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Infilo la chiave nella serratura e dopo aver sentito il click giro il pomello entrando dentro casa.
Il calore del fuoco acceso mi riscalda immediatamente mentre un sospiro di piacere abbandona le mie labbra.
Appendo il cappotto e il capello nell'appemdiabiti all'entrata, poi senza perdere altro tempo corro in cucina per preparami qualcosa di caldo.

Non so se è una mia impressione, ma sento più stanchezza del solito.

Mentre imbocco il corridoio noto le luci accese in cucina, segno che ci sia qualcuno.
Mi blocco rizzando le orecchie per sentire bene, ma serve a ben poco perché subito la voce di mia madre mi richiama.

<Dafne? Sei tu?> chiede con una calma quasi inquietante.

Il mio sesto senso mi sta dicendo di fuggire in camera, ma il cervello mi dice di restare se non voglio beccarmi un'altra sgridata. Così prendo un bel respiro ed entro dentro la cucina.

<si eccomi> tossicchio appena vedo papà seduto sulla poltrona e mamma appoggiata sul piano cucina con le braccia incrociate.

<hai qualche minuto?> domanda legandosi i capelli in una crocchia disordinata.
Mi guardo intorno, cercando un potenziale indizio di ciò che sta per succedere ma è tutto immacolato come sempre.

Sul fornello bolle qualcosa, a giudicare dall'odore zuppa di fagioli, ma non ne sono ben sicura.
La tavola è spoglia, ed ogni angolo è in ordine: a partire dalle sedie ben posizionate sotto il tavolo, alle riviste sistemate maniacalmente sul tavolino vicino alla poltrona e nel lavandino non c'è traccia di piatti sporchi.

<ehm si> rispondo incerta facendo saettare lo sguardo da papà a mamma.
<siediti per favore> ordina mio padre facendomi venire la pelle d'oca.

Che diavolo sta succedendo...

<è successo qualcosa? Aggiornamenti macabri su Steph?> chiedo incrociando le dita sotto il tavolo.
Magari il problema non sono io...
<no, si tratta di te> ferma ogni mia incertezza mia madre.
<ti prego di non usare quel tono cinico quando parli di Steph> aggiunge mio padre guadagnandosi un'occhiataccia.

<di cosa si tratta?> domando giocherellando con l'anello che porto all'indice.

<secondo te Dafne?> domanda mio padre alzando la voce.
Mi appiattisco contro la sedia appena lo vedo alzarsi furioso e avvicinarsi al tavolo.

<partiamo dalla tua fuga con Blake o allo stalker che ti minaccia da settimane se non mesi?> chiede mentre il suo volto prende un colorito acceso.

Mi congelo appena finisce di parlare, immobilizzandomi come se fossi una statuina. <pensavo ne avessimo già parlato di Dylan...ci siamo addorm->

<cazzate!> urla mio padre appoggiando rumorosamente le mani sul tavolo.
Mi volto verso mamma, che mi guarda delusa avvicinandosi.

<non abbiamo mai preteso niente da te Dafne, solamente sincerità. E cosa veniamo a sapere? Che sei scomparsa per una notte intera a New York, in compagnia di un ragazzo senza aver avvisato nessuno!> urla allargando le narici.

Immediatamente cala un'aria pesante e accesa all'interno della stanza.
Stringo forte le mani tra di loro, cercando di scaricare la tensione in qualche modo.
Papà mi sta fissando dritto negli occhi, con la camicia leggermente aperta e le
maniche tirate su.
Mamma si morde il labbro osservandomi con occhi lucidi e tristi.

Mi mordo la guancia sperando che la situazione non degeneri molto.

<per una volta mi sono lasciata andare> ringhio stringendo i pugni.
<ah quindi è così che ti lasci andare eh? Stando tutta la notte col vicino di casa?> ribatte facendo sobbalzare mia madre.

𝐒𝐞𝐚 𝐞𝐲𝐞𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora