<ho sentito bussare ripetutamente, ma ogni volta che aprivo la porta non c'era nessuno> ripeto per la milionesima volta a Dylan.
<sicura?>Dio che stress questo uomo.
È da circa venti minuti che ripeto questa storia in loop, ed ogni volta trova un modo diverso per chiedermi se mi sia scordata di qualche particolare che potrebbe potenzialmente rendersi "fondamentale".<non siamo nemmeno sicuri che si trattasse di lui, insomma P-> mi blocco all'istante ricordandomi che Dylan non sa nulla di Paul.
<cosa?> chiede interrompendo la sua camminata dentro la mia stanza.
<hai quasi scavato un solco nel pavimento per tutte le volte che ci sei passato> tento di cambiare argomento.<scusami se sono preoccupato>
Abboccato.Un piccolo sorriso di vittoria spinge per uscire dalla mia bocca per esser riuscita a raggirare quella testa calda di Blake, ma sono costretta a reprimerlo se non voglio che mi prende per matta.
<non c'è motivo per cui tu lo debba essere> sibilo lanciando la frecciatina.Sbuffa roteando gli occhi.
<in ogni caso questa storia non mi piace, magari è qui per l'ultimo colpo.
Si è preso del tempo per organizzare il gran finale> sussurra fissando in modo terrorizzato un punto a terra.
Mi alzo dal letto avvicinandomi a lui lentamente.<non devi preoccuparti, non accadrà nulla> lo rassicuro posando la mano sulla sua spalla.
Alza lo sguardo incatenando i suoi occhi ai miei, e posso giurare che per qualche istante qualsiasi preoccupazione, ansia o paura scompare.<come fai a esserne così sicura?> chiede scrutandomi dentro l'anima e sfiorandola con le dita.
"Non lo sono, non lo sono mai stata su nulla" sussurra una vocina interiore come una brezza gelida.<sono ottimista> strizzo l'occhio cercando di mascherare l'incertezza.
<già e io pessimista> ribatte affilando lo sguardo.
<siamo sempre stati opposti infondo> sorrido distogliendo lo sguardo prima che noti il sorriso amaro sulle mie labbra.Mi allontano da lui sedendomi sulla sedia difronte alla toletta.
<allora? Facciamo finta di niente?> chiede senza sforzarsi di nascondere il fastidio.
<si non se ne discute. Non è successo nulla di concreto>
<si ma->
<ma nulla Dylan. Sono veramente stanca, questi mesi sono stati impossibili, devo tenere duro ancora poco e poi potrò dire addio a questa vita> butto fuori tutto d'un fiato stravaccandomi nella sedia.<non vuoi rimanere qua?> chiede storcendo la bocca confuso.
Fisso il soffitto girando sulla sedia ripetutamente come una bambina annoiata.
<non lo so, non so più nulla. Sono cambiate tante cose e non c'è nulla di certo> sorrido rivolgendo lo sguardo verso la finestrella aperta.Il sole caldo splende alto nel cielo, illudendomi che questa possa essere una bella giornata.
<bene, ora dovrei andare, ti serve altro?> chiede Dylan riportandomi coi piedi per terra.
Come siamo passati dal vederci quasi tutti i giorni, dal fare l'amore ad ogni ora, dall' organizzare uscite segrete a questo?
A parlarci a stento e per poco.
A creare questo imbarazzo incolmabile tra noi due?
La verità è che lo so: è il momento di staccarci.Mi alzo dalla sedia controvoglia aprendo la porta della camera <no, scusa se ti ho fatto preoccupare> dondolo sui talloni.
Dylan si avvicina avvolgendomi nella sua nuvola di profumo <bene, allora vado>
<già, ci vediamo> lo saluto.Prende un respiro che pesa più di un masso e senza dire o fare altro se ne va scendendo le scale.
Pochi secondi dopo sono immersa tra i cuscini e le lacrime rendendomi conto di essere arrivata quasi alla fine di questo capitolo.
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Kimberly Pov:
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𝐒𝐞𝐚 𝐞𝐲𝐞𝐬
ChickLitSo che non dovrei accettare e so che non bisogna stringere patti col diavolo... Ma cosa devo fare? Il diavolo non è mai stato così bello. ................................................................. Dafne una ragazza piena di vita e un po' tro...