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Sento il vento sfiorarmi i capelli e le guance, come se fosse una morbida mano che mi accarezza dolcemente.
L'odore di salsedine punge il mio naso e schiarisce la mente.
Apro gli occhi lentamente ammirando lo spettacolo che ho davanti;
Una distesa completamente blu.

Ho sempre avuto una forte attrazione per il mare e per tutto ciò che è, amo quando inaspettatamente si trasforma in tempesta ed è in grado di ribaltare completamente chiunque si creda padrone di esso,
ma amo anche la tranquillità e la dolcezza che può trasmetterti cullandoti attraverso le proprie onde.

Anche il mio nome ha a che fare con l'acqua:
Infatti mi chino dafne, nome di una ninfa associata prevalentemente ai corsi d'acqua dolce e al mare.

Mentre mi godo questo ultimo pomeriggio di spensieratezza al mare sento una voce che mi catapulta nel mondo reale: quella della mia amica Sarah.

<vedi di muoverti Daffi o ti butto in acqua> mi minaccia sorridente
<ecco, due secondi fammi rimettere le ciabatte!> le rispondo

Saluto mentalmente e con il cuore il mare; adesso che inizia il nuovo anno scolastico so per certo che avrò pochissimo tempo da dedicare alla mia spiaggiola preferita.
Anzi ora che ci penso devo anche fare lo zaino e preparare i vestiti per domani!

Raggiungo in fretta la mia amica già pronta da diversi minuti.
<c'è ne hai messo di tempo eh?> ridacchia divertita
<sai che odio gli addii> mugolo con una faccia triste
<ma questa spiaggia sta a dieci minuti da casa tua, puoi tornare quando vuoi!> spalanca le braccia esasperata costretta a sorbirsi ogni anno questa scenetta melodrammatica.

<sai anche tu che non sarà lo stesso, e poi come se non bastasse quest'anno avremo delle ore scolastiche in più e questo non fa che togliermi tempo e energie!> rispondo fingendo un mancamento

<dai su che sono stanca, domani potrai parlarmi quanto vuoi di tutti i tuoi problemi, durante l'ora della dickens!>
Esclama con il suo sorriso furbetto.

<Si certo come no, de quella ci becca ci taglia le dite a pezzettini! A domani pidocchio!>
<a domani Daffi!>

Ora non mi resta che incamminarmi per tornare a casa e preparare le cose per domani.
———————

Arrivata a casa noto che non c'è nessuno, butto le chiavi sul mobiletto all'entrata e mi dirigo al piano di sopra in doccia.
Mi lascio completamente avvolgere dall'acqua tiepida e dal bagnoschiuma al cocco e alla ciliegia che adoro sin da quando ero piccola.

Esco dal box doccia avvolta in un asciugamano soffice e decido di aprire la finestra della camera per far uscire un po' di vapore, ma mi blocco vedendo ciò che avrei preferito alla gran lunga rimandare il più possibile.

Una figura alta e imponente voltata di schiena si sta infilando una maglia, presumo del pigiama.
Ma che cavolo...no.
Ti prego Dio dimmi che non è chi penso.
Non può essere lui, assolutamente no!
Se ne era andato e non avevano accennato a nessun ritorno i suoi genitori...
La figura finalmente si volta e prima che mi becchi fissarlo chiudo la finestra di scatto.

Era tornato.

Dopo 3 anni di assenza il mio incubo era tornato in città.

Dylan Blake.
Il mio vicino di casa.
Il mio incubo d'infanzia.
La mia rovina.

Erano anni che non lo vedevo, si era trasferito per motivi misteriosi dopo una lunga notte.
Ricordo ancora quella serata: piatti rotti, urla, pianti e imprecazioni, poi d'improvviso il giorno dopo mia mamma mi aveva comunicato che se ne era andato e io non mi ero mai sentita cosi felice.
Potrei scrivere un lungo libro su tutti i dispetti e i problemi che mi ha creato.

L'ultima volta che lo avevo visto era un ragazzino insolente e maleducato con degli occhi capaci di incutere timore anche agli adulti.
Dylan aveva questa capacità di soffocarti con uno sguardo, indipendentemente dall'età che avesse.
Mi ricordava un'onda soffocante:
Intesa schiacciante e inarrestabile.
Ho sempre avuto paura di lui, e lui ha sempre amato rendermi la vita difficile non perdendo l'occasione di prendermi in giro davanti ai suoi stupidi amici.

Ironia della sorte ero costretta a vederlo molto spesso vista la vicinanza delle nostre case e l'amicizia dei nostri genitori.
Certo i miei non erano amici da una vita con i suoi, ma avevano stretto un buon rapporto con tutto il vicinato particolarmente tra loro visto la poco differenza di età tra me e lui.
Scuoto la testa come a scacciare questi vecchi ricordi, e mi torna in mente ciò che dovevo fare, così tiro fuori dei jeans e una magliettina bianca.
Faccio le zaino e mi infilo sotto le coperte, e mentre penso a mille modi per evitare Dylan nei prossimi giorni mi addormento.
——————————
Il rumore fastidioso ed assordente della sveglia mi da uno schiaffo e mi catapulta nella realtà.
Oggi sette settembre è il primo giorno di scuola del penultimo anno.
Speravo che questo momento tardasse il più possibile ma ormai è arrivato.
Mi vesto e mi metto un po' di mascara correttore e ovviamente il mio amato gloss alla ciliegia.
Scendo di fretta le scale con lo zaino già fatto e mormoro un buongiorno ai miei amati genitori; Jolene e Stephan.

Si, papà ha la versione maschile del nome di mia sorella.
Questo perché appena nata tutti non hanno fatto che notare e sottolineare la somiglianza fra loro perciò hanno deciso che lei sarebbe stata la sua copia mini al femminile in tutto e per tutto.
Papà mi stampa un bacio sulla tempia e mi augura una buona giornata di scuola mentre prepara la borsa per andare a lavoro mentre mamma è intenta a prepararmi fette biscottate con marmellata di albicocche e caffè macchiato.

<dormito bene amore?>
<si perfortuna> biascico stiracchiandomi mentre mi lascio investire dall'odore bruciacchiato del pane.
<pronta per questo prima giorno di scuola?> domanda rivolgendomi un sorriso entusiasta.
<diciamo che avrei preferito rimandare ma si dovrà pur iniziare> commento mentre sbadiglio.

<mamma per caso è tornato Dylan?> domando ad un tratto catapultandomi nella realtà.
Fino all'ultimo secondo spero si tratti solamente di una visione o meglio ancora di un brutto sogno ma...

<oh si cara, mi ero scordata di avvertirti che il suo soggiorno dagli zii è terminato ed è pronto a finire il suo ultimo anno qua>

Merda.

Mamma ha sempre avuto un debole per quel diavolaccio, sin da piccolo ha sempre suscitato tenerezza e simpatia nei miei genitori.
Nonostante sia un anno più grande di me non ha mai dimostrato più maturità, ma mia madre continua a pensare sia un bravo ragazzo.
Mi alzo da tavolo con l'umore già a terra. Non gli ho nemmeno rivolto la parola e già mi da problemi.

<okey, finisco a preparami e vado, buona giornata ci vediamo dopo> la saluto mesta.

Si prospetta un anno interessante.

𝐒𝐞𝐚 𝐞𝐲𝐞𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora