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Il mattino sembra essere più dolce del solito, sarà perché dalla finestra esce una luce tenue del colore delle arance o semplicemente perché domani è la vigilia di Natale!

Mi stiracchio sentendo le ossa scricchiolare ad ogni movimento, riluttante abbandono il calore del letto avviandomi con tranquillità al bagno.
Mi sciacquo il volto resistendo all'acqua gelata e inizio a cambiarmi.
Infilo delle calzamaglie nere e una gonna plissettata del medesimo colore che mi arriva a metà coscia.
Indosso la mia solita camicia che profuma di ammorbidente e sopra il maglioncino nero con scollo a V della nostra scuola.
Il regolamento parla chiaro: "bisogna sempre indossare almeno un capo fornito dalla scuola".
Tradotto= portare almeno un capo in cui ci sia lo stemma della scuola.
Infilo gli stivali che mi arrivano sotto al ginocchio e poi passo al trucco.
Oggi voglio essere carina, è l'ultimo giorno di scuola e si da il caso che la sottoscritta sia di buon umore.

Mentre mi pettino i capelli mi perdo nei ricordi della sera precedente.
Devo essermi addormentata visto che non ricordo quando se ne sia andato...
È stata comunque una piacevole serata e considero una piccola vittoria il fatto che si sia aperto, anche se poco, con me.

Finito di prepararmi do un paio di spruzzate con il profumo sul collo e scendo di sotto per fare colazione ma non trovo nessuno.
La cucina è immersa in un silenzio rilassante, si sentono solo gli uccellini che cinguettano in coro.
Dalla vetrata spicca il sole circondato da aloni di colori caldi che giocano tra di loro sovrapponendosi con delle nuvole soffici.
Dopo aver ammirato per qualche secondo il panorama e aver scattato qualche foto decido che farò colazione al bar vicino a scuola.

Fortunatamente mamma mi ha lasciato le chiavi della macchina e non devo elemosinare nessun passaggio.
Dopo essermi imbacuccata per bene con un cappotto pesante, guanti, sciarpa e cappello esco da casa strizzando il naso per l'aria pungente di dicembre.

Butto lo zaino in macchina affrettandomi ad entrare per evitare di diventare un ghiacciolo.
Accendo i riscaldamenti e parto per scuola.
——————
Dopo la prima ora sono già al secondo caffè.
La mega tazza che ho ingurgitato questa mattina insieme al bignè al cioccolato non è bastata, ma d'altronde non mi aspettavo niente di diverso.
Non c'è niente di peggio di avere alla prima ora matematica, sopratutto quando hai in classe con te Dorothy che non fa altro che interrompere la lezione per chiedere al professore di andare in bagno.
Dio che tortura!

Arranco fino all'armadietto inserendo il codice per prendere i libri per l'ora seguente, mentre apro però noto qualcosa attaccato sulla parte interna dell'anta.
Si tratta di un post-it di un giallo scialbo, con sopra una scritta fatta a matita.
Avvicino il foglietto alla faccia strizzando gli occhi per leggere bene:

"𝙻𝚊 𝚐𝚘𝚗𝚗𝚊 𝚎̀ 𝚝𝚛𝚘𝚙𝚙𝚘 𝚌𝚘𝚛𝚝𝚊 𝚊𝚗𝚐𝚒𝚘𝚕𝚎𝚝𝚝𝚘,
𝚏𝚊𝚒 𝚕𝚊 𝚋𝚛𝚊𝚟𝚊..."

Ripiego il foglietto velocemente cacciandolo in tasca pregando che nessuno lo abbia letto.
Do un'occhiata veloce alla mia gonna ben stirata; okey che sono cresciuta e non è lunghissima, ma non credo nemmeno che sia esageratamente corta!
Saetto con lo sguardo verso l'armadietto di Dylan che però è chiuso a chiave, giro la testa dall'altro lato dell'immenso corridoio che finisce nella sala della mensa e in un angolino circondato dai suoi amici c'è il sottoscritto che mi sta guardando da lontano con un ghigno stampato in faccia.
Porta dei jeans leggermente larghi neri e la camicia della scuola stropicciata.
I muscoli sono a dir poco perfetti e mettono a dura prova il tessuto della camicia.

Scuoto il capo tentando di nascondere il sorriso che preme per uscire dalle mie labbra.
Nel corridoio c'è un gran baccano, è pieno di ragazzi che vanno avanti e indietro ma non riesco a sentire altro che il mio cuore che batte all'impazzata mentre Dylan si passa la lingua sul labbro inferiore squadrandomi le gambe.
Sono pronta a sciogliermi sotto il suo sguardo quando vedo una mano vagante che si muove con enfasi.
Mi volto confusa, arricciando le sopracciglia e strizzando gli occhi per riuscire a vedere meglio.
Paul mi sta salutando con un sorriso mesto accompagnato da un'aria confusa.
Lo saluto imbarazzata rendendomi conto che lui ovviamente non sa nulla di me e Dylan perciò credeva che i miei sguardi fossero rivolto a lui.

𝐒𝐞𝐚 𝐞𝐲𝐞𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora