Capitolo 4

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Sanem

Dopo aver parcheggiato la macchina ho iniziato a camminare lungo il sentiero impaziente di arrivare a destinazione. A solo 15 minuti di distanza di macchina in Adalia c'è un posto che amo da morire, le cascate del Düden. Le cascate si dividono in due, la prima che viene chiamata cascata superiore formata per l'appunto dal fiume del Düden e si trova all'interno della forsesta dove io mi trovo in questo momento mentre la seconda cascata si chiama cascata inferiore che si getta per circa 40 metri da un promontorio sul mar mediterraneo. Questa foresta è bellissima, hanno realizzato al suo interno un percorso che si può fare a piedi lungo il fiume mentre da un'altra parte più avanti hanno fatto addirittura una piccola locanda dove le persone si possono sedere e gustarsi del buon cibo e anche un panorama meraviglioso però c'è un posto in particolare in questa foresta che io preferisco. Vengo qui praticamente da quando ancora ero una ragazzina e conosco questa foresta come il palmo della mia mano, almeno ora. Circa a 2 km dall'inizio del percorso svoltando a destra uscendo fuori dal sentiero poco più avanti in mezzo alla foresta c'è il mio posto preferito. Si tratta di un piccolo ruscello circondato da tanti alberi e l'acqua e così limpida e cristallina che non ho mai saputo resisterci e ogni volta che venivo qui salivo sempre in cima dove c'è la piccola cascata per poi tuffarmi nell'acqua ghiacciata. Questo posto è sempre riuscito a darmi un senso di pace per questo ogni volta che mi sento giù vengo qui restando da sola con i miei pensieri beandomi anche se per poco di questa tranquillità. Afferro dalla mia borsa il telefono scrivendo un veloce messaggio alla nonna per poi spegnerlo e infilarlo nuovamente dentro la borsa. Nonostante la nonna da poco ha compiuto 60 anni per la sua età è abbastanza vivace e anche moderna, anzi potrei dire più moderna persino di me dato che almeno una volta a settimana esce con il suo gruppo di amiche andando in un centro a ballare, si può dire che ha più vita notturna lei ma non io però purtroppo non posso farci niente non mi piace ballare invece però adoro cantare. Mi sono laureata in giurisprudenza e forse ho preso quella strada per sentirmi in qualche modo più vicino a mia madre che faceva l'avvocato ma ad oggi se ci ripenso forse avrei preferito fare qualcosa per quanto riguarda il canto. Tante volte Serkan ha cercato di farmi idea però io ho voluto scegliere quella università e per quanto amo la musica non mi pento di aver scelto giurisprudenza, potrei fare l'avvocato o persino potrei diventare un magistrato ma non voglio, prima di tutto perché sarei sempre troppo occupata e perderei un sacco di tempo, tempo che toglierei a mia nonna e non voglio e poi anche perché all'insaputa di tutti ogni tanto la sera vado a cantare in un locale e la sensazione che provo è qualcosa di bellissimo. Salgo in cima dove c'è la cascata e dopo aver preso una piccola rincorsa mi lancio nel vuoto aspettando che la mia pelle entri in contatto con l'acqua ghiacciata del lago. Quando mi lancio dalla scogliera mi sento piena di adrenalina regalandomi poi una grande liberazione interiore. Molto volte mi sono soffermata a pensare come sarebbe stata la mia vita se avessi avuto i genitori e per quanto ho provato a farmi mille film mentali non ho mai avuto neanche una minima idea. Io come famiglia conosco solo la nonna e poi ci sono i miei amici che riempiono le mie giornate e vedendo il rapporto che ha Serkan sia con sua madre che con suo fratello potrei dire che da una parte io sono stata fortunata grazie a mia nonna e al suo amore.

<Non sei venuta> una voce roca arriva alle mie orecchie facendomi strabuzzare gli occhi quando capisco a chi appartiene e dopo aver sospirato profondamente mi giro lentante verso la riva dove trovo la figura di Can intento a fissarmi e solo ora mi rendo conto di quanto in realtà si è fatto tardi. La sua figura la vedo grazie alla luce che fa la luna su nel cielo. Cosa ci fa lui qui?

