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Dopo aver parlato con Giuliano, sono ritornata in camera. Anche oggi ho saltato il pranzo ma, Viviana ha ben pensato di portarmelo. Mi sta scrutando da mezz'ora, ovviamente tenendo le distanze. I suoi occhi vividi verdi sono su di me. Sbuffo per l'ennesima volta. Non mi piace essere osservata tanto meno quando mangio.

«Si può sapere cosa vuole?» Ricordo ancora quando mi riprendeva per aver superato il confine tra noi. Ricordo anche quando mi ha tradita con i Morrison. Sarebbe filato tutto liscia se questa strega, non avesse parlato.

«Sei stata nelle camere di Giuliano.» La guardo smettendo di mangiare il pollo e l'insalata, rivolgendole tutta l'attenzione.

«E allora?» Incrocio le braccia al petto e la scruto da lontano impassibile.

Lei guarda la finestra, dove c'è il sole in tutto il suo splendore che, risplende l'enorme prato verde. Credo che si sia persa nei suoi pensieri ma, quando riporta nuovamente l'attenzione su di me, un cipiglio le ricopre il volto. «Non potete consumare fino al matrimonio.»

«Chi le ha detto che abbiamo consumato?» Mi prendo gioco di lei, sapendo che il suo sia un intento per saperne di più. Mi alzo dal letto e a piedi nudi la fronteggio. «Chi le ha detto che sono stata nelle sue camere?»

«L'ho vista.»

Sto perdendo la pazienza.

Non m'importa che lei lavori per questa famiglia da anni. Voglio i miei spazi. Poter essere libera di fare quel che m'aggrada, senza che nessuno mi segua. «Non m'importa ciò che ha visto. A lei non devo nessuna spiegazione. Si limiti a fare il suo lavoro e porti via quel vassoio.» Indico con un dito l'oggetto in questione e, osservo la sua figura camminare per la stanza e poi andare via.

Odio comportarmi in questo modo.

Odio dover impormi alle persone.

Odio che esse mi seguano.

Odio tutto questo.

Crollo sul letto cercando in qualche modo di sfogarmi ma, l'unica cosa che riesco a fare è dormire.

Quando sobbalzo nell'oscurità della camera è ormai notte inoltrata. Mi ricordo di ciò che ha detto Alexander e, scatto dal letto come una molla. Mi preparo indossando la parrucca, le lentine e il costume più sexy che posseggo.

Prendo il telefono e sgattaiolo via.

Sono le tre in punto e, mi rendo conto solo adesso che non so dove andare.

Decido di mandargli un messaggio ma, appena apro lo schermo mi accorgo che ha condiviso la sua posizione. Schiaccio e seguo il tragitto. Supero il suo ufficio, scendo le scale alla velocità della luce stando attenta a non far rumore. Oltrepasso la sala da pranzo e mi ritrovo nel lungo corridoio dell'altra sera.

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