Capitolo 11

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Can

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Can

L'ultimo incontro che ho avuto con Sanem mi ha turbato parecchio. Da quando l'altra sera la vidi rientrare tardi mi sono imposto di seguirla e scoprire cosa combina la notte. Il mio potrebbe anche sembrare un comportamento da stalker però la verità è che mi preoccupo per lei. Non avrei mai immaginato che lei cantasse in un locale così come sono rimasto sorpreso quando ho sentito quella canzone che parlava forse di un amore non corrisposto, di un sentimento folle che la opprimeva in tutto e per tutto e sentire la tristezza con quale cantava mi ha fatto sentire un peso all'altezza del cuore dandomi il colpo di grazia quando il suo viso è stato bagnato da quelle lacrime che lei non sapeva versare.

<Come stai tesoro?> chiede mia madre appena varca  la porta del mio ufficio venendomi incontro.

<Bene> più o meno vorrei dire ma decido di tenere questo commento solo per me.

<Come è andato il viaggio in America?> chiedo curioso decidendo così di cambiare anche discorso, anzi di incrinare la conversazione su qualcosa che non mi riguarda.

<Oh benissimo, New York e favolosa e poi sono riuscita a concludere un grande affare con gli americani> ammette fiera di se mentre inizia a raccontarmi tutto quello che ha visitato, o ristoranti in cui ha mangiato e persino dove ha fatto shopping però per quanto cerco di restare concentrato su di lei non posso, no quando la mia mente è invasa da quella piccola ragazza dagli occhi castani.

<Can, tesoro, mi senti?>

<Si mamma stavo pensando a...> a Sanem vorrei dire ma mi fermo quando vedo mia madre guardarmi accigliata.

<Devo fare un bilancio d'esercizio e poi dobbiamo presentare il nuovo progetto che avevamo in mente> farfuglio le prime cose che mi vengano in mente. Davvero stavo per dire a mia madre che i miei pensieri sono rivolti a Sanem? Scuoto la testa come per cercare di togliermela dalla testa mentre sposto lo sguardo sul computer davanti a me. Devo riprendermi cazzo, da un qualcosa che ancora devo metabolizzare. Lei mi piace veramente, cazzo.

<Devo andare> sbotto l'attimo dopo alzandomi dalla sedia e dopo aver afferrato il mio telefono e le chiavi della macchina esco dall'ufficio dirigendomi poi fuori per andare nell'unico posto che in questo momento possa darmi delle risposte.

<Sei bellissima sai?> confesso a Sanem mentre le sfioro la guancia accarezzando la sua pelle così morbida.

<Sei solo ubriaco e anche addolorato> ridacchia senza un vero motivo o magari perché brilla, come me.

<Ho sempre pensato che tu fossi bella e ad oggi lo sai ancora di più> sussurro sulle sue labbra.

<Sei confuso Tekin, io non sono lei e mai lo sarò> ammette quasi dispiaciuta mentre cerca di sfuggire al mio sguardo.

<Lei non c'entra bambolina, non ora. In questo momento io penso a te> confesso sincero come non mai per poi buttarmi sulle sue labbra e baciarla per la prima volta e forse non ho mai provato una simile sensazione neanche con colei che mi ha distrutto.

Un piccolo flashback mi torna in mente mentre guido come un pazzo per arrivare più velocemente alla destinazione. Come ho potuto dare per scontato quello che quella sera Sanem è stata in grado di farmi provare? Scendo dalla macchina dirigendomi verso casa sua è una volta davanti suono interrottamente il campanello di casa.

<Un attimo. Arrivo. Ho detto un attimo!> la sento urlare smette più forte e quando apre la porta di casa rivolgendomi uno sguardo assassino io come un cretino sorrido.

<Ma che problemi hai?> sbotta contro di me mentre continua a guardarmi male.

<Tu mi piaci e ho capito che mi sei sempre piaciuta. Quando a 17 anni ho provato quella attrazione verso di te tutto mi sembrava così sbagliato che per opprimere quella emozione sono andato a cercare altrove e ho trovato Sevda che mi ha dato amore, mi ha fatto provare quelle sfumature che quel sentimento possa regalarti, mi è entrata così dentro che mi ha fatto dimenticare persino di quella attrazione che provavo per te, almeno era quello che io pensavo o forse speravo. Ti ho tenuta lontana perché volevo credere in quel amore che lei mi regalò e ho creduto di amarla così tanto che con la sua morte mi sono spento pure io. Ho sentito un grande vuoto e lo sento tutt'ora, però ora ho capito che il vuoto, questo vuoto che mi divora è causato da te. Ho cercato di sfuggirti mentendo me stesso, te e anche Sevda ma ho capito che in realtà io sono sempre stato attratto da quella bambolina dagli occhi castani che mi ammaliò 10 anni fa> confesso per la prima volta a voce alta quello che stupidamente ho cercato di respingere.

<Non, tu non puoi, cioè...> balbetta forse scioccata senza sapere cosa dire mentre i suoi occhi tra un po' escono pure dalle orbite per la sorpresa.

<Non puoi prendermi in giro> sussurra piano mentre la vedo abbassare lo sguardo e a questo suo gesto io sento una strana fitta al cuore. Sono stato io a ferirla e questo già da tempo.

<Non potrei mai farlo>

<Lo hai fatto Tekin. Stupidamente quella sera anche se eravamo ubriachi io ti ho dato tutta me stessa regalandoti ogni centimetro di me. Sapevo che non potevo competere con lei ma in quel momento lasciarmi andare, fare l'amore con te mi era sembrato così giusto e giuro che non mi sono mai pentita neanche il mattino seguente quando tu ti sei pentito facendo finta di niente. Non potevo pentirmi di una cosa bella ma mi hai fatto sentire sbagliata e questo credimi mi ha fatto veramente male. Non ho mai avuto nessuno pretesa Tekin perché sapevo che nel tuo cuore c'era lei e nonostante il tuo comportamento io sono sempre rimasta accanto a te raccogliendo le tue briciole. Non hai il diritto di prendermi in giro in questo modo!>

<Il mio sbaglio più grande è stato quello di respingere le mie emozioni> ammetto per niente felice. Per troppi anni sono stato cieco credendo in un amore sbagliato.

<Tekin io...>

<Quando 5 anni fa abbiamo fatto l'amore su quella spiaggia anche se eravamo ubriachi io ho sentito qualcosa di magico, qualcosa fra di noi di così forte che ho avuto paura. Non mi sono mai pentito di quella sera però sul momento avevo pensato di aver tradito la donna che avevo amato senza rendermi conto di ferire l'unica che il mio cuore in realtà ha sempre voluto. Ho sbagliato tanto Sanem e di questo mi rendo conto forse troppo tardi ma tu mi piace, sei un pensiero fisso nella mia mente già da tempo, dovevo solo aprire gli occhi> confesso mentre lentamente mi avvicino per cercare un contatto con lei.

<Tu non sai quello che dici> sussurra con la voce incrinata mentre cerca di non fare scivolare quelle lacrime che hanno riempito i suoi occhi.

<Il fatto che tu compi il compleanno nello stesso giorno che lei è morta non è colpa tua. Per me era più semplice incolparti e non sai quanto mi dispiace perché in realtà io non ti ho mai odiata per davvero> la mia mano si muove in modo automatico asciugando con il pollice le sue lacrime che per colpa mia sta versando.

<Non è così semplice come credi Tekin. Io non posso fidarmi> sussurra amareggiata mentre cerca di allontanarsi da me e questo suo gesto in qualche modo mi spezza facendomi capire che forse per troppo tempo ho tirato la corda e ora nulla si può più salvare.

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