Capitolo 12

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Sanem

<Cosa ti preoccupa bambina mia?> chiede la nonna in modo dolce mentre accarezza lentamente i miei capelli

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<Cosa ti preoccupa bambina mia?> chiede la nonna in modo dolce mentre accarezza lentamente i miei capelli.

<Sono solo stanca> sussurro piano quasi priva di voce ma soprattutto di forze. Quello che Can mi ha confessato invece di farmi sentire bene mi ha distrutto ulteriormente. Può una persona respingere i propri sentimenti prendendo in giro non solo se stessi ma anche altre persone?

<Cosa ti turba?> insiste nuovamente la nonna cercando in qualche modo di farmi tirare fuori quello che mi turba. E come glielo spiego quello che sento, quello che il mio cuore vuole ma di cui ha paura.

<Penso che ho preso qualche virus o magari sta per salirmi la febbre> rispondo facendo spallucce cercando di essere credibile.

<Oddio allora dovrò farti il mio amatissimo brodo di pollo. Senti tu non ti muovere va bene? Io scendo giù preparo il brodo e vengo> si alza dal letto euforica per poi uscire dalla mia stanza lasciandomi finalmente sola con i miei pensieri. Se c'è una cosa che la nonna adora e prepararmi quel orribile brodo di pollo quando mi sento male e anche se in resta fisicamente non ho niente ho dovuto mentire solo per restare appunto da sola. Prendo il mio telefono dal comodino e non faccio in tempo a leggere il messaggio che Serkan mi ha mandato che sento bussare nella finestra e quando vedo la figura del mio amico sbuffo per l'ennesima volta alzandomi poi da letto per aprirla.

<Perché questa finestra ormai la tieni sempre chiusa?> chiede curioso appena mette piede dentro la mia stanza.

<Le persone usano alla porta per entrare sai? Dovresti provare anche tu> rispondo in modo ironico mentre mi vado a sedere nuovamente nel mio letto per poi coprirmi con il lenzuolo nero.

<Cosa ha combinato Can?> chiede sbuffando per poi sdraiarsi accanto a me.

<Ma di cosa parli?>

<Crocchia in disordine e lenzuolo nero, nero come il tuo stato d'anima e ti conosco abbastanza bene per sapere che questo modo di stringere il lenzuolo e solo un modo per cercare rifugio come per nasconderti e lo fai solo quando quel coglione di mio fratello ti tratta male>

<Lui non, cioè lui...senti questa volta non ha fatto niente> cerco di giustificarlo senza un vero motivo, d'altronde l'ho sempre fatto anche quando non se lo meritava.

<Sanem> chiama il mio nome come se volesse dirmi di smetterla e di tirare fuori la verità.

<Ho capito che i miei sentimenti sono molto diversi da quello che pensavo di provare e lui mi ha detto che è sempre stato attratto da me>

<Dio santo, era l'ora non credi?> ridacchia l'attimo dopo la mia confessione lasciandomi confusa.

<Ma di cosa parli?> chiedo incredula mentre decido di liberarmi da quel lenzuolo nero. Lo odio così tanto però Serkan ha ragione, quel lenzuolo lo uso solo quando il mio stato d'animo cambia.

<Eravate gli unici a non rendervi conto che fra di voi c'è un'intesa particolare. Vi cercate con lo sguardo ogni volta che siete nello stesso posto, il tuo viso diventa raggiante così come il suo quando ti vede e ne vogliamo parlare di quel sorriso che hai sulle labbra ogni volta che lui ti parla? Sono anni che vi comportate come due bambini e non avete fatto altro che sprecare il tempo cercando di stare separati> ammette sicuro di se mentre io se possibile resto ancora più allibita nel sentire le sue parole.

