Capitolo 10

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Sanem

Oggi la mia mente è in subbuglio e non fa altro che confondermi ulteriormente è tutto questo succede per colpa di Can e di quel messaggio che stamattina mi ha inviato. Se sono scappata da casa mia è perché sapevo che al suo risveglio si sarebbe pentito anche solo di essersi svegliato nella mia stanza ma con quel messaggio mi ha solo confusa perché non capisco cosa gli sta succedendo. Non ci siamo mai parlati per così tanti giorni di seguito e in più la sua presenza di questa notte è stata strana quanto piacevole.

<Sei pronta tesoro?> la voce dolce di Yeliz interrompe i miei pensieri e quando alzo la testa la vedo stare ferma davanti a me mentre mi rivolge un sorriso altrettanto dolce.

<Si scusami, ero soprappensiero>

<Capita a tutti noi di smarrirci nei pensieri ed è un bene, pensare vuol dire che qualcosa ci tormenta e se è così significa che chiunque fosse presente nella nostra mente è importante se riesce a rapirci>

<A dire il vero ancora devo capire se è un bene o meno> soprattutto se il mio pensiero fisso e Can. Scendo dallo sgabello in cui sono rimasta seduta per troppo tempo dirigendomi poi verso il palcoscenico.

Chi è veramente Can per me? Cosa rappresenta lui nella mia vita, non faccio altro che chiedermelo praticamente da sempre. Involontariamente con la mente torno indietro con il tempo ricordando il nostro primo incontro quando passai per la prima volta il mio sguardo su di lui, su quei occhi castani così profondi e belli, come lui. Lascio i ricordi riaffiorare nella mia mente mentre mi ritrovo a cantare una canzone diversa da quella che mentalmente mi ero preparata. Mi ritrovo così a cantare il suo nome, di tutte le volte che mi ha fatto andare fuori di testa ma che ho dovuto comportarmi in modo ragionevole portandomi a combattere con questi sentimenti facendomi uscire pazza, pazza di lui ed è allora che realizzo, dopo tutti questi anni finalmente quel velo che tanto ho tenuto davanti agli occhi è scivolato giù. Lui non solo mi piace forse io sono sempre stata innamorata di lui magari dal nostro primo sguardo ma gli andamenti mi hanno portata a tenermi a debita distanza da lui soprattutto quando ho scoperto che lui già amava e che quel amore lo ha distrutto anni dopo. Sento gli applausi della gente, le urla di incoraggiamento ma non riesco a vedere quasi niente per colpa delle lacrime che mi offuscano la vista. Scendo dal palcoscenico facendomi spazio tra la gente cercando di far passare l'aria nei miei polmoni ma in questo momento anche solo respirare in modo regolare mi sembra impossibile.

<Sanem> sento la voce di qualcuno chiamarmi in modo ripetuto ma l'unica cosa che voglio in questo momento è andarmene più volato possibile, via da tutti.

<Bambolina> i miei piedi si fermano incollandosi al pavimento per preciso istante in cui sento quel orribile soprannome. Il cuore vibra in una strana danza dentro la gabbia toracica appena capisco che si tratta di lui, è sempre stato lui.

<Qualcosa non va? Stai male?> chiedo con un tono di voce preoccupato ma per quanto vorrei rispondere in questo momento non sono capace. Sento il tocco della sua mano sulla mia pelle facendomi girare verso di lui mettendo due dita sotto il mento alzandomi così la testa.

<Guardami Sanem> quasi sussurra il mio nome come una preghiera ed io senza esitare lo accontento  alzando lo sguardo per incatenare i miei occhi nei suoi.

<Perché piangi?> posso sentire la sua costante preoccupazione così come posso vedere il tormento nei suoi occhi castani.

<Non è niente> la mia voce esce a malapena, fioca, mentendo spudoratamente davanti a lui.

<Tu non piangi mai Sanem. A volte i tuoi occhi diventano rossi ma le lacrime non sanno scendere dai tuoi occhi mentre ora, ora quelle gocce stanno bagnano il tuo viso. Cosa è successo?>

<Io, devo andare> dico solamente per poi sottrarmi dalla sua presa e girarmi di spalle, scappando. Come posso essere innamorata di una persona che non mi ha mai voluto, come posso amare un uomo che non potrà mai ricambiarmi? In tutti questi anni io ho sperato in qualcosa ma mi rendo conto che l'unica cosa che ho sperato era che lui mi notassi ma forse da un cuore rotto non si può mai guarire, o forse lui non vuole, infondo l'amore che continua a provare ancora per Sevda è immenso.

<Sanem, ferma!> lo sento urlarmi contro una volta uscita dal locale ma i miei piedi non vogliono fermarsi così come neanche i miei pensieri vogliono cessare.

<Stai attenta dannazione> lo sento imprecare contro di me mentre il mio corpo viene tirato all'indietro dal suo braccio salvandomi da quella macchina che andava fin troppo veloce. La mia schiena e attaccata al suo torace, le su braccia chiuse intorno al mio corpo come se mi stesse abbracciando mentre il mio respiro e decisamente irregolare, affannoso.

<Vuoi farti ammazzare?> sbotta l'attimo dopo senza però lasciarmi, continuando a stringermi forte a lui ed io glielo lascio fare anche se dentro di me sto morendo consapevole che non potrò mai averlo.

<Cosa ti tormenta?> chiede a bassa voce mentre appoggio la testa sul suo petto lasciandomi andare al suo abbraccio e a quelle emozioni sbagliate che sento con tutta me stessa.

<Parla con me, ti prego. Il suo silenzio mi divora> sussurra piano stringendomi se possibile ancora più forte a lui.

Vorrei tanto potermi confidare, esprimere quello che prima di tutto sorprende persino me stessa però non posso, lui scapperà come ha già fatto anni fa quando si renderà conto che io non sarò mai come la sua amata ed io non voglio essere il rimpiazzo di nessuno.

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