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Le ho voltato le spalle e sono andato via. L'ho voluta qui, l'ho sognata ogni singolo giorno e desiderata ogni volta che il sole, lasciava spazio alla luna. Rivedere il suo volto, in giro per la reggia mi destabilizza.

Tutto di lei mi lascia col fiato sospeso, anche la sua bellezza. Qui, seduto adesso nel mio ufficio ricordo ancora quando, tra noi era tutto un gioco e lei entrava da quella porta, stuzzicandomi credendo che ancheggiando un po', mi avrebbe fatto cedere.

Nessuno dei due, era consapevole del fatto che avrebbe potuto anche schioccare le dita, o muoversi come una scaricatrice di porto l'avrei fatta mia lo stesso. A volte, penso che tutto questo sia opera del destino. Di un qualcosa che, sta al di sopra di noi e che non possiamo controllare.

Qualcuno che in qualche modo, ha già scelto cosa dovrebbe accaderci, dobbiamo solo in qualche modo imparare a vivere, e a non sprecare il tempo. Giro il mio whisky nel bicchiere e lo porto alle labbra, ingurgitandolo in una sola volta.

La porta del mio ufficio si apre, e la mia sorellina oltrepassa la soglia, col volto imbronciato. «Cos'è successo?» Chiedo, senza neanche darle il tempo, di sedersi. I suoi occhi verdi vitrei, mi scrutano soffermandosi un po' troppo sul bicchiere che ho tra le mani.

Scuote la testa, in senso di diniego ma lascio perdere questo suo gesto e, me ne riempio un altro. «A quanto vedo, i tuoi brutti vizi non muoiono mai.»Sorrido, sperando in qualche modo che abbia delle buone notizie da darmi. «Questa serata sarà molto importante per la nostra famiglia e tu lo sai. Sappiamo anche che, se Leyla decidesse di farsi vedere con Giuliano, le voci su di loro l'indomani saranno inevitabili. E lo dico, perché è qualcosa che nessuno dei due può controllare.» L'ascolto in silenzio, senza dire una parola.

Alla fine, anche le parole mi si sono rivoltate contro. Ho ammesso alla donna che amo, i miei sentimenti e lei ha preferito andarsene lo stesso. «Niente in questa vita si può controllare. Nemmeno la morte, mia cara sorellina e, nessuno di noi due può sapere, cosa succederà domani.»

I suoi occhi si sgranano al solo udire, delle mie parole. «È tutto quello che hai da dirmi? Ti arrendi in questo modo? Non vuoi lottare per...»

«Sono stanco.»Mi alzo dalla poltrona, avvicinandomi alla finestra del mio ufficio, osservando la pioggia battere con ferocia sull'asfalto della reggia. «Sono stanco di lottare per qualcuno che ha già deciso, come debbano andare le cose. Stanco di essere etichettato come il cattivo della storia. Stanco di tutto questo. Ho solo voglia, di portare avanti questa serata di beneficenza, sorridere e ringraziare quegli uomini che hanno contribuito alla nascita della Morrison e passare le redini a Giuliano.»

«Vuoi lasciare l'azienda? Sul serio?» Annuisco alle sue domande, incapace di poterle dare una risposta adesso.

È quello che voglio?
Lasciare l'azienda e partire?
Voglio davvero mollare tutto?

«Non è quello che ho detto...»

«Ma è ciò che intendi fare. Ti conosco Alexander e, in tutti questi anni non ti ho mai visto così arrendevole. Dov'è finito l'uomo che mi ha salvata?»

«Forse non è mai esistito.»

«Non resterò a guardare mentre tu fai a pezzi tutto ciò che ti sei costruito, con le tue sole forze. Non starò in un angolino mentre, butti tutto all'aria per una donna da quattro soldi.» Mi volto verso di lei, tradendomi nello stesso momento in cui l'ho fatto.

«È per lei? Vuoi andare via per stare lontano da lei?»Ludovica mi raggiunge, inebriandomi del suo odore alla lavanda che usa sempre. «Non so cosa ti abbia spinto a mollare in questo modo ma, non permetterò che continui così.» Continuo ad osservarla mentre i suoi occhi, si riempiono di lacrime ma non demorde.

Dark Seduction Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora