Il sole che entra dalla finestra come ogni mattina mi risveglia. Allungo le braccia accanto a me tastando il materasso che, sorprendentemente é vuoto. Apro gli occhi ritrovandomi rammaricata dal fatto che Giuliano sia andato via.
Forse, non é nemmeno rimasto tutta la notte.
Comodamente mi siedo e mi stiracchio poco elegantemente «Buongiorno.» Il suo tono di voce mi fa riportare l'attenzione su di lui, sempre vestito in maniera elegante e impeccabile.
«Era buono fino a dieci secondi fa poi, hai parlato ed é svanito anche il mio buon umore.» Non mi lascio scalfire dalla sua presenza, sono più che decisa ad innalzare un muro e ci riuscirò.
«A quanto vedo sei arrabbiata ma, non m'importa. Sono venuto qui per sapere come stai, sono al corrente che...»
«Che tua sorella é una stronza? Tranquillo ne sono al corrente anch'io.» Lo prendo in giro intanto che mi alzo dal letto, dirigendomi in bagno e, spogliandomi davanti ai suoi occhi.
Ho bisogno di una doccia. Dato che lui non ha nessun'intenzione di andarsene, farò quello che faccio tutti i giorni davanti ai suoi occhi.
«Non volevo dire questo.» Il getto dell'acqua mi colpisce la schiena, inizio a lavarmi mentre, vedo la sua figura appoggiata allo stipite della porta.
Avvolgo il mio corpo con un asciugamano e, gli passo davanti dirigendomi alla cabina armadio. «L'ho detto io e, credimi lo penso.»
«Non m'importa se lo pensi.» La sua mano cinge il mio braccio, costringendomi a voltarmi. Il mio petto si scontra con la sua camicia bianca. Il suo volto è a pochi centimetri dal mio. I suoi occhi verdi mi scrutano e, riesco ad intravedere una luce diversa.
«Hai anche tutti i motivi per ritenere che sia così ma, sono qui per un motivo ben preciso e non me ne andrò, senza una risposta.»Nonostante ciò, la rabbia è troppa per farla passare in questo modo. «Cosa vuoi sapere, eh?» Con tutta la forza che ho in corpo cerco di divincolarmi ma, lui non me lo permette stringendo ancora più forte. Allora mi dimeno più forte, colpendolo con la mano libera ma, Alexander é più forte di me e mi spinge contro il muro intrappolando le mani sopra la testa. «Fottiti bastardo.»
«O forse potrei fottere te, adesso qui. Che ne pensi?» Cerco di non pensare al tono roco con cui si è rivolto, e, devo far appello a tutto il mio autocontrollo per non cedere.
«Sai cosa penso? Che tu le cose le aggiusti sempre così, poiché é l'unica cosa che tu sappia fare.»
«Infatti dalla tua bocca quando ti scopo non sono lamenti ma bensì, incitazioni a volerne di più.» Le sue dita scorrono sulle mie gambe, arrivando al lembo dell'asciugamano. «Forse dovrei ricordartelo.»
Una parte di me vorrebbe urlargli di farmi ciò che vuole ma, la parte più razionale questa volta mi dice di mettere fine a questa situazione alquanto inadeguata.
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Dark Seduction
ChickLit[COMPLETA E DA REVISIONARE] Leyla Colins strappata dalla sua città natale. Lascia alle sue spalle l'uggiosa Londra, per affacciarsi ad una accaldata Miami. Che di caldo non avrà solo le temperature. Non appena metterà piede nella reggia, dei Morris...