Capitolo 55

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Can

Da quando mi sono svegliato stamattina il mio cuore non ha smesso di darmi face. Praticamente da quando ho aperto gli occhi sono stato investito dall'ansia senza un reale motivo. Ho cercato di distrarmi guardando mia moglie e accarezza la sua pancia come faccio da quando ho saputo della gravidanza ma qualsiasi cosa cercavo di fare questa volta non ha funzionato. Non ho voluto dire niente a Sanem per non preoccuparla più del dovuto dato che era già triste di suo. Mi dispiace tanto averla lasciata andare da sola al cimitero ma se non fosse stato per colpa di mia madre non l'avrei persa d'occhio neanche...

<Oh merda> sussurro a bassa voce quando mi rendo conto dell'enorme sbaglio che ho potuto fare.

<La riunione si è conclusa> parlo a voce alta informando il contabile per poi afferrare il mio telefono e uscire dall'ufficio mentre digito il numero di Sanem.

<Avanti, rispondi> borbotto da solo mentre quella sensazione che sento da stamattina si fa sempre più intensa.

<Dannazione!> sbotto in preda al panico quando chiamandola per l'ennesima volta non risponde.

<Non ho tempo per te Serkan, sto cercando di rintracciare Sanem. Anzi l'hai sentita per caso?> chiedo speranzoso dopo aver risposto alla chiamata di mio fratello.

<Calmati Can. Ecco Sanem...>

<Sanem cosa?> urlo disperato mentre salgo in macchina.

<Can, lei, Sanem...>

<Dove è mia moglie Serkan? Sta bene?>

<Sono all'ospedale, dovresti venire> lo sento borbottare ma il mio cuore così come la mia mente sembrano essersi fermati incapaci di reagire in alcun modo.

"Sono all'ospedale, dovresti venire" non faccio altro che ripetermi mentalmente la stessa frase forse per minuti interi cercando di escludere tutti i pensieri negativi che grazie a queste parole stanno venendo fuori.

<Lei sta bene non è vero?> chiedo dopo un lungo momento di pausa.

<Can lei...>

<Lei cosa Serkan?> chiedo urlando quando dall'altra parte del telefono sento un enorme silenzio.

<Serkan!> urlo il suo nome nuovamente ma quando sposto il telefono dall'orecchio per vedere se è ancora in linea noto che il mio si è spento.

<Maledizione!> impreco mentre per il nervoso tiro un pugno sul manubrio.

<Giuro che se hai fatto qualche cazzata mettendoti in pericolo ti uccido con le mie stesse mani> parlo a vanvera sparando un mucchio di cazzate. Sapevo che dovevo dare retta a quel maledetto presentimento di merda che ho avuto.

<Ti conviene scappare Sanem se hai fatto quello a cui sto pensando> borbotto nuovamente mentre parcheggio la macchina davanti all'ospedale per poi scendere in modo veloce e iniziare a correre. Chiedo velocemente informazioni ma nessuno sa niente di una presunta Sanem Tekin e il mio cuore non fa altro che continuare a battere all'impazzita mentre giro per i lunghi corridoi di questo ospedale.

<Can> mi giro di scatto su me stesso quando sento la voce di mio fratello chiamarmi e quando vedo la sua divisa piena di sangue si gela il mio di sangue nelle vene lasciandomi impietrito.

<Cos, come, il sangue, Sanem> inizio a farfugliare parole a caso senza essere in grado di formulare una frase concreta. Non è suo questo sangue, lei sta bene, continuo a ripetermi mentalmente mentre fisso Serkan.

<Sanem..>

<Dove è Sanem?> inizio a urlare avvicinandomi a lui prendendolo dal colletto della giacca.

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