9

3.5K 75 26
                                    

Dylan pov:

<ma che cazzo?> butto per terra di fianco a me lo strofinaccio pieno di polvere.
Sto pulendo da 1 ora il pavimento dell'aula di musica e continua ad uscire sporcizia.

Come mi sono ridotto!

Avevo anche una faccenda da sbrigare con Trevor ma ovviamente questa stupida punizione ha mandato all'aria l'appuntamento.
Controllo l'orologio appeso al muro.
Sono le 17:00
Tra 1 ora potrò andarmene.

Scatto velocemente in piedi dirigendomi verso il pianoforte.
Ho appoggiato il telefono li prima che arrivasse la rompipalle.

Dafne.

Non so cosa mi sia preso, stamattina nemmeno l'ho vista in giro.
Ha iniziato ad indietreggiare con quel suo sguardo da cerbiatta impaurita è qualcosa è scattato.
Le labbra sembravamo implorarmi di baciarle e non ho resistito.
Mi passo la lingua tra le labbra sentendo il suo sapore inteso alla ciliegia.

Scuoto la testa per ridestarmi da questi pensieri.
Controllo il cellulare e vedo 3 messaggi da Trevor; tutti mi chiedono l'ora e il posto.
Digito una risposta veloce;
18:15 sotto il giardino della scuola.

Per quanto possa sembrare strano il posto è perfetto; non ci sono sguardi indiscreti, i pochi bambini se ne vanno per tornare a casa e ognuno si fa gli affari suoi.

Mi avvicino al pianoforte, appoggiandomi poi successivamente nello sgabellino.
Faccio scorrere il mio sguardo su tutta l'aula percorrendo le poltroncine rosse e le pareti tappezzate di foto di alunni, professori e musicisti talentosi.
Si respira un'aria di..Arte.

Le mie mani si posano delicatamente nei tasti bianchi e inizio a suonare.

Una melodia apre le danze nella mia mente, coprendo con un manto i ricordi, i traumi e tutti le cose che vorrei poterti dimenticare.
Riesco a percepire il profumo alla lavanda di mia nonna, le sue mani rugose ma dolci nella mia guancia e i suoi occhi gentili posati su di me.
Passano secondi, che si trasformano in lunghi minuti.
Orami non do più ascolto alla testa, ma al cuore e alle mie dita che si muovono gentili e dolci.

<Allora come va?>

Mi alzo di scatto buttando lo sgabello a terra.
Sento un tonfo e i miei occhi scorrono sull'Intera stanza per capire da dove provenga; la bidella ha spalancato la porta e in faccia ha un'espressione di puro spavento.
Corre verso di me con quelle gambe corte e poco slanciate.

<cosa credi di Fare ragazzino? Distruggere l'aula??> sbotta guardandomi con un sopracciglio alzato e un'espressione furiosa.

<sei tu che mi hai spaventato> preciso trattenendo a stento un sorriso.
Non riesco a prendere sul serio questo gnomo armato di scopa.

<Dammi del lei ragazzo! E poi vedi di abbassare la cresta> sbotta furiosa mentre si allontana dandomi le spalle con quel ridicolo grembiule cremisi.

<come vuoi tu> sbuffo tra me e me.

Decido di raccogliere lo sgabello e dare un'ultima pulita sopra ad alcuni strumenti ricoperti di polvere.
Raccolgo il cellulare e mi dirigo verso l'uscita, sarei dovuto uscire tra venti minuti ma nessuno si accorgerà della mia fuga anticipata.

Uscito dell'edificio faccio un grande respiro.
L'aria consumata dentro la scuola mi stava facendo impazzire.
Mi dirigo nel retro dei giardini mentre estraggo il telefono dalla tasca per avvisare Trevor.
Uno squillo
Due squilli
Tre squilli

<pronto Blake?>
<si sono io, incontriamoci tra dieci minuti nei giardini del retro della scuola> rispondo distaccato.
<ti fai desiderare?> risponde con un tono tutt'altro che rassicurante.
<no, ho avuto problemi e non ho potuto contattarti prima> ribatto prontamente mentre tiro fuori dalla tasca un pacchetto di sigarette.
<vedi che sia l'ultima volta, sai che posso farti passare l'inferno, non è un gioco questo> sbotta minacciandomi.
<eccomi> rispondo semplicemente.
<sarà meglio per te Blake, controlla che non ci siano altre persone>
<ricevuto, a dopo> e così dicendo attacco la chiamata.
————————————————————

𝐒𝐞𝐚 𝐞𝐲𝐞𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora