Capitolo 38

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Sanem

<Cosa ci fai qui?> chiede Damla forse sconvolta quando mi vede sul portico di casa sua.

<Dobbiamo parlare>

<Non abbiamo niente da dirci> risponde in modo freddo per poi cercare di chiedermi la porta in faccia ma riesco a fermarla mettendo davanti il piede, bloccandola.

<Io invece penso che abbiamo tanto di cui parlare Damla>

<Ripeto io...>

<Non mi interessa cosa pensi tu, dobbiamo parlare> sbotto in modo duro.

<Sei fastidiosa proprio come lo era tua madre> ridacchia forse divertita alla mia reazione mentre io la guardo incredula. Questa signora ultimamente sta diventando sempre più strana.

<E tu sei sempre stato una strega> controbatto ma appena mi rendo conto di quello che ho detto mi copro la bocca con le mani.

<Già, come pensavo, uguale alla madre> ribatte nuovamente mentre continua a ridacchiare.

<Cosa vuoi?> chiede poi seria cambiando umore.

<La verità> rispondo senza troppi giri di parole.

<Era l'ora non credi?> chiede ridacchiando mentre io la guardo sempre più sconvolta. Ma che problema ha la strega? Mi fa segno di entrare dentro seguendola poi non nel salone, tantomeno in cucina ma scendendo al piano di sotto in quella che mi sembra una cantina.

<Vuoi ammazzarmi e mettermi in qualche scatolone?> chiede ironica mentre continuo a guardarmi intorno.

<Non solo fastidiosa ma anche spiritosa> la sento borbottare a bassa voce mentre io sbuffo alle sue parole. Lei sempre una strega rimane solo che adesso e anche strana.

<Qui dentro troverai tutto quello che vuoi sapere> mi informa dopo aver messo fra le mie mani imi scatolo nero.

<Sicuramente guarderò tutto quello che c'è all'interno ma adesso voglio sapere la verità, ora, in questo momento e senza perdere tempo>

<Ma la smetti di essere così, così uguale a lei?> urla poi disperata facendomi sobbalzare leggermente.

<Ma che problema hai dannazione? Che ti interessa se assomiglio a mia madre?> urlo a mia volta. Cosa diamine c'entra lei con mia madre?

<Sai perché ti ho odiata in tutto questo tempo?>

<Perché sei stronza?> chiede o mia volta senza dare importanza a quello che ho appena detto. Se lei può comportarsi come una lunatica posso farlo anche io.

<Da quando sei venuta ad abitare qui accanto a noi hai risvegliato in me il senso di colpa di aver perso l'unica persona che dovevo proteggere a costo della mia vita>

<Ma di cosa diamine parli?> chiede perplessa non capendo a cosa si riferisse.

<Io, Salma, Ismail, Yeliz e Murat eravamo migliori amici sin dall'infanzia e niente era in grado di dividerci, niente tranne che la gelosia di Yeliz. Con il tempo tra Salam e Ismail è nata una certa simpatia così come tra me e Murat che poi è diventato il padre dei miei figli ma Yeliz non accettava il fatto che Ismail preferisse Salma a lei. Yeliz si è sempre considerata migliore di noi e quindi migliore di tua madre e non accettava il fatto che non poteva avere cioè che voleva e quindi aveva pensato di incastrare Ismail in qualche modo e quando aveva 18 anni ha fatto credere a tua madre che Ismail è finita a letto con lei mettendola incinta. Il problema è che lei era veramente incinta ma non di Ismail anche se questo lo avevamo scoperto dopo in un secondo tempo, però più immaginare la delusione di tua madre in quel periodo e come io volevo molto bene a Salma ho finto di preferire Yeliz a lei anche perché anche io avevo scoperto di essere incita e quella fu la scusa migliore per avvicinarmi a lei ed è bastato questo per far cantare a Yeliz la verità. Quella ragazza ha sempre sofferto di protagonismo>

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