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Avete presente la sensazione che vivete, quando qualcuno vi infligge dolore?

La rabbia, la delusione oltrepassa le vostre iridi, volendo fin da subito mettere a tacere quel vostro stupido cuore che, vi dice: non è così.

Deve esserci un altro modo.

Gli occhi di Alexander mi dico proprio questo. Mi stanno implorando di non abbandonarlo, di non fare scelte troppo azzardate. Ma cosa posso fare? Come posso tornare indietro? Come si riavvolge il nastro e, farci ritornare alla nostra prima notte insieme? Dove tutti questo problemi sembravano così lontani che, nessuno dei due avrebbe immaginato una conseguenza simile.

Avanza di qualche passo, verso di me e inevitabilmente retrocedo. «Non farmi questo.» Il suo sussurro è la cosa che mi spezza il cuore. Allunga le sue mani verso di me, come se volessi afferrarmi per riportarmi tra le sue braccia. «Sono l'uomo di cui ti sei innamorata. Sono sempre io. Sono consapevole di essere stato uno stronzo ma, non merito tutto questo.»

Le sue parole mi trafiggono il petto, facendomi sanguinare come se non ne avessi avuto abbastanza. Sono così stanca di soffrire, vorrei solo stringermi tra le sue braccia e dirgli che lo perdono. Potremmo ricominciare, insieme noi due e andarcene via da qui.

Vorrei poterlo fare ma, non ci riesco.

«Non riesco. Ho paura.»

«Di me?»

«No.» Con uno slancio, finisco tra le sue braccia che mi cingono la vita. «Non ho paura di te. Non ne avrò mai.» Le mie mani, accarezzano il suo volto, soffermandosi sulla barba troppo folta. Le sue iridi verdi mi scrutano, cercando qualche appiglio a cui aggrapparsi. «Ti amo e, non lo nego. Sarebbe da ipocriti farlo, soprattutto quando è visibile a tutti. Sei riuscito a farmi innamorare di te e, vorrei stare tra le tue braccia per sempre ma ho così paura di rovinare tutto.»

«Cosa ti frena?»

«Il perdono. So di averti perdonato ma, ho paura che se dovessi andare oltre, ripenserei a quella notte. Tutto di te, mi ricorda quel momento e ho bisogno di tempo per me stessa.» Le sue mani scivolano via dal mio corpo, togliendomi l'unica fonte di calore di cui, abbia davvero bisogno.

Inaspettatamente, si posano sulla mia pancia, dove al momento non c'è nulla. «Me l'avresti tenuto nascosto?» Annuisco, senza bisogno di pensarci. Con Alexander non ho bisogno di dire bugie, lui riesce a comprendermi meglio di chiunque altro. «Questo matrimonio è per proteggerlo?» Annuisco ancora, troppo concentrata a seguire i suoi movimenti.

Le sue mani scivolano più giù, alzandomi leggermente il vestito e accarezzandomi l'interno coscia. «Non puoi farlo.» La mia voce flebile, è quasi inesistente ma lui mi ha sentito, lo capisco dal sorrisetto compiaciuto che gli copra il viso.

«Fermami. Dimmi che non mi vuoi, che non hai mai pensato a me, in questi giorni. Dimmi che non ti sei toccata, ripensando a come ti facevo sentire.» Non dico nulla, consapevole che se aprissi bocca, non uscirebbe nemmeno una parole e ogni singolo suono, potrebbe essere usato contro di me. Mi torturo, il labbro inferiore, cercando di trattenermi mentre le sue mani, scivolano oltre i miei slip. «Non dici nulla? Non ti ricordavo così silenziosa.» Come se fossi una bambola di pezza, mi volta tra le sue braccia, costringendomi ad ammirarci nello specchio.

Eccoci qua...

Lui, mi sovrasta con la sua altezza ma la cosa che più mi rapisce sono le sue mani. Quelle possenti e grandi mani che, ho immaginato ogni singola e deplorevole notte. «Io ti ho sognata, ogni singola notte e sai cosa pensavo? A te, al tuo corpo fantastico e a quanto mi sarebbe piaciuto farti di nuovo mia.» Le sue dita, toccano ogni singola parte di me. Il mio petto, si alza e si abbassa come se stessi correndo a perfidiato e, mi piace.

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