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🔞🔞🔞🔞🔞🔞A quell'affermazione la biondina che è in me, ha esultato di gioia

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A quell'affermazione la biondina che è in me, ha esultato di gioia. Ma Leyla Collins quella che sta accanto ad Alexander nonostante la parrucca, ha deciso di rimanere seduta. «Credo che dovremmo parlare.» Ho tantissimi dubbi per la testa e, questa partenza non me la conta giusta.

I suoi occhi m'inceneriscono all'istante. «Io credo invece che dovresti alzarti e, fare come ti ho detto.» Non ammette repliche ma, non ho intenzione di sottostare ai suoi ordini. So che tra noi c'è solo sesso e, me ne sono fatta una ragione. Ma non può risolvere tutto in questo modo.

Cerco di persuaderlo in qualche modo: «Alexander perché stiamo partendo per New York?» Sbuffa senza degnarmi di una risposta e va via, lasciandomi sola.

Le nostre discordanze caratteriali, credo che ci porteranno a litigare sempre più spesso. Devo imparare a conoscerlo, comprendere i suoi silenzi e far attenzione anche alle parole da usare. Non voglio che si allontani da me, qualsiasi cosa stia iniziano a provare per quest'uomo mi impedisce di allontanarmi.

Ripeto nella mia testa, cercando di convincere anche me stessa che sia soltanto perché questa famiglia sa molte cose sulla morte di mio padre. Devo avvicinarmi a lui, per estrapolargli delle informazioni. Lo ripeto in continuazione ma, quando sono accanto a lui, tutto sembra fermarsi e, tutte queste intenzioni vanno a farsi un giro.

Se dovessi seguire la ragione mi alzerei e andrei da lui ma, credo che abbia bisogno di stare da solo. Volgo il mio sguardo oltre il finestrino, osservando le nuvole. Quella visione mi trasmette una sana pace e tranquillità. Le stesse sensazioni che mi stanno facendo chiudere le palpebre e sprofondare nel sonno.

Non so dire quante ore siano passate ma, una colonia di mare mi ridesta dai miei sogni. Vorrei aprire gli occhi ma, ho paura che quest'odore così bello possa svanire. Strofino il naso su un qualcosa, beandomi del profumo ma, soprattutto della fonte di calore che riscalda il mio corpo.

Svogliatamente apro gli occhi ritrovandomi davanti, le iridi verdi di Alexander. Mi metto a sedere e, mi accorgo che sono sulle sue gambe. Le sue mani mi tengono stretta per i fianchi e, il profumo che avevo sentito era il suo. «Ciao.» Sussurro, stropicciandomi gli occhi come una bambina.

Credo che il mio aspetto non sia dei migliori poiché, l'uomo davanti a me sta sorridendo. «Sei buffa.» Approfitto di questo momento, per appoggiarmi nuovamente sul suo petto. I capelli neri mi scivolano sul viso, rendendomi conto solo adesso che mi abbia tolto la parrucca. «Non ne hai bisogno.»

Cosa significa?

Dovrei prestare attenzione alla città che scorre veloce, davanti a noi. Ma, in questo momento non m'importa. Mi lascio trasportare dalle sensazioni, poggiando una mano sul suo petto, ascoltando il battito del suo cuore. «Mi dispiace per prima.» Gli bacio il collo, salendo fino al lobo del suo orecchio e mordendolo. «Spero che tu possa perdonarmi.» Lo sussurro, facendomi sentire solo da lui. Quando la mia bocca è ad un millimetro dalla sua, mi rendo conto che non ci siamo mai baciati.

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