[COMPLETA E DA REVISIONARE]
Leyla Colins strappata dalla sua città natale. Lascia alle sue spalle l'uggiosa Londra, per affacciarsi ad una accaldata Miami. Che di caldo non avrà solo le temperature.
Non appena metterà piede nella reggia, dei Morris...
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Fino a quel momento non avevo mai visto Alexander così furioso, soprattutto per qualcosa che riguarda la sua famiglia. I suoi occhi verdi, sono diventati del tutto neri e non scorgo nessun tipo di emozione. La donna capendo che ha colto il segno, lascia lo studio degnandomi di un'occhiata truce. I suoi occhi neri mi penetrano sotto pelle, scalfendomi ma, cerco di non dar a vedere quanto potere abbiano avuto su di me.
Quando finalmente abbandona quest'ufficio e, il suo corpo sparisce nel ascensore mi avvicino ad Alexander che, è perso nei suoi pensieri. Senza dire nulla mi avvicino a quelle foto dov'è prettamente visibile il volto di Giuliano e, quello di una donna palesemente incinta. La pancia è enorme e, la situazione abbastanza compromettente.
Prendo la busta, scuotendola e dal rumore che mette deduco che ci sia qualcosa altro. Infilo una mano estraendo una rivista. Sulla foto di copertina c'è Giuliano, Alexander ed io. Il titolo mi fa accapponare la pelle: Qualcuno ha avuto una tresca e, a qualcun altro le sono spuntate. Quanto durerà questo matrimonio? Oppure sarà finito prima di cominciare?
Resto spiazzata da quanta crudeltà ma, soprattutto da una mia foto con dipinta sopra delle lunghe e spesse corna. «Bastardi, figli di puttana.» Il suo tono di voce alterato non mi fa restare calma anzi, sprofondo ancor di più nel panico e, il timore si trasforma ben presto in rabbia. Forte da voler prendere la bionda e, farle rimangiare le sue parole.
Non so se anche questa volta sia stata presa da un'irrazionalità ma, ho intenzione di rovinarla. «Voglio tutte le informazioni riguardanti quella donna, adesso.» Alexander mi guarda come se fossi impazzita. Non so cosa mi sia preso, un senso di protezione che non sono in grado di spiegare si è impossessato di me. Ho mille ragioni per odiare questa famiglia ma, non posso negare che adesso ne faccio parte anch'io e, questo giornale da quattro soldi è in grado di rovinare anche me.
«Dammi il tempo di fare qualche chiamata.» Ritorno al mio posto, con la rivista tra le mani e penso alle ripercussioni che avrà su di noi. «Nessuno ha mai osato tanto. Giuro che gliela farò pagare a quella donna.»
«Voglio farlo io.» Il mio tono non ammette repliche e, non voglio che nessuno s'intrometta in questa faccenda.
«In che modo?»
«Tutti noi abbiamo degli scheletri nell'armadio, bisogna solo aprirlo e dare un'occhiata.» Non lo guardo negli occhi. Fisso il vuoto, ripetendomi il piano mentalmente e focalizzandomi su quella donna.
Qualche ora dopo, un omone vestito completamente di nero, supera la soglia dell'ufficio, tenendo tra le mani una busta gialla. La porge ad Alexander che, con un cenno della testa indica la mia postazione. Gli sorrido, ringraziandolo e la apro senza troppi convenevoli. Leggo tutto ciò con estrema attenzione e, quando ho le informazioni giuste esco dall'ufficio senza dire nulla.
Scappo dall'azienda e, salgo sul primo taxi. Gli fornisco le giuste indicazioni e, ci addentriamo nel traffico di un'accaldata Miami. Osservo la strada davanti a me, pensando bene a cosa fare ma, ogni opzione finisce con me che strappo i capelli della bionda ossigenata.