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Se avessi sbagliato tutto? Se avessi seguito la ragione e non la costante voglia di sfidarlo?  Se quella sera avessi rifiutato di ballare? Troppi se e poche riposte concrete

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Se avessi sbagliato tutto?
Se avessi seguito la ragione e non la costante voglia di sfidarlo?
Se quella sera avessi rifiutato di ballare?
Troppi se e poche riposte concrete.

Avrò anche sbagliato ma, adesso mi ritrovo a New York con un uomo che è in grado di farmi vibrare le viscere. Con lui, ho scoperto sensazioni sconosciute e il piacere che è in grado di provocarmi è qualcosa di unico. Se ripenso a quella notte in piscina, sotto le stelle e: le sue mani, la sua lingua, la potenza delle sue spinte, il timore di essere scoperti da qualcuno e i miei gemiti incontrollabili.

È così che mi sento quando sono con lui: incontrollabile.

Non ho nessun potere sul mio corpo, è come se avesse vita propria e anche se con la ragione mi dovessi ripetere che tutto questo è sbagliato. Il mio corpo di sicuro risponderebbe, in maniere molto diversa. La suoneria del mio cellulare mi riporta sul pianeta terra e, osservo il display illuminarsi. Il nome di Giuliano è impresso sopra e sorrido al pensiero che si stia preoccupando per me. «Ehi straniero»

Sono così contenta di sentirlo ma, il suo tono scontroso mi fa pensare che non siamo dello stesso parere. «Dove sei?» Mi mordo il labbro, immaginandolo dall'altra parte del telefono, con un cipiglio in volto arrabbiato.

Sono tentata nel dirgli che, sono con suo fratello ma credo che già lo sappia. «Perché questa domanda se, conosci già la risposta?» Lo sento sbuffare ma, non proferisce parola. «Giuliano so che ti preoccupi per me ma, sto bene.»

Sto bene?

È una delle tante domande che mi pongo e, al quale non ho lacuna risposta.

Sto bene, sul serio?

Fisicamente sì.

Emotivamente...Ho come l'impressione di camminare sul bordo del tetto di un grattacielo. Non ho alcuna scelta se non quella di saltare e, al di sotto dei miei piedi c'è solo un immesso buio.

«Non mi preoccupi tu ma, qual bastardo di mio fratello. Alexander è diverso da noi, lui...» Fa una breve pausa e, lo sento sospirare. Credo che stia trovando il termine giusto per dirmi: 'non innamorati di lui, è me che dovrai sposare. '

«Alexander non mi farà del male e poi, farà bene anche a me cambiare aria, no?»

«Solo...stai attenta.» Sorrido davanti alla sua preoccupazione. Non so davvero se Giuliano si meriti tutto questo. Alexander ed io, ci vediamo alle sue spalle e, se dovesse scoprirlo uccidere lui e, odierebbe me. Non voglio aumentare l'astio tra i due e, devo stare attenta anche a cosa faccio.

Non so come ma, i Morrison sanno sempre dove sono e con chi. «Starò attenta. Ci vediamo a casa.» È la prima volta che chiamo quella reggia 'casa'. Forse perché ho imparato a conviverci, il calore delle stanze e, la sua storia ad un tratto mi mancano. Involontariamente sto costruendo qualcosa tra quelle mura, vivo delle emozioni che mi fanno sentire viva. Più di quanto lo sia stata nei miei anni di vita.

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