<E per la cronaca tu sei sempre stata innamorata di lui solo che non volevi ammetterlo a te stessa solo per non scavarti la fossa da sola. È vero, lui a modo suo ha amato Sevda ma quello non si poteva chiamare amore e comunque prima ancora di lei la ragazza che gli è entrato nel cuore sei stata tu Sanem e per quanto ha cercato di dimenticarti in realtà non l'ha mai fatto>

<Non si possono volere due persone contemporaneamente Serkan>

<Senti Sanem lo so che ti sembra complicato e che magari come ora non ti fidi neanche delle sue parole ma la verità è che lui ha sempre voluto te solo che non è mai stato in grado di ammetterlo a se stesso e quello che ha vissuto con Sevda per quanto si ostina a credere che si trattava di un amore vero in realtà lo ha solo distrutto e non mi riferisco solo al dolore che le ha causato la sua morte>

<Non puoi tirare in ballo le discussioni che loro due avevano> rispondo in modo aspro mentre scendo dal letto. Non mi piace quando si parla di Can soprattutto quando l'argomento è delicato.

<Quando Can ha compito 18 anni chi è stata la prima persona a fargli gli auguri portandomi sotto al balcone una marea di palloncini colorati mentre sul prato con le candele c'era la scritta auguri?>

<Sono stata io> rispondo a bassa voce mentre mordo il labbro inferiore in modo nervoso.

<E Sevda dove era?> chiede con tono freddo però questo suo modo non è rivolto a me bensì a quel ricordo che lo macina da troppo tempo.

<A ballare con un'altro> rispondo in un sussurro quando ripenso alla delusione che Can provò quella sera.

<A natale, per Pasqua, compleanni e feste varie, lei non c'è mai stata Sanem e questo lo sai meglio di me dato che Can voleva parlare solo con te. Lei era presente solo quando si trattava di qualche regalo, di un'uscita mondana oppure per qualche viaggio che lei stessa organizzava costringendo Can a fare qualcosa che non voleva fare. Sevda non c'è stata quando lui ha dovuto fare il trapianto di rene così come non c'è stata quando lui è uscito dall'ospedale quando forse aveva più bisogno di stare circondato dalle persone che veramente lo amavano. Sevda è stata in grado di rovinare l'idea dell'amore insegnando a Can quello che secondo lei era l'amore, i soldi, per lei tutto girava intorno ai soldi e ha saputo fargli il lavaggio del cervello facendogli credere di essere amato e che oltre lei non poteva amare più nessuna solo che il loro non era amore! Quella che veramente si è sempre sacrificata per lui aiutandolo e restandogli accanto sei sempre stata tu Sanem. Dimmi un po' hai mai confessato a Can chi gli ha salvato la vita quando aveva 19 anni?> sbotta incazzato tirando fuori delle verità che non solo fanno ferito Can ma anche me perché vederlo soffrire a me ogni volta sanguinava il cuore ma anche così ogni volta ho saputo di trovare la forza per farlo rialzare.

<Non ha importanza Serkan l'unica cosa che conta è che lui sta bene> sussurro con le lacrime agli occhi al solo pensiero. C'è stato un periodo in cui parlare con Can era impossibile perché il suo unico pensiero era quello di compiacere a Sevda annullando se stesso dimenticandosi anche di prendersi cura di lui e siccome una cosa tira l'altra soprattutto quando si tratta della nostra salute un giorno lui si era sentito male e solo portandolo all'ospedale con la forza avevamo scoperto che aveva un insufficienza renale dovuta alla disidratazione provocandoli dei seri danni ai reni ed io feci quello che era giusto fare, salvargli la vita mettendomi persino contro mia nonna che non voleva che rischiasse la mia vita sotto i ferri, forse per questo ad oggi non lo sopporta perché se la sua convalescenza andò alla grande la mia fu più complicata dato che avevo preso un infezione per colpa dei dottori e con tutto che avevo solo 16 anni avevo messo da parte il mio di dolore solo per andare a casa sua e prendermi cura di lui come meglio potevo. Non ho mai avuto il coraggio di dirgli la verità per il semplice fatto che lui prima di fare quel intervento si rifiutò di vedermi. "Sevda è gelosa di te e non puoi starmi accanto" non fu frase peggiore che le mie orecchie sentirono.

<Tu lo hai sempre amato Sanem, in silenzio, in penombra, sei sempre stata tu e di questo lui si è reso conto solo quando finalmente è riuscito a liberarsi di quel amore tossico> confessa sollevato mentre cerca di asciugarmi le lacrime.

<Io ho paura Serkan> confesso tristemente abbassando lo sguardo. Avere paura e da codardi e se per tutto questo tempo sono stata forte ad oggi la mia corazza è crollata e insieme ad essa anche il mio coraggio.

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