Capitolo 35

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Sanem

Gli ultimi giorni sono stati decisamente difficili oltre che pesanti da superare. Dopo che ieri mattina sono stata a casa di Damla ho trovato il coraggio di affrontare colei che per troppo tempo ho chiamato nonna e devo dire che con il suo racconto è riuscita a confondermi ancora di più. Mi ha parlato con il cuore in mano raccontandomi quello che io in parte avevo sentito quel giorno al Mavra però in più mi ha svelato cose nuovo come ad esempio il fatto che il mio vero cognome e Özdemir e che Duran è il suo di cognome. A quanto pare io sono nata cui in Adalia però quando è successo la tragedia dei miei genitori lei eseguendo gli ordini di Yeliz la sorella di mia madre mi ha portata lontano a Istanbul solo per tenermi al sicuro e salvarmi da Damla per questo aveva deciso di cambiare il mio cognome ma poi è arrivato il momento del ritorno, ha deciso di abitare accanto a Damla solo per tenerla d'occhio e con un cognome diverso io non avrei rischiato ma che comunque facevo antipatia alla strega solo perché il mio nome era Sanem e chissà per quale altro motivo. Le ho fatto così tante domande che la mia testa rischiava di scoppiare da un momento all'altro ma che ho trovato la giusta forza di non mollare soprattutto quando mi sono fatta raccontare la verità su Sevda. Quel giorno al locale non potevo capacitarmi di una cosa del genere invece a quanto pare lei era veramente la figlia di Yeliz. Quando lei entrò in carcere quella che all'epoca era solo una ragazzina andò in affidamento al padre che già aveva divorziato da Yeliz poco prima del suo arresto e qui mi è scattato l'allarme quando il mio cervello ha ricordato le parole di Yeliz su un presunto Umut che l'ha lasciata per un'altra.

<A cosa pensi?> chiede Serkan curioso ma dal suo tono di voce capisco quanto in realtà sia preoccupato.

<A tutto quello che ho scoperto> rispondo alzando semplicemente le spalle. Ci sono parecchie cose che mi stanno sfuggendo e altrettante che devo ancora capire.

<Dovresti prenderti una pausa Sanem, metti la tua mente in standby e cerca di rilassarti un po'>

<Facile da dire non credi?> chiedo ridacchiando mentre gli faccio segno di sedersi accanto a me nel dondolo.

<Mi piace questa casa> ammette sincero.

<Anche a me per questo sono venuta ad abitare qui e poi dovevo trovarmi un posto dove stare>

<A proposito come hai trovato questa casa?>

<È sempre stata mia> confesso sincera. Ho adorato questa casa sin dal primo giorno in cui la vidi. Si trova sulla costa turchese e la cosa che più mi piace e il fatto che non si affaccia solo sul mare ma e anche circondata di tanto verde.

<In che senso?> chiedo incredulo mentre sposto lo sguardo su di me.

<Quando ho compiuto 18 anni mi aveva contattato un avvocato e può sembrarti strano ma nonostante non lo conoscessi in cuor mio sapevo che potevo fidarmi. Mi aveva detto che era un vecchio amico della mamma e che lei mi aveva lasciato questa casa e che un giorno avrei capito anche se non so cosa di preciso>

<Perché non me lo hai mai detto?>

<L'avvocato mi aveva detto che nessuno poteva sapere di questa casa altrimenti loro avrebbero capito> rispondo con le stesse parole che l'avvocato usò quel giorno e giuro che sono confusa come ai tempi.

<Ma che vuol dire?>

<Non lo so Serkan, la mia vita ultimamente è un mistero> rispondo sbuffando. Troppi segreti e troppe bugie ho scoperto ultimamente e già ne ho abbastanza.

<Come ha fatto l'avvocato a trovarti se Bahar ti ha cambiato il cognome?> chiede Serkan risvegliando in me la curiosità. Come faceva a sapere chi fossi se avevo un cognome diverso? Chi sono loro e perché non dovevano sapere dell'esistenza di questa casa? Ma la domanda che più mi frulla in mente in questo momento è solo una. Mi alzo dal dondolo con una velocità impressionante e senza badare ai continui richiami del mio amico mi dirigo dentro casa per prendere il mio telefono.

<È successo qualcosa? A chi devi chiamare?> chiede Serkan appena mi raggiunge in cucina.

<Can> dico solamente il suo nome mentre aspetto che risponda al telefono.

<E se lei non c'entrassi niente?> chiedo prontamente appena accetta la chiamata.

<Cosa te lo fa pensare?> chiede Can dall'altra parte del telefono.

<Il fatto che a 18 anni ho ricevuto una casa che era della mamma, Can mi serve il testamento della mamma>

<Ma di cosa parli?> chiede Serkan sconvolto mentre io gli faccio segno con ma mano di aspettare un attimo.

<Non capisco> dice Can solamente e sono sicura che in questo momento e decisamente confuso.

<Ti mando l'indirizzo Can, dobbiamo parlare di una cosa importante> dico solamente per poi dettagli il mio indirizzo e staccare la chiamata.

<Voglio delle spiegazioni> dice il mio amico mentre continua a fissarmi sconvolto.

<Ricordi la cena che aveva organizzato Bahar a casa nostra e aveva invitato anche tua madre?>

<Cosa c'entra quella cena?> chiede allibito.

<La cena è stato l'inizio di tutto Serkan. Tua madre a quella cena aveva riconosciuto Yeliz e aveva collegato me a lei capendo che io fossi sua nipote e quindi figlia di Salma. Dopo quella sera tua madre ha minacciato Can che la sua furia di sarebbe riversata su di me per colpa di Yeliz e mi dispiace tanto se in tutto questo tempo ti ho mentito>

<Ma di cosa parli?>

<Qualche giorno fa ho chiarito con Can e sono arrivata alla conclusione che lui ha reagito in questo modo solo per cercare di proteggermi ma io ho un dubbio da chi in realtà devo essere protetta>

<Giuro che non ti capisco Sanem>

<Chi ti ha informato di quello che sapeva Can?> chiedo curiosa.

<Me lo ha detto Nuray> risponde in modo pacato ma forse quando inizia finalmente a capire strabuzza gli occhi incredulo.

<Penso che è appena arrivato Can> farfuglio appena smesso il campanello di casa suonare.

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