grazie a te, adesso Alice ha una famiglia.» Raggiungo Alexander e intreccio nuovamente le nostre mani, per rimarcare il concetto. «La nostra famiglia.» Ashley si volta e va via, proprio come le ho consigliato di fare.

Senza dare una sola occhiata a quelle donne, mi lascio trascinare da Alexander. Non so dove stiamo andando ma, non si ferma nemmeno quando un uomo lo chiama. Quando ci ritroviamo in un corridoio lungo, apre una delle porte e la richiude subito dopo alle mie spalle. «Cosa stai...» Non riesco a finire la domanda che, la mia schiena si scontra con la porta e la sua bocca è immediatamente sulla mia.

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