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Durante la prima giornata ci siamo divertiti tantissimo.
Ci hanno fatto girare per le strade di New York in completa autonomia.

Stare con Kim Sarah e Rosy mi ha davvero fatto bene, avevo la testa libera da ogni pensiero e le mani piene di buste.
E poi oh...credo di aver mangiato l'hot-dog più buono della mia vita e se ci ripenso mi sembra di poter sentire ancora il sapore.

Oggi però devo ritornare con i piedi per terra: stiamo andando tutti alla New York's Dance Academy per il nostro primo "colloquio" con i ballerini.

Per l'occasione ho optato per dei jeans e un maglioncino color rosa pastello.

Mi sistemo i capelli dietro le orecchie mentre scendo dal bus stracolmo di ragazzi.
Mi faccio da parte insieme al mio gruppo mentre ne vedo arrivare altre cinque.

Dopo varie raccomandazioni e minacce da parte dei professori, riusciamo ad entrare all'interno dell'Accademia e ciò che mi si para davanti mi fa rimanere senza fiato.

Una scala enorme in marmo si erge all'entrata costeggiata da altre due scalinate più piccole.
Ci sono tantissimi ballerini e tecnici che salgono e scendono, alcuni con la tuta, altre in tutù e altri ancora in calzamaglia.
Si respira un'aria di creatività, passione e teatro.
Sopra le nostre teste ci sono dei lampadari straordinari, stracolmi di diamanti e vetrini e ai lati delle pareti, disegni ottocenteschi degni di un museo.
Qua e là ci sono anche dei poster che raffigurano balletti e spettacoli passati, come La bella Addormentata, L'Histoire de Manon, Il lago dei cigni è molto altro.

<allora ragazzi, ora andremo nelle tribune del teatro principale, mi raccomando silenziosi e tutti in fila> urla una professoressa.

Percorriamo la scalinata tutti insieme, immersi in un religioso silenzio, si sentono solo pochi sussurri e qualche risatina soffocata.

Dopo innumerevoli corridoi ci ritroviamo nel teatro vero e proprio.
Una serie infinita di poltroncine color cremisi trapuntate si spande per tutto l'edificio; sia al centro che lateralmente sui vari piani.

Una coppia di donne si avvicina ai nostri professori con i quali iniziano a parlottare e gesticolare.
Mi accomodo sulla platea centrale, afferrando il polso di Kim trascinandola vicino a me.
<non è bellissimo?> sussurro non riuscendo a staccare gli occhi dal grande palco in legno incorniciato da due tende mastodontiche.

<si, non è male> ribatte buttandosi i capelli tutti da un lato.
<non è male? Dio è stupendo...non ci pensi a tutti i gran ballerini che hanno ballato li, su quel palco?>
<no, di solito non ci penso> risponde portandosi alla bocca un chewing-gum.
Sbuffo portando la mano vicino al pacchetto.
<ne vuoi una?> domanda lei guardandomi.
<si grazie> rispondo mentre sento il piccolo quadratino gommoso atterrarmi suo palmo.

Mi volto dietro per vedere se c'è qualche volto conosciuto, ma l'unico che trovo è quello di Charlotte che sta fissando in modo inquietante i capelli di Kim.
<perché Charlotte ti sta fissando?> le chiedo guardando il suo profilo.

Lei si irrigidisce all'istante voltandosi dietro, poi torna a guardare dritto davanti a se, con la bocca serrata e la postura rigida.
Ma che diavolo le prende?

<non ne ho la minima idea> risponde apatica mentre inizia a torturarsi le unghie nervosamente.
Sto per ribattere ma la mia attenzione viene catturata da una voce che conosco benissimo.

Mi volto appena scorgendo Dylan ridere di gusto con Scott e un suo amico magro di cui non ricordo il nome.
Si siede nella platea centrale, quattro file dietro la mia.

𝐒𝐞𝐚 𝐞𝐲𝐞𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora