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Mi ritrovo nel letto da sola, senza Alexander al mio fianco. Mi crogiolo nel suo odore di bagnoschiuma, beandomi come se non ne avessi mai abbastanza.
Penso alle sue parole, rivolgendo il capo verso la luce del sole che brilla da fuori. I miei occhi si stringono di riflesso, per il troppo impatto, abituandosi lentamente alla sensazione di calore e pace.

Come si sentirà in questo momento?
Starà guardando anche lui il sole, ripensando ai bei momenti della sua vita? Riuscirò a fargli cambiare idea?

Alexander per me è da sempre stato un enigma. Non sono mai riuscita a capirlo fino in fondo. È sempre stato sfuggente da me, solo in pochi istanti l'ho sentito vicino.

Come a New York.
Sotto quel cielo tetro, ci siamo scambiati per la prima volta, il nostro primo bacio.

Prima del bacio però, ricordo un frangente che ci ha uniti più che mai. Nella mia mente, alberga ancora la reminiscenza di quando ebbe un crollo sotto la doccia. In quell'istante vidi il terrore nei suoi occhi, e mi accorsi e anche Alexander Morrison, aveva i suoi demoni e d'allora iniziai a vederlo più...umano.

«Non lasciarmi.» Lo stringo ancora più forte mentre, scivoliamo a terra sempre abbracciati e, con l'acqua che ci bagna sempre di più. «Ti prego.» Questa sua supplica mi lascia senza parole.

Prendo il suo volto tra le mani e lo guardo negli occhi, nuovamente. «Non ti lascio, non lo farò mai.»

Le mie parole risuonano nella mia testa come una promessa, e intendo del tutto mantenerle. Ne abbiamo passate tante, ma non gli volterò le spalle, e non perché provi pietà. Il sentimento che nutro nei suoi confronti è più potente di qualsiasi altra cosa.

Istintivamente, afferro le coperte e mi dirigo nel suo studio, consapevole di trovarlo lì. A piedi nudi, cammino lentamente, ritrovandomi davanti la porta di mogano. La apro, e lo trovo di fatti seduto dietro la scrivania del suo ufficio, mentre sorseggia del whiskey, come sempre.

Mi appoggio allo stipite della porta, prendendomi qualche tempo per osservalo minuziosamente. I capelli neri sono tutti arruffati, la barba non viene tagliata da qualche giorno e le borse sotto agli occhi, che gli danno un'aria del tutto stanca. «Come mai già sveglia?» Il suo tono roco, è sempre più sensuale.

«Non c'eri tu accanto a me.»  Chiudo la parta a chiave, avvicinandomi a lui lentamente. «Mi sei mancato questa notte.» Mi sposto, poggiando una mano sul suo petto, accarezzandolo con la punta dei polpastrelli, arrivando fino alle spalle, dove inizo a muoverle facendogli un massaggio. «Perché non sei tornato?» Mi avvicino al suo orecchio, mordendo delicatamente il lobo, facendogli gettare la testa all'indietro.

«Avevo delle cose da sbrigare.»

«Cose più importanti di me?»

«Nulla è più importante di te.» Sorrido, mentre bacio la sua guancia scendendo verso la gola e succhiando delicatamente. Lo sento deglutire rumorosamente, mentre ansimo sopra la sua pelle. «Leyla tu mi ammazzi così.»

Le mie mani arrivano al bordo della felpa nera che ha indossato, e gliela sfilo. Con un po' di pressione sulla sedia girevole, lo costringo a voltarsi e ad osservare me e il mio corpo nudo, adesso davanti ai suoi occhi. «Mi sei mancato tanto in questi mesi. Io ti sono mancata?» Salgo sulle sue gambe a cavalcioni, mordendogli il labbro inferiore, intrappolandolo tra i miei denti.

«Da morire.»

«Dimostramelo.»

«Come?»

«Fa l'amore con me.» Non ho nemmeno il tempo di finire la mia affermazione, che si abbassa i pantaloni rivelando la sua protuberanza, e mi penetra in un colpo solo.

Dark Seduction Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora