Capitolo 3

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Sanem

<Cosa è successo tra te e Can?> chiede Nuray in modo curioso.

<A cosa ti riferisci?> chiede a mia volta ma decisamente confusa mentre finisco di sistemare i vestiti al loro posto.

<A prima, insomma quando se n'è andato aveva un'espressione diversa, sembrava addirittura infastidito>

<A me è sembrato più stronzo del solito> rispondo facendo spallucce quasi indifferente. Lui praticamente vive per le feste infatti ogni occasione per lui è buona per farne una e ogni anno per il mio compleanno quando lui da una festa non mi vuole mai e se di solito ci andavo solo per fargli un dispetto questa volta non ci andrò proprio e mi dispiace tanto lasciare Serkan solo ma io a suo fratello non lo tollero proprio quando si comporta in questo modo. Capisco la sua ragione ma io non c'entro niente.

<Cosa ti metterai stasera alla festa?> Nuray continua a parlare mentre io chiudo il negozio. Almeno per oggi mi è toccato lavorare mezza giornata e per come il mio nervoso sta salendo alle stelle penso che non sarei resistita altre ore in mezzo a tutti quei vestiti.

<Il pigiama> rispondo velocemente sbuffando mentre ci dirigiamo a piedi verso la caffetteria che c'è vicino al negozio in cui lavoriamo.

<Ma che festa è, tipo un pigiama party?> Nuray mi guarda incredula ma so che in realtà fissa il vuoto, nella sua mente cerca di elaborare la tragedia a chi ha appena appena pensato. Nuray a differenza mia è una festaiola nata e solo l'idea di doversi presentare con il pigiama la sconvolge moltissimo.

<Secondo te Can è uno che organizza pigiama party?> rido divertita per la sua stupida domanda. Can è molte cose ma di sicuro non è uno che organizza party in pigiama.

<Oddio già mi stavo preoccupando, scusa ma allora tu perché ti metti il pigiama?> si porta una mano sul petto sospirando sollevata quando capisce che niente di quello a cui ha pensato fosse vero.

<Semplice, non verrò alla festa> rispondo in modo duro mentre stringo le mani a pugno. Che vada a quel paese sia lui che la sua festa.

<Perché non vieni? Avevi detto a Serkan che...>

<Dimentica quello che ho detto, io a quella festa non ci andrò> la informo mentre ci dirigiamo al bancone ordinando poi il nostro caffè.

<Ma non puoi restare a casa anche per il tuo ventiquattresimo compleanno Sanem>

<Posso benissimo farlo, in ogni caso io non ci volevo andare a quella festa ma Serkan mi ha costretto con la sua faccia da cane bastonato> faccio spallucce come se non mi importasse. In realtà non è per la festa ma per come Can si rivolge sempre a me. Non gli ho mai fatto niente di male ma lui continua a trattarmi con indifferenza e molte volte il suo comportamento da stronzo mi ferisce anche se davanti a lui così come davanti a tutti non lo do a vedere, non vorrei che mi prendesse in giro per questa mia piccola debolezza ecco perché dimostro sempre questa corazza da dura anche se in realtà mi fa stare male.

<Quindi stasera film e schifezze?>

<No Nuray stasera tu andrai a quella festa e ti divertirai, sinceramente oggi non mi va proprio di uscire> no dopo che lo stronzo mi ha fatto passare anche la voglia di respirare.

<Se tu pensi che ti lascerò sola ti sbagli di grosso>

<Davvero Nuray non ti preoccupare, senti, dato che domani e sabato possiamo uscire di sera e festeggiare insieme, io tu e Serkan che ne pensi?> chiedo speranzosa sperando che accetti. Ci penserò domani a festeggiare il mio compleanno, oggi non mi va proprio.

<Sei sicura?>

<Certo> rispondo solamente mentre le rivolgo un sorriso decisamente finto però lo devo fare, non voglio che si privi della festa alla quale tanto ci vuole andare solo per colpa mia.

<Però domani neanche nonna Bahar ti può salvare, sappi che andremo a ballare> mi punto un dito contro a tipo di minaccia mentre a me fa solo ridere. Con il suo faccino da angelo, quei capelli castani chiari e gli occhi simili ai miei neanche se vuole può intimorirmi.

<Certo certo, domani andiamo a ballare> rispondo velocemente mentre mentalmente impreco con tutto il mondo. Io odio ballare.

<Devi avvisare Serkan> mi ricorda prontamente una volta uscite dalla caffetteria.

<Lo so Nuray, ci sentiamo più tardi va bene?> la saluto velocemente per poi dirigermi verso la stazione dei taxi con l'intenzione di andare a casa e prendere la mia macchina. Non ho intenzione di restare anche oggi a casa ma ho dovuto mentire per il semplice fatto che preferisco restare da sola con i miei pensieri e la confusione che ho in testa. Non sono il tipo di ragazza che ama fare grande festa per il compleanno ecco perché la maggior parte delle volte mi intrufolavo alle feste di Can che ogni anno il 10 di maggio ne fa sempre una, puntualmente senza mai saltare uno.

Dopo aver pagato il tassista mi dirigo sul retro della casa per poi uscire la mia macchina dal garage e partire verso la mia mia meta. Non c'è stato neanche bisogno di informare la nonna dato che sapevo di già di non trovarla a casa però in ogni caso dopo le manderò un messaggio per non farla preoccupare altrimenti nessuno potrà farmi sfuggire alla sua sfuriata. Amo tantissimo mia nonna e non le sarò mai abbastanza grata per tutto quello che ha fatto per me praticamente dalla mia nascita. Da piccola mi ha raccontato che i miei genitori sono morti in un incidente stradale quando io ero ancora una neonata e forse io sono salva solo per miracolo o magari la mamma quel giorno nel suo cuore sapeva che qualcosa sarebbe andato storto e per questo mi lasciò con la nonna, o almeno è quello che la mia mente vuole credere che lei inconsapevolmente mi ha salvata lasciandomi però da sola.

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