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Entro in casa sbattendo la porta violentemente, mentre sento ancora la rabbia scorrermi in tutto il corpo.

<Daf? Tutto bene?> mi volto verso la cucina dove trovo mia madre intenta a tagliare qualcosa di verde, da questa prospettiva non riesco a vedere bene di cosa si tratti.

In volto ha un'espressione di confusione, probabilmente per la mia entrata teatrale.
Faccio un paio di respiri concentrando i miei pensieri su tutto tranne che su un certo ragazzo occhi azzurri e animo dannato.
Mi volto lentamente verso di lei, con un sorriso di circostanza stampato in faccia.

<si mamma, qualche minuto e sarò pronta per la cena, papà dov'è?>

<è in bagno cara, non aspetta altro che questa cena per poter parlare finalmente di Stephany e per favore sii paziente...promettimi solo che cercherai di capirci> sospira appoggiano il coltello sporco sul piano da cucina.

<ci proverò> rispondo buttando fuori un grande respiro.

Anche loro hanno sofferto la sua morte, ma spesso mi dimentico di questa prospettiva visto che sono troppo presa ad avercela con il mondo...

Arrivata in camera mi infilo alla velocità della luce il pigiama comodo per poi sciacquarmi il volto.
Sono distrutta e senza forze e devo fare appello a tutta la mia volontà per non crollare nel letto e rimanerci fino a domani mattina.

Si prospetta una serata tutt'altro che scorrevole e piacevole, come immaginavo non si sono scordati del nostro suddetto appuntamento sugli aggiornamenti riguardo il caso di mia sorella.

Il destino non poteva farmi scherzo più crudele. Perché riaprire il caso dopo tutto il tempo trascorso?

Scendo le scale lentamente, pregando Dio o chiunque ci sia lassù che il gatto della vicina faccia irruzione dalla finestra distruggendo la cucina con una pistola ad acqua...

Okay okay stop!
Sto chiaramente farneticando...e impazzendo.

Arrivata in cucina vedo mio padre seduto sulla sua solita sedia, intento a chiudere una chiamata probabilmente di lavoro.

<Piccola di papà, ti va di sederti?> domanda con un'espressione speranzosa.

<certo> faccio strisciare la sedia controvoglia obbligandomi a sedermi e sforzandomi di non fuggire tappandomi le orecchie.

<vi prego, che sia veloce e il meno dettagliato possibile> sussurro flebilmente.

Lo sguardo di mamma si rabbuia, conscia di quanto mi costi una conversazione del genere. Papà invece sembra ignorare la mia supplica rivolgendomi però la sua totale attenzione.

<Dafne, come sai tempo fa siamo stati contattati dalla polizia postale che dopo aver messo da parte il caso ha deciso di riaprilo per via di nuove prove su cosa successe>

Faccio vagare lo sguardo da lui a mia madre per riuscire a cogliere le loro emozioni, per ora non sta andando così male.

<stanno riuscendo ad accedere al telefono di Stephany rimuovendo quel virus che non ci ha mai permesso di controllarlo pienamente.
Per nostra fortuna, grazie alle nuove tecnologie, riusciremo ad ottenere dei risultati velocemente> sentenzia con una punta di soddisfazione.

Non so quale parte di questo breve racconto trovi soddisfacente visto che stiamo parlando della nostra "rovina" se così si può definire.

Decido però di non interferire, lanciando un piccolo segnale col capo per invitare a proseguire.

<Potrebbero chiamarci da un momento all'altro per informarci che hanno sbloccato il telefono. Per questo dobbiamo tenerci pronti ad andare in centrale e se ovviamente vuoi a venire con noi> termina abbozzando un sorriso stanco.

𝐒𝐞𝐚 𝐞𝐲𝐞𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora