Capitolo 7

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Sanem

Da quando siamo arrivate al Emerald non ho potuto togliere lo sguardo da un certo stronzo che non fa altro che fissarmi in modo fastidioso mentre io cerco di fulminarlo con gli occhi.

<Coglione> sussurro sotto voce afferrando poi il mio bicchiere per finire il drink che Nuray mi ha costretta di prendere.

<Andiamo a ballare?> chiede speranzosa ed io pressa forse dall'euforia acconsento con la testa per poi alzarci insieme e dirigerci verso la pista.

<Dove è finito Serkan?> chiedo curiosa. Da quando siamo arrivati lui praticamente si e volatizzato senza più farsi vedere.

<Da qualche parte con una ragazza. Ma che problemi ha Can questa sera?> chiede curiosa la mia amica mentre inizia a muoversi a ritmo di musica incitandomi di fare altrettanto.

<Lui ha dei problemi praticamente dalla nascita> rispondo facendo spallucce mentre mi lascio trasportare dalla musica.

<Quando la smetterete voi due di infastidirvi reciprocamente?>

<Penso mai. A proposito, cosa ci fa lui qui?> chiedo curiosa l'attimo dopo.

<Hai dimenticato che Serkan non sa tenere la bocca chiusa? A quanto pare il nostro caro amico ha cantato come un uccellino raccontando i nostri piano a suo fratello e siccome lui ama infastidirti e renderti la vita impossibile ha deciso di venire>

<Questo ragazzo si dovrebbe fare una vita lasciando perdere la mia però> sbotta irritata per poi lasciare Nuray da sola in pista e andare a prendermi qualcosa da bere.

<Cosa ti preparo?> chiede il ragazzo che c'è dietro al bancone e quando sto per aprire bocca per rispondere qualcun'altro mi procede rispondendo al mio posto.

<Dell'acqua> il timbro della sua voce esce in modo duro e più acuta e questo mi fa capire che ha bevuto più del dovuto. È strano come io riesco a capire ogni sfumatura di lui. Il ragazzo che c'è davanti a me lo snobba alla grande ignorandolo continuando però a guardare me spudoratamente e questo suo modo di guardarmi mi mette a disagio.

<Tekin andiamo fuori?> chiedo dal nulla sorprendendo persino me stessa e senza aspettare una risposta da parte sua mi dirigo verso l'ingresso per poi uscire fuori dal locale. Non mi piace quando beve troppo, diventa più irascibile del solito, freddo e se istigato diventa violento.

<Che c'è bambolina avevi paura che facevo a botte con quel coglione?> ridacchia senza un vero motivo mentre mi incita con lo sguardo di dirigerci verso la spiaggia.

Avevo paura che ti avresti fatto del male, lo penso solamente senza avere il coraggio di ammetterlo.

<Aspetta mi devo togliere i sandali> faccio per abbassarmi con l'intento di slegare il cinturino ma lui mi procede sorprendendomi quando si abbassa slegando così i miei sandali.

<Non mi piace quando ti ostini a compiacere a quella stupida amica che hai> borbotta in modo impacciato mentre mi fa alzare di poco un piede alla volta per togliermi del tutto le mie scarpe con il tacco.

<Io non...>

<A te non piacciono affatto queste maledette scarpe> afferma sicuro di se sorprendendomi nuovamente. Sappiamo così tante cose uno dell'altro ma ci ostiniamo a fare sempre finta di niente, perché?

<Come stai?> chiedo dopo un lungo silenzio da parte di entrambi mentre mi siedo sulla sabbia.

<Domanda di riserva?> sbuffa in modo nervoso mentre si siede accanto a me. So che in realtà questo tono non è rivolto a me ma bensì al suo stato d'animo.

<Come va con il lavoro?> domando cercando di cambiare discorso. Sua madre Damla detiene una importante impresa di profumi molto conosciuta e Can dopo aver studiato per anni finalmente è diventato amministratore delegato della Sanem Corporation. Fa strano sapere che il mio nome è uguale ad un profumo molto famoso ma questa azienda c'era già molto prima che io nascessi e poi il nome Sanem significa idolo o bella donna quindi molto probabilmente per questo Damla ha scelto questo nome, magari avevo pensato di fa sentire le donne belle anche attraverso un profumo.

<Davvero ti interessa?> chiede forse incredulo mentre lo sento girarsi verso di me per guardami ed io come un richiamo compio il suo stesso gesto girandomi verso di lui per guardarlo. Ho sempre adorato questi momenti complici fra di noi ed era da tanto che non succedeva. Lo so che si è avvicinato a me solo per il giorno di ieri ma qualsiasi fosse la sua motivazione non mi importa perché mi era mancata questa tranquillità che riesco a sentire ogni volta che stiamo vicini e forse non saprei dare un nome al nostro rapporto ma di una cosa sono sicura, per quanto cerchiamo di evitarci ci saremmo sempre uno per l'altro proprio come ora quando lui ha maggiormente bisogno di me, della mia presenza e del mio silenzio perché non sempre c'è bisogno di grande parole per capire l'altra persona, a volte basta guardare con gli occhi dell'anima per comprendere perché se la bocca sa omettere la verità lo sguardo no.

<Io ti odio sai?> sussurra a bassa voce mentre abbassa lo sguardo per non farmi leggere la verità di questa bugia.

<Non dovresti farlo, io non c'entro niente> confesso a voce alta quello che per tempo ho solo pensato senza avere il coraggio di dirglielo.

<Non ti odio per quello Sanem, non più>

<Penso proprio di non capire Tekin> ammetto confusa mentre l'occhio mi cade sulle sue mani che tortura fra di esse in modo nervoso.

Lo vedo alzare di poco la testa guardandomi di sottocchio e poi, poi non so come si avvicina a me in modo troppo veloce mentre le sue labbra toccano le mie prima in modo dolce in un bacio a stampo,innocente, ma l'attimo dopo la sua bocca si impossessa della mia bocca in modo bramoso mentre la sua lingua si fa spazio fra le mie labbra cercando la mia si lingua.

<Non posso> sussurro piano dopo averlo allontanato da me. La risata isterica che fa arriva alle mie orecchie in modo tagliente come se stessi cercando di disprezzare l'attimo di prima.

<Sono solo ubriaco bambolina> continua a ridacchiare mentre lo vedo alzarsi all'impiedi puntando poi lo sguardo verso il mare dandomi le spalle.

<Ed io non voglio essere un rimpiazzo> sussurro amareggiata e con il silenzio più totale mi alzo anche io ma per allontanarmi da lui iniziando a correre lungo la spiaggia mentre sento gli occhi pizzicare.

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