[COMPLETA E DA REVISIONARE]
Leyla Colins strappata dalla sua città natale. Lascia alle sue spalle l'uggiosa Londra, per affacciarsi ad una accaldata Miami. Che di caldo non avrà solo le temperature.
Non appena metterà piede nella reggia, dei Morris...
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È questo l'amore? Un continuo sfarfallio nello stomaco?
Mi sento come se fossi su una montagna russa. Salgo e precipito tra le braccia delle persona accanto a me. È così che mi sento, adesso tra le braccia di Alexander. Siamo sul letto, avvolti in una coperta morbida e traccio delle linee immaginarie sul suo petto marmoreo. Involontariamente, passo la lingua sulle mie labbra e riesco a sentire ancora l'odore dei suoi baci roventi, i morsi che mi ha impresso su di esse come se volesse marcarle, la saliva che lambiva ogni centimetro, facendomi sentire completamente sua.
Ed è così che mi sento...sua.
Appartengo ad Alexander Morrison e, ad oggi ne sono consapevole.
Alzo lo sguardo, poggiando il mento sulla mia mano e ammirando il suo volto rilassato. «Non smettere di guardarmi.» La sua voce roca è seducente soprattutto, di prima mattina. Faccio come mi dice, non distolgo lo sguardo e continuo ad ammirare i suoi lineamenti, posando una mano sul suo viso, tracciando i margini che contornano il suo volto: le sopracciglia folte, il naso delineatamene perfetto e mi soffermo sulle labbra carnose. Baciando il labbro superiore più sporgente rispetto a quello inferiore. «Non smettere di toccarmi.»
Questa volta però mi fermo, giocando con le sue labbra tracciandole con i pollici. «Se dovessi fermarmi?» Chiedo attendendo una sua risposta. I suoi occhi verdi mi ammirano come se fossi la cosa più bella del mondo e, un po' con lui mi sento così. Ha il potere di farmi abbattere qualsiasi forma d'insicurezza che mi porto dentro, con un solo sguardo.
«Potrei convincerti a continuare.» In un attimo, il suo copro è sopra al mio e le mie gambe si allacciano attorno al suo bacino. «Non smettere di toccarmi.» La sua è quasi una supplica, come se ne avesse realmente bisogno. Percepisco dal suo sguardo che è così. Le mie mani si posano nei suoi capelli neri folti e lo accarezzo delicatamente. La sua testa si posa sul mio seno nudo e le sue mani giocano con un capezzolo facendomi ansimare.
«Mi piace quando mi tocchi.» Ammetto, sentendo il suo sorriso allargarsi e il suo ego già enormemente spropositato, gonfiarsi ancora di più.
«A me piaci quando mi guardi. I tuoi occhi hanno uno strano potere su di me. Per gli altri possono sembrare dei banalissimi occhi neri ma, per me rappresentano il mio colore. Questo colore viene associato: alla morte, alle tenebre, alla sofferenza io lo associo a te. Alla ragazza dagli occhi neri che mi ha indotto in un'oscura seduzione.»
Le sue parole mi lasciano senza fiato. Sono come un colpo nello stomaco e al petto. Sento che i battiti del mio cuore accelerare e, la voglia di baciarlo è aumentata a dismisura. «I tuoi occhi invece mi ricordano il mare. Non l'ho mai visto eppure, quando ti guardo ho la sensazione di annegarci dentro come se non avessi ossigeno. E non mi serve averlo perché il mio ossigeno sei tu.»
Nessuno dice una parola, il suo respiro è calmo sotto al mio continuo tocco di capelli. «Ci sono cose di me che non sai e, un giorno mi odierai quando scoprirai il mio passato, quello che ho fatto e i miei segreti.» Questa sua affermazione mi lascia senza fiato. Ho così voglia di scoprire qualcosa di lui e, sulla sua vita ma, allo stesso tempo ho così timore di essere indiscreta.