<Venuta dove per la precisione?> chiedo confusa mentre continuo a nuotare lentamente senza badare a lui più di tanto.

<Alla festa> risponde semplicemente ma di semplice nella sua riposata non c'è niente. Chi lo conosce davvero sa che in realtà fra le righe lascia sempre qualcosa da intendere e in questo caso dal suo tono di voce capisco che in realtà è nervoso, quasi infastidito per la mia assenza ma soprattutto per il mio comportamento indifferente che ho verso di lui in questo momento.

<Non essere ipocrita Tekin, tu non mi hai mai voluto in mezzo ai piedi, mai> sottolineo l'ovvio prendendo poi una boccata d'aria per poi andare sotto acqua dirigendomi verso la cascata. Conosco questo lago così bene che posso dirigermi anche ad occhi chiusi praticamente in ogni angolo.

<Non pensi che è pericoloso nuotare di notte?> lo sento parlare più forte quasi come se volesse urlare solo per essere sicuro che io l'abbia sentito.

<No penso proprio di no> rispondo in modo altrettanto forte. Il rumore dell'acqua che continua a cadere si sente decisamente forte e parlare in modo normale sarebbe semplicemente inutile.

<Perché non sei venuta?> chiede curioso e quando vengo afferrata per la mano sussulto sorpresa di sentirlo così vicino a me in acqua.

<Cosa ci fai qui?> chiedo con un filo di curiosità.

<Non ti sembra strano che sono l'unico a sapere del tuo nascondiglio?>

<Tu non mi volevi ricordi?> rispondo alla sua domanda di prima cambiamo discorso mentre cerco di liberarmi dalla sua stretta, senza riuscirci. Quando si impunta su una cosa difficilmente molla la presa.

Questo piccolo lago l'abbiamo scoperto insieme quando io avevo appena compiuto 14 anni, ancora prima di conoscere Serkan. Con la nonna ci eravamo trasferite da poco qui in Adalia e siccome io sono peggio di uno scout un giorno sono andata ad esplorare la città con la mia bici quando mi sono imbattuta in questa foresta e lungo il cammino del ritorno mi ero persa ma ho avuto la fortuna di incontrare un ragazzino affascinante dagli occhi magnetici e nonostante all'epoca ero decisamente piccola ero rimasta incantata da qui occhi ma poi appena aveva iniziato ad aprire bocca tutto il suo fascino era svanito quando capii che era troppo stronzo e forse da quel giorno ci punzecchiamo a vicenda ogni qualvolta lui decide di rivolgermi la parola. Avevo insistito così tanto che mi aiutasse per ritrovare la strada del ritorno che feci perdere pure lui ma in cambio abbiamo trovato questo bellissimo posto e per quanto non ci sopportavamo ci eravamo promessi di non dirlo a nessuno, come un segreto, il nostro segreto che per anni non ho condiviso con nessuno.

<Se non mi sbaglio ogni anno ti ripeto la stessa cosa e tu puntualmente vieni lo stesso, perché oggi non sei venuta e hai preferisco scappare?> chiede a bassa voce interrompendo i miei pensieri mentre finalmente si mette davanti a me per guardami negli occhi. Se c'è una cosa che odio è il fatto che reciprocamente riusciamo a capirci attraverso lo sguardo anche quando cerchiamo di fare i duri ecco perché la maggior parte delle volte ci evitiamo, non vogliamo metterci a nudo uno di fronte all'altro.

<Non c'è un reale motivo Tekin, semplicemente non mi andava> faccio spallucce mentre cerco di allontanarmi da lui ma sembra che le sue intenzioni sono ben diverse rispetto alle mie dato che mi afferma per i polsi tirandomi molto vicino a lui, così vicino che posso sentire il suo respiro soffiare sulle mie labbra.

<La verità bambolina> sussurra piano ad un palmo dalla mia bocca.

<Lo sai, tu in realtà mi odi> sussurro tristemente e quando lo sento rilasciare la presa su di me mi giro dandogli le spalle allontanandomi da lui.

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