Capitolo 37

883 89 18
                                    

Sanem

<A cosa pensi?> chiede Can a bassa voce lasciando poi un bacio nei capelli. Ho capito una cosa di Can, lui cerca sempre un contatto con me, in ogni circostanza e in qualsiasi modo. I piccoli baci, le carezze, le prese di mano, il sfioramento, contatto visivo, tutto, lui ha il costante bisogno di toccarmi, di guardarmi come se si volesse assicurare che sto bene, che ci sono e questa cosa mi piace perché mi fa capire quanto lui mi ami, quanto si preoccupa per me.

<Penso a come abbiamo resistito tutti questi giorni senza vederci> confesso sincera mentre per la prima volta dopo tanto tempo la mia mente è tranquilla.

<Non voglio più separarmi da te> sussurra al mio orecchio mentre continua a stringermi forte al suo petto. Dopo l'incontro di ieri con Serkan e Can ho chiesto a mio marito di restare, sarebbe stato inutile continuare a fingere soprattutto quando ho capito che per scoprire la verità in questo caso mi devo esporre.

<Neanche io>

<Si può avere un attimo di tregua?> chiede Can in modo ironico quando il mio telefono inizia a squillare.

<Serkan sarebbe l'ora che ti trovassi una ragazza non puoi rompere così presto la mattina> blatero le prime cose che mi vengano in mente ma che pensando le penso sul serio. Questo ragazzo ha bisogno di trovarsi qualcuna che lo tenga impegnato.

<Ho fatto il turno di notte alla centrale e se verrò arrestato sarà per colpa tua quindi sta zitta e ascoltami> borbotta a bassa voce.

<Cosa hai combinato?> chiedo preoccupata mentre mi alzo dal letto. Ho il brutto vizio di camminare avanti e indietro quando sono ansiosa e in questo momento sentendo quelle semplici parole mi hanno reso nervosa.

<Diciamo che ho aperto file che non avrei dovuto ma che mi hanno aiutato a ricevere delle informazioni>

<Serkan! Parla dannazione e non fare questo giro di parole> sbotto infastidita, al mio adoro amico piace molto giocare con i miei nervi.

<Non c'è stato registrato nessun incidente mortale 24 anni fa Sanem però qui mi risulta dall'indagine che Salma e Ismail Özdemir sono morti 19 anni fa ma non in un incidente stradale>

<In che senso? Io non capisco> riesco a farfugliare mentre il cuore dentro la gabbia toracica inizia a battere fortemente.

<C'è Can lì con te?>

<Mhmh> mugolo solamente cercando di fare ordine nella testa per colpa della confusione che ho in questo momento.

<Dal rapporto che ho trovato i tuoi genitori sono morti per inalazione di monossido di carbonio>

<Io, io...> certo di formulare una frase sensata senza riuscire però. In questo momento persino la voce si è ritirata mentre il mio cuore è stato pugnalato per l'ennesima volta. Quante bugie dovrò scoprire ancora?

<Io non so cosa diavolo sta succedendo Sanem ma niente di quello che sai è successo realmente, almeno una buona parte. Bahar così come tua zia ti hanno mentito e non so a quale scopo>

<E se, se c'entrassero loro?> chiedo perplessa la prima cosa che mi viene in mente.

<Cosa sta succedendo?> chiede Can preoccupato dopo avermi raggiunto però io l'unica cosa che faccio e fargli segno di aspettare.

<Yeliz è tua zia Sanem, era la sorella di tua madre perché mai avrebbe fatto una cosa del genere?> chiede forse sconvolto dalla mia accusa.

<Pensa Serkan, Yeliz è stata condannata ma lei sostiene che ha dovuto pagare per un qualcosa che non ha fatto, chiede a Bahar di portarmi lontana per proteggeremi da Damla che a detta sua è stata lei a causare tutto ciò ma ora niente ha più senso. Se i miei sono morti 19 anni fa significa che io ne avevo 5, perché non ricordo niente? Perché Bahar mi ha mentita dicendomi che i miei genitori sono morti quando io ero una neonata, perché ha mentito sulla loro morte? Ci sono troppe cose che non tornano, e poi...>

<Calmati Sanem> la voce di Can arriva alle mie orecchie in modo ovattato interrompendo il mio discorso. Strappa il telefono dalle mie mani per poi sbraitare contro Serkan mentre la mia mente cerca di trovare una motivazione a tutto cioè.

"Nessuno dovrà sapere di questa casa, altrimenti loro capiranno.

Un giorno capirai."

"Ti hanno raccontato la fiaba della buonanotte coccinella?"

"Non mi interessa di mia sorella, no quando ho scoperto che quella famiglia ha rovinato la vita di mia figlia"

"Avevi un compito Bahar, far innamorare quei due per trovare qualcosa contro Damla"

"La povera e ingenua Bahar che non ha potuto avere figli si è affezionata a una ragazza che realmente non ha nessun legame con lei"

"Il mio lui si chiamava Umut e ci conoscevamo praticamente da sempre, compagni di scuola, migliori amici, persino l'università l'abbiamo fatta insieme"

Piccoli flashback si fanno spazio nella mia mente facendomi capire finalmente.

<Non può essere> sussurro sconvolta al mio stesso pensiero. E se così fossi? Mi domando mentalmente mentre mi porto le mani nei capelli con fare disperato. Guardo di sfuggita Can che lo trovo ancora intento a parlare al telefono.

<Cosa ha questa casa di così misterioso?> chiedo a bassa voce parlando con me stessa. Dopo la prima volta che ho messo piede qui dentro la curiosità fu tanta e quindi la parte da scout che vive in me mi ha portato a curiosare in ogni angolo della casa, ho guardato le stanze che per la mia sorpresa erano molto curare così come il resto della casa, il giardino, persino il garage dove c'erano scatoloni con tante cose ancora da spacchettare. Inizialmente avevo pensato che magari i miei genitori avessero acquistato questa casa per poi abitarci quindi automaticamente mi domando, dove abitavamo prima?

A piccoli passi mi dirigo verso l'ingresso aprendo lentamente la porta e uscire fuori non prima di aver afferrato le chiavi della macchina. In questo momento non sono sicura di niente, però ho solo una certezza. So chi mi dirà la verità ed io sono diretta a casa sua in questo momento.

Amore a primo sguardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora