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L'attesa è la parte più estenuante di ogni cosa

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L'attesa è la parte più estenuante di ogni cosa. Il non sapere è quello che di più logora il mio cervello. Soprattutto quando il non sapere mi sovrasta. Sono curiosa all'inverosimile, fremo nel presagire cosa voglia farmi. Quali sono le sue intenzioni e soprattutto come.

Mi piacerà?
Da morire.
Ne vorrò ancora?
Indubbiamente.

Sbuffo mentre rimetto la testa sui libri. Ormai ho imparato benissimo quale sia il mio ruolo: studiare. Hanno pagato un professore, per insegnarmi un metodo che alla fine è risultato esaustivo. Devo essergliene grata poiché ho appreso molte cose. Voglio girovagare libera per questa grande reggia. Voglio entrare nei loro spazi, nelle loro tradizioni e scoprirne di più.

«Sei qui!» Troppo immersa nei miei pensieri che, non ho sentito nemmeno Giuliano entrare dalla porta cigolante della biblioteca. Annuisco e non gli rivolgo uno sguardo, nemmeno quando lui si siede accanto a me. «So che sei arrabbiata...»

Lo interrompo alzando una mano, tenendo sempre lo sguardo diretto sulle pagine del libri di storia. «Sono delusa è ben diverso.» Non dice una sola parola indicendomi ad alzare lo sguardo e, percepisco nei suoi occhi verde scuro un po' di rammarico. Desisto dal suo sguardo da cucciolo abbandonato e ferito poiché, non voglio dargli questa soddisfazione.

Ma non ci riesco.

Riporto lo sguardo sul libro, sentendo le parole fuoriuscire dalla bocca: «Non mi aspettavo questo atteggiamento da parte tua.» Il mio tono si addolcisce ma, resto comunque ferma nella mia opinione. «Mi avete giudicata senza sapere.» Punto i miei occhi marroni nei suoi che sono attraversati da un moto di tristezza. «Tu ed io abbiamo un vissuto alle spalle. In modo diverso sicuramente ma, ne ce l'abbiamo. Non si può cambiare, non si può cancellare e non si può dimenticare.»

«Mi sono fatto prendere dal fatto che qualcuno possa averlo visto. Non gioverebbe affatto alla mia reputazione sapere che, tu sia stata con altri uomini.»

Cerco di restare calma, stringo i pugni sotto al tavolo sentendo le unghie trafiggermi il palmo e, le nocche sono sicura siano diventate bianche. «Vorresti farmi credere che tu non abbia mai avuto rapporti? Non credo che il tuo passato sia così immacolato.» Abbassa lo sguardo, sapendo che abbia torto nel parlare in questo modo. «L'unica cosa che ci differenza è che tu hai le spalle coperte dal fratello, io non ho nessuno.»

Mi duole ammetterlo ma è così.

Qualsiasi cosa abbiano fatto in passato, di sicuro sarà stata rimossa. Nessuno di loro può permettersi di diventare un fenomeno da baraccone ed, essere presi mira dalla stampa.

«Comunque sia va bene così. Ti ringrazio del regalo.» Dico, riferendomi al telefono. Avrei potuto ringraziarlo per messaggio, dirgli che andava tutto bene. Infondo so che non è così, nonostante il mio perdono.

Forse avrei dovuto essere più stronza.

Ma alla fine non ci avrei guadagnato nulla.

«Per farti perdonare potresti portarmi nel tuo mondo, no? Poi potremmo decidere qualcosa sul matrimonio. Quando ci dovremmo sposare?» Chiudo il libro e li riposo nel apposito scompartimento.

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