Capitolo 34

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Can

<Non posso fare una cosa del genere>

<Neanche io però va fatto soprattutto dopo quello che ho scoperto>

<Sarà difficile...>

<Non sai quanto però non abbiamo scelta>

Come un flashback queste semplici frase ritornano nella mia mente facendomi sbuffare sonoramente. È più difficile di quanto pensassi.

<Cosa ci faceva Sanem con i fratelli Polat?> chiede Serkan per l'ennesima volta. Da quando abbiamo visto Sanem in quel bar non ha fatto altro che farmi questa domanda e per quanto lui vuole bene a Sanem questa volta la sua curiosità è dovuta a quella ragazza dagli occhi verdi che era in compagnia di mia moglie.

<Chi era lei?> chiedo semplicemente mentre continuo a mangiare aspettando una risposta da parte sua. Serkan lavora nel dipartimento della polizia e niente di quello che sente o vede riesce a impressionarlo invece da quando ha visto quella Abby lui sembra in uno stato di trance.

<Quella e Abby, la mia Abby> risponde sottolineando la possessione che ha verso questa ragazza.

<O mio Dio, lei è la tua prima cotta adolescenziale> rido di gusto appena il mio cervello si mette in funzione ricordando cosa rappresentava quella ragazza per mio fratello all'epoca.

<Parla colui che ha sempre voluto Sanem ma è scappato per paura> ribatte prontamente prendendomi in giro.

<Sta zitto coglione> rispondo di rimando mentre afferro un pezzo di pane per tirarglielo addosso. Odio quando evidenza la verità.

<Siamo due coglione> sottolineo l'ovvio dato che non sono l'unico.

<Dove hai lasciato a mia nuora?> la voce acuta di mia madre arriva alle mie orecchie facendomi stringere più forte la presa sulla forchetta che avevo in mano quando sento i suoi ossi avvicinarsi al tavolo.

<Non è tua nuora> rispondo in modo duro cercando di mantenere la calma mentre vedo di sottocchio Serkan di farmi strani segni con gli occhi.

<Ma come, infondo vi siete...>

<Stai cercando me?> strabuzzo gli occhi quando capisco a chi appartiene quella voce. Istintivamente sposto lo sguardo alla mia destra dove vedo Sanem avanzare nella sala da pranzo mettendosi davanti a mia madre però mantenendo ugualmente una debita distanza. Lei non dovrebbe essere qui.

<Ma guarda un po', come ho fatto a non capire di chi fossi figlia, infondo sei uguale a quella perdente di tua madre> l'attimo dopo che mia madre finisce di parlare la sua guancia viene colpita in modo brusco da colei che fino ad oggi non ha mai compiuto un simile gesto.

<Stai attenta a come parli Damla, puoi prendertela con me, insultarmi, cercare di mettere Can contro di me e qualsiasi cosa il tuo cuore nero possa desiderare ma mai e dico mai infangare la memoria dei miei genitori>

<Ma come ti permetti stupida ragazzina> sento la mamma sbraitare contro di lei ed io istintivamente mi alzo dal tavolo andando incontro alla mia donna mettendomi davanti a lei.

<Che c'è ora la difendi pure?> mia madre ride in modo malsano mentre mi fissa forse allibita.

<So difendermi da sola> risponde la mia donna mentre mi sorpassa con una velocità impressionante mettendosi a due passi da mia madre.

<Ho avuto il privilegio di conoscere i miei genitori solo guardandoli nelle foto e questo per colpa tua. Dimmi un po' Damla ne è valsa la pena fare tutto questo per dei maledetti soldi?>

<Tutto questo cosa?> chiede mia madre seria più che mai.

<Che c'è hai dimenticato per caso di aver sabotato la macchina dei miei genitori causando la loro morte?> chiede Sanem in modo aspro e giuro che non l'ho mai vista così determinata, così sicura di se, così forte.

<Ti hanno raccontato qualche fiaba della buonanotte     piccola coccinella?>

<Come mi hai chiamato?> chiede Sanem balbettando mente il suo sguardo diventa cupo e il suo corpo inizia a tremare leggermente.

<Sanem> chiamiamo il suo nome contemporaneamente sia io che Serkan che corre nella nostra direzione.

<Stai bene?> chiede mia madre sorprendendomi alla grande. Da quando lei è carina soprattutto con Sanem? Sposto lo sguardo su mia moglie quando la sento canticchiare a bassa voce quello che riesco a riconoscere come la canzone su una coccinella che ha sempre cantato ma che mai ha saputo chi glielo avesse insegnato.

<Sanem!> Serkan la chiama nuovamente mentre scuote leggermente il suo corpo cercando di farla tornare in se cosa che io non so come fare. Non è la prima volta che cade in uno stato di trance ma l'unico a saperla riportare alla realtà è sempre stato mio fratello ma sembra che questa volta non funziona.

<Spostati> sento mia madre ordinare in modo duro mentre afferra Serkan per un braccio e lo sposto di lato per poi fare una cosa che non riesco a capacitarmi,  abbraccio Sanem mentre sussurra a bassa voce delle parole a me incomprensibili.

<Ma cosa cazzo sta succedendo?> chiedo sia io che Serkan perplessi guardando la scena che si presenta davanti a noi.

<Tu, tu come...>

<Devo andare> sbotta mia madre l'attimo dopo interrompendo qualsiasi cosa Sanem avrebbe vuole dire per poi uscire dalla sala da pranzo e lasciare tutti noi sconvolti.

<Stai bene?> mi affretto a chiedere prendendola fra le mie braccia e stringerla forte al mio petto.

<Penso di si> risponde decisamente confusa e non è l'unica ad esserlo.

<Cosa diavolo è appena successo?> chiede nuovamente Serkan mentre ci fissa in modo strano mentre io in tutta risposta alzo le spalle.

<Cosa ci fai qui?> chiedo curioso mentre continuo a stringerla forte a me, mi è mancata così tanto.

<Dovevo affrontarla ma è riuscita a confondermi ulteriormente>

<Voi due non avevate litigato?> chiede Serkan facendo spezzare questo momento quando lei finalmente si rende conto e si stacca da me.

<E tu non sai farti i fatti tuoi?> chiede Sanem sbuffando mentre ci dirige verso il tavolo e si siede dove prima ero seduto io per poi iniziare a mangiare quello che resta della mia colazione.

<Cosa nascondi?> domanda Serkan mentre si posiziona accanto a lei.

<E tu cosa nascondi?> chiede Sanem a sua volta continuando a mangiare in tutta tranquillità.

<A cosa ti riferisci?> chiede Serkan in modo confuso aggrottando le sopracciglia.

<Al fatto che ti è sempre piaciuta Abby ma non me lo hai mai detto>

<Ma cosa, ma che dici> mio fratello farfuglia decidiamo in difficoltà mentre afferra un bicchiere con dell'acqua per poi berne un po'.

<Tranquillo Serkan, tutti abbiamo dei segreti> risponde a bassa voce mentre a me va di traverso la saliva.

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