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Quando ci rivestiamo è oramai sera

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Quando ci rivestiamo è oramai sera. Ritorniamo alla reggia, inconsuetamente mano nella mano: le sue dita sono intrecciate alle mie e, le osservo sentendo il cuore battere forte nel petto. Mi faccio condurre da lui, anche quando si dirige nella sua stanza.

Quello che ci fa staccare improvvisamente è un pianto. Siamo fuori alla porta e, sentiamo una bambina piangere forte. Alexander, non attende oltre, spalanca la porta con un tonfo e si precipita correndo verso il suo letto.

Alice è a piancia in giù, si copra il volto con i gomiti e le carezze dolci del padre tra i suoi capelli non sembrano calmarla. «Papà.» Piange singhiozzando ed io, mi sento totalmente inutile.

Osservo la scena come se fossi una spettatrice. Resto appoggiata allo stipite della porta mentre, la mia attenzione è tutta rivolta a loro. «Cos'è successo?» Il suo tono di voce è dolce mentre, continua ad accarezzarle i lunghi capelli rossi.

Alexander con tutta la forza che ha, la prende in braccio, tirandola su. Lo seguo mentre, s'incammina verso il bagno e fa sedere Alice, sul bordo rivolta allo specchio. La bimba si guarda e, si asciuga le lacrime che non accennano a fermarsi. «Sono triste.» La sua affermazione mi fa tremare il cuore.

Suo padre, l'abbraccia da dietro cingendole la vita è appoggiando il suo volto sopra la sua spalla. «Perché sei triste?» Le piccole mani della bimba, afferrando quelle di Alexander giocandoci.

Tira su col naso mentre, lascia ricadere davanti al viso i suoi lunghi capelli rossi e, nascondendo gli occhi verdi arrossati. «Perché oggi Viviana ci ha portati al parco e, tutti i bambini avevano con loro la mamma.» Alice, che si era appena calmata a quel ricordo singhiozza ancora più forte. «Una bimba si è avvicinata, voleva giocare con me. Io ho cercato di esserle amica ma, quando sono inciampata e finita in una pozzanghera di fango, mi ha detto che, mia madre mi ha lasciata perché sono un disastro.»

Il singhiozzo che precede, percepisco che squarcia il cuore di Alexander. «Alice, ehi...guardami.» Prende la sua bimba e, la fa voltare in modo che sia in piedi davanti a lui, sul davanzale del lavandino. «Tu non sei un disastro. E anche se lo fossi, sei un distaserò perfetto...Il mio disastro perfetto.»Una lacrima bagna il mio viso ma, non è il momento adesso per pensarci. La scaccio via e ricaccio indietro le lacrime, cercando di mostrarmi forte e non cedere. «Cosa vuoi adesso?»

Alice non ci pensa troppo e sussurra: «Un abbraccio. Voglio un tuo abbraccio, papà.» Si fionda su di lui e, restano così per un po'.

Alexander gioca con i capelli della figlia e, lei fa lo stesso con i suoi. Gli occhi di entrambi sono chiusi, come se volessero assaporare questo momento, lasciando tutto il resto del mondo chiuso fuori. Indietreggio, cercando di fare poco rumore e ci riesco quasi. Fin quando, quella bimba vispa si volta verso di me. «Possiamo dormire tutti insieme?»
Chiede ed io osservo Alexander che, prontamente annuisce. «Vado a chiamare Lucas così organizziamo un grande pigiama party.» Allarga le braccia e, sorride mentre, di quelle lacrime non è rimasto nulla.

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