Capitolo 44

866 88 37
                                    

Sanem

<Sanem, ehi Sanem> qualcuno continua a chiamarmi interrottamente interrompendo il mio momento di gloria ossia quello di riempirmi il piatto di prelibatezze. Sbuffo infastidita mente mi giro alla ricerca di quel qualcuno ma quando vedo Abby poco più lontana da me istintivamente sorrido. Anche se ci consociamo da poco fra di noi è nata una bellissima amicizia sopratutto da quando ho deciso di farmi aiutare da lei per cercare di capire qualcosa su questa strana situazione della mia famiglia.

<Abby mai interrompere questa stronza quando mangia> sento il mio adoro amico borbottare.

<E tu sei uguale a tuo fratello, stronzo> rispondo cercando di fingermi offesa.

<Avevo un regalo speciale per te ma mi sono appena convinta che non te lo meriti> faccio spallucce mentre lo guardo di sottocchio.

<Ti ho mai detto che ti considero come una sorella?> chiede con la faccia da cucciolo facendo gli occhi dolci.

<Che carino> sento Abby sussurrare a bassa voce e quando sposto lo sguardo su di lei la vedo intenta a fissare Serkan il coglione.

<Finalmente ti ho trovata> sento mio marito parlare mentre circonda i miei fianchi con le sue mani per poi abbracciarmi da dietro.

<Dove c'è un tavolo pieno di mangiare che anche Sanem> ride il mio stupido amico alla sua altrettanto stupida battuta.

<Speriamo che da te non prenda niente> borbotto a bassa voce mentre Can ridacchia. Le sue mani si appoggiano sulla mia pancia accarezzandola leggermente.

<Cosa hai detto? Chi? E tu perché ridi?> Serkan inizia a esporre tante di quelle domande che orami perdo pure il filo.

<Glielo dobbiamo dire per forza?> chiede Can mentre suo fratello non fa altro che fissarci, anzi, non fa altro che guardare il gesto che Can continua a ripetere.

<Per forza no ma tanto lo verrà a sapere> rispondo cercando di restare a seria la vedere la faccia del mio amico sconvolta mi fa ridere.

<Sei ancora curioso di vedere il tuo regalo?> chiedo curiosa.

<Penso di si> risponde balbettando e nel sentire le sue parole Can si stacca leggermente da me per poi tirare fuori dalla tasca della sua giacca un piccolo pezzo di carta per poi metterla nelle mani di Serkan.

<Cosa dovrei fare con questo...con questa ecografia> concludo la frase dopo attimo di silenzio in cui si è soffermato a fissare cosa aveva realmente fra le mani. Alza lo sguardo dall'ecografia posandolo su di me e poi sulla mia pancia per poi strabuzzare gli occhi.

<Spero che per il momento tu possa accontentarti dell'ecografia, sai, ci vogliono un po' di mesi prima che questo regalo venga alla luce> rispondo a bassa voce cercando di trattenere le lacrime. Lui sa quanto ho sofferto la prima volta e sa quanto avevo sperato di poter avere almeno un bambino in futuro ma le parole del dottor Webber ai tempi mi avevano devastata.

<Davvero?> chiede balbettando mentre a piccoli passi si avvicina a me ed io l'unica risposta che riesco a dargli è quella di annuire con la testa.

<Sei, tu sei, oddio> farfuglia in modo impacciato per poi prendermi per un braccio e tirarmi fra le sue braccia stringendomi in un forte abbraccio.

<Stai bene?> chiedo dopo un lungo modo di silenzio guardandomi negli occhi.

<Sto bene Serkan> rispondo sincera e quando vede il sorriso sulle mie labbra sospira sollevato ma poi si acciglia subito dopo spostando lo sguardo su Can che si trova alle mie spalle.

<Sei morto> dice in modo freddo il mio amico per poi spostarmi leggermente in modo accurato e avvicinarsi a Can.

<Che modo strano di farmi gli auguri> sento Can parlare in modo veloce per poi iniziare a correre quando capisce le vere intenzioni di suo fratello.

<Veramente quei due si stanno rincorrendo dentro il locale?> chiede Abby allibita mentre osserva i fratelli Tekin correre.

<Ricordati Abby, per quanto gli uomini possano essere grandi resteranno sempre dei bambini> rispondo ridacchiando. Da quando Can e Serkan hanno fatto pace non hanno fatto altro che comportarsi come due adolescenti e a volte sono davvero infantili.

<Direi che ha preso bene la notizia no?> dice ridendo mentre non stacca per un attimo lo sguardo da Serkan.

<Sai che prima o poi dovrai raccontare a Serkan il vero motivo della tua sparizione vero? Solo così potrete chiarirvi e poi chissà> lascio la frase in sospeso alludendo a qualcosa di più. Non posso fare di amore ma sicuramente c'è del filling tra i due e se continuano a comportarsi in modo distaccato non risolveranno niente.

<Ho sentito bene che sei incinta?> appena realizzo a chi appartiene quella voce stridula sbuffo infastidita.

<Non sapevo che alla festa potevano entrare pure le cagne> sbotta Abby in modo duro facendomi ridere. Da quando ha saputo che questa stronza ha preso in giro Serkan non la sopporta affatto.

<Ma come ti permetti?> scatta la mia ex amica cercando di avvicinarsi a noi ma la mia visuale così come quella di Abby viene coperta dai fratelli Tekin che si sono posizionati proprio difronte a noi. Ma questi da dove sono spuntati così all'improvviso?

<Non sei stata invitata Nuray, sei pregata di uscire fuori> parla Serkan in modo aspro ma la stronza scoppia a ridere in modo malsano.

<È inutile cercare di proteggerla, noi sappiamo arrivare lo stesso a lei> nel preciso istante in cui finisce di parlare le luci in tutto il locale vengono spente restando al buio e in mezzo al caos appena creato qualcuno mi afferra da dietro tappandomi la bocca cercando poi di trascinarmi chissà dove mentre sento i miei cari chiamare interrottamente  mio nome.

<Quel giorno tu dovevi morire> sento una voce sussurrare al mio orecchio e forse è grazie a quello che sento che trovo la forza di ribellarmi cercando di liberarmi dalle grinfie di questo sconosciuto.

<Puttana> sento la voce di prima imprecare quando riesco a colpire chiunque fossi con il gomito per poi c'entrare in pieno il suo piede con la punta del tacco, schiacciandolo.

<Mai infastidire una donna incinta con i tacchi> sbotto arrabbiata quando riesco finalmente a liberarmi da quella stronza per poi scappare.

<Can> urlo il suo nome in modo disperato cercando di trovarlo in mezzo al buio.

<Can> continuo a chiamarlo interrottamente e quando vengo afferrata per un polso giro su me stessa tirando un forte calcio a chiunque mi stessi per importunare.

<Ma che problemi hai?> sento Serkan sbottare in modo addolorato mentre rilascia la presa su di me.

<Mi sono spaventata> rispondo cercando di giustificarmi mentre l'attimo dopo ritorna la luce nel locale.

<Sanem> il mio corpo viene travolto da Can l'attimo dopo aver chiamato il mio nome stringendomi fra le sue braccia.

<Dio mio, stai bene> sussurra con la voce spezzata mentre io non faccio altro che pensare a quella voce. Chi diavolo era, ma cosa più importante cosa c'entra Nuray con questa messa in scena? Quando ha parlato ha usato il plurale. Chi diavolo sono loro e cosa vogliono da me?

Amore a primo sguardo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora