Capitolo 41

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Sanem

Dopo la rigorosa colazione e dopo aver preso in giro Nuray con Abby ho deciso di prendermi un po' di tempo solo per me cosa che non facevo da tanto così sono andata a fare un po' di shopping comprando cose a caso che in realtà sono sicura che non mi serviranno più di tanto però il mio umore è cambiato  quando involontariamente mi sono soffermata davanti ad un negozio per neonati. Da quando è successo quel episodio non solo non mi sono mai fermata davanti ad un negozio per bambini ma non ho posato neanche lo sguardo, neanche per sbaglio, invece ora a piccoli passi tremanti sto entrando in questo negozio dove vendono la qualsiasi per i bambini. Sento come il palmo della mano inizia a sudare mentre il cuore batte come un tamburo nel mio petto, sento la voce della commessa cercando di interagire con me ma purtroppo non c'è la faccio a rispondere. Inizio a guardarmi intorno vedendo manichini con la pancia finta, sognalini di ogni forma e colore, vestini, biberon, mentre l'ansia mi assale. Per anni mi sono colpevolizzata per quello che mi è successo. Non ho fatto altro che pensare a come mi ero comportata il quel periodo e se magari fossi stata più attenta avrei capito che il mio corpo stava cambiando. Non potevi fare niente lo stesso, continua a ripetermi la mia mente ma la coscienza mi ha sempre divorata.

"Chissà cosa penserà la tua dolce Sanem quando scoprirà che hai chiesto al dottor Webber di mentire.
Io ho solo cercato di salvarle la vita!"

Questa piccola conversazione risale a galla nella mia mente come un flashback e solo in questo momento capisco il senso di quelle parole. Il dottor Webber mi ha mentito, quindi questo vuol dire che io...

<Oddio> sussurro sconvolta quando mi rendo conto che per anni ho sofferto per una cosa che in realtà non è vera. A passi felpati esco dal negozio per poi dirigermi fuori dal centro commerciale e salire in macchina. Magari sarò pazza io e avrò capito male ma sicuramente devo andare fino in fondo e assicurarmi della verità per questo mi fermo al primo studio ginecologico che trovo su internet dove mi accoglie una dolcissima dottoressa e dopo averle raccontato un po' il mio problema la prima cosa che mi ha voluto fare è stata una ecografia transvaginale per poi confermarmi la bugia in cui ho vissuto per anni. Non è vero che io non posso avere dei figli, anzi.

<Can> sussurro il suo nome rispondendo al telefono.

<Stai bene Sanem?> chiede in modo preoccupato.

<Io, io penso di si> rispondo non tanto sicura di me. Vorrei tanto concentrarmi e rispondere in modo adeguato ma non faccio altro che pensare a quello che mi ha detto quella dottoressa.

<Sanem è tardi, mi sembri sconvolta e non so dove sei. Serkan mi ha detto che stamattina siete usciti insieme ma poi lui se ne andato e per tutto il giorno nessuno ha avuto tue notizie>

<Lo sai che Serkan mi ha baciato?> parlo in modo impacciato ma quando mi rendo conto di quello che ho appena detto strabuzzo gli occhi soprattutto quando sento delle urla dall'altra parte del telefono. Ma che mi dice il cervello?

<Hai baciato mia moglie?> sento Can urlare mentre Serkan fa lo stesso e nonostante i miei continui richiami Can non mi da retta.

<Sono una grandissima cogliona> impreco contro me stessa mentre cerca di arrivare il prima possibile nella casa sulla spiaggia. Stamattina prima che Can uscisse di casa mi aveva detto che ci saremo visti nella nostra casa sulla spiaggia, per questo so di trovarli la anche se non so cosa ci faccia Serkan da noi ed ecco perché sono sempre più convita che si deve trovare una ragazza. Parcheggio la macchina per poi scendere in modo veloce e correre verso casa per fermare quei due pazzi.

<Fermi> urlo contro di loro quando entrando dentro vedo i due fratelli intenti a correre scappando uno dall'altro.

<Tu non ti intromettere>

<È solo colpa tua> parano contemporaneamente dicendo decisamente due cose diverse mentre si rincorrono per tutta la casa.

<Smettetela> ordino ma come prima i due non mi ascoltano.

<Ora basta!> sbotto arrabbiata mettendomi fra di loro per dividerli ma come sempre il mio amico è veramente stupido dato che mi spintona e se non fossi per Can e per la sua prontezza sicuramente sarei arrivata con il sedere per terra.

<Ma che problemi hai coglione?> Can sbotta in modo duro mentre non toglie i suoi occhi da me cercando nei miei la certezza che va tutto bene.

<Serkan ti do due secondi per scappare altrimenti giuro che ti castro> parlo in modo calmo a bassa voce cercando di restare calma anche se in questo momento vorrei solo scagliarmi conto di lui.

<Perché sei così calma?> chiedono i due fratelli preoccupati mentre io sorrido sotto i baffi. Loro sanno benissimo che la mia calma è peggio di una tempesta. Sposto lentamente le mani di Can dai miei fianchi per poi allontanarmi leggermente da lui sedendomi comodamente sul divano mentre guardo i ragazzi con il sorriso sulle labbra.

<Sicura che stai bene?> chiede Serkan preoccupato mentre affianca Can. Vedo i due guardarmi in modo strano cercando di capire il mio strano comportamento.

<Mai stata meglio> rispondo sincera anche se il palmo della mano mi prude così tanto che faccio fatica a trattenermi dal tirare uno schiaffo al mio stupido amico. Non solo mi ha dato un mezzo bacio solo per ingelosire Abby in più mi ha anche spintonato.

<Cos-a possiamo fare per te?> chiedono i fratelli Tekin balbettando. Ho sempre adoro questo lato di loro, fanno tanto i duri ma poi hanno paura di me che sono la metà di loro messi insieme.

<Il bak...>

<Eh no, già stamattina ne hai ordinato abbastanza. Non puoi chiedermi di nuovo il baklava> borbotta Serkan interrompendomi.

<Me sei lei vuole il baklava non c'è un problema> sussurra Can mentre tira una gomitata al fratello.

<Al baklava ci penseremo domani, ora abbiamo cose più serie di cui parlare> parlo seria più che mai mentre ripenso alla conversazione avuta con Damla. Devo arrivare alla fine di questa storia e per farlo dovrò trovare quella fotocamera della quale tanto parlava e per farlo ho bisogno di loro due, anche perché non mi lascerebbero da sola, soprattutto ora.

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