Alexander
Ed eccola che arriva, la notte: impenetrabile, oscura e a tratti malinconica. Quando cala il buio nella mia stanza, chiudo gli occhi facendo finta di dormire così che non possa sentirmi oltremodo solo. Facendo anche finta di non sentire l sporta che si apre, ogni sera e la piccola Alice arrampicarsi sul mio letto.
Sento le sue mani che circondano il mio collo ma, non apro gli occhi e ne ricambio la presa. Si aggrappa a me, come se ne valesse della sua stessa vita. Appoggia la testa sopra il mio petto e ascolta i battiti del mio cuore. «Mi manchi papà.» Non la sentivo parlare da un bel pò. Ogni sera, entra da quella porta, mi abbraccia ma non dice nulla. Il suo tono dolce di voce, riesce a far sciogliere la mia armatura e anche a strapparmi un sorriso flebile.
Da quando mi sono chiuso in me stesso, ho automaticamente lasciato fuori anche Alice e, non era quello che volevo. Da quella sera la sento entrare dalla mia porta, abbracciarmi e poi sprofondare nel sonno. Lei riesce a calmare i miei incubi, è la sola che riesce a tenermi ancorato alla realtà durante la notte e, cacciare via tutti i mostri.
Un po' come se fosse il mio schiaccia-sogni.
Non le rispondo ma, la abbraccio. Mi giro con lei attaccata al collo, in modo che possa stare comoda sul materasso. Allo stesso tempo però, apro gli occhi ritrovandomi la bambina più bella del mondo davanti. I capelli rossi, sono diventati più lunghi e le lentiggini che ricoprono il suo volto le trovo fantastiche. «Ti voglio bene, papà. Non l'hai dimenticato vero?» La sua domanda mi fa battere il cuore, facendomi rendere conto che mi sto perdendo troppo e in questo modo, rischio di perdere anche la mia famiglia.
Le mie mani, raggiungono la sua nuca e la stringo forte a me. «Ti amo.» Due semplici parole, per la donna della mia vita. I suoi occhioni verdi, mi guardano e non dice nulla. Sorride, mostrandomi i denti bianchi e saltandomi nuovamente al collo.
La stringo forte col timore che possa andare via da me. Che qualcuno possa portarmela via e inevitabilmente, ripenso a quella notte.
La notte dove mi portarono via il mio schiaccia-sogni.
Miami, Sei anni prima...
La luce fioca che entra dalla finestra, illumina il mio ufficio, il mio angolo scuro o come piace definirlo a me...il mio inferno personale. Qui, dentro ho preso tante decisioni, molte del quale hanno decretato la fine di molte persone.
Mai avrei immaginato che, quelle stesse persone stessero per decretare la mia di fine, portandomi via, la parte più bella di me.
Sorrido, ricordano le sue manine che si alzano, incitandomi a prenderla in braccio. I suoi piedini nudi che, si divincolano cercando di scalciare qualcosa.
Ma la cosa più bella è il suo sorriso.
Quello che mi riserva quando faccio le smorfie, o quando le mie dita pizzicano dolcemente il suo corpo facendole il solletico. Ripenso a tutte le cose che le facevo, senza rendermi conto che la porta di mogano si è appena aperta leggermente.
Una chioma bionda sbuca venendomi ad abbracciare immediatamente. «So quanto hai desiderato questa bambina. Farò qualsiasi cosa pur di portarla a casa. Di riportarla dalla sua famiglia.»
La famiglia...
Questo nome, ormai è ben lontano da quello che eravamo prima. Ricordo quanto eravamo uniti da bambini, nonostante tutto ciò che comprendeva essere figli di James Morrison. Nella mia mente, è ancora vivido il ricordo di quella notte e, le sue conseguenze.Siamo stati spediti, in un college a Londra dato che la morte di nostro padre ha lasciato sgomento nella nostra famiglia. Queste sono state le uniche parole di mia madre, verso la stampa. Da lì, è iniziata la nostra disfatta. Non credevo che un evento del genere avrebbe smosso le loro coscienze.
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Dark Seduction
ChickLit[COMPLETA E DA REVISIONARE] Leyla Colins strappata dalla sua città natale. Lascia alle sue spalle l'uggiosa Londra, per affacciarsi ad una accaldata Miami. Che di caldo non avrà solo le temperature. Non appena metterà piede nella reggia, dei Morris...