Capitolo 9

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Sanem

Sento un peso schiacciare il mio corpo impedendomi quasi di respirare ma soprattutto di muovermi. Apro gli occhi accigliata quando vedo praticamente sopra di me il corpo di Can. La sua testa è appoggiata sul mio petto vicino al mio collo e sentire il suo respiro sulla pelle mi provoca dei brividi. Il suo braccio destro è appoggiato sul mio fianco tenendomi stretta a lui mentre le nostre gambe sono incrociate tra di esse. Cosa ci fa lui nel mio letto, penso mentalmente mentre cerco di fare mente locale alla notte precedente. Ricordo benissimo il suo arrivo nella mia stanza così come ricordo anche del nostro momento magico ma per quanto provo a ricordare non riesco a trovare una spiegazione per la sua presenza nel mio letto. Ispiro profondamente beandomi del suo profumo che tanto adoro mentre istintivamente porto la mano in mezzo ai suoi capelli, giocandoci.

<Grazie> senso la sua voce sussurrare a malapena questa parola e se da primo ne resto sorpresa capisco che in realtà lui ancora dorme. Chissà cosa starà sognando. Sposto leggermente il suo braccio per poi liberare i miei piedi e alzare di poco la sua testa facendolo poggiare poi sul mio cuscino e senza esitare mi alzo dal letto ma saperlo qui fra le mura di questa stanza nel mio letto una strana sensazione si impossessa di me. Tutto questo è così sbagliato, lui non dovrebbe essere qui e so già che una volta sveglio se ne pentirà ed io non starò qui a vedere la sua espressione fredda appena incrocerà il mio sguardo. Esco dalla stanza dopo aver preso la mia divisa dall'armadio dirigendomi in bagno per farmi una doccia e cercare di rilassare i miei nervi.

<Resta a colazione?> chiede la nonna appena entro in cucina facendomi sudare freddo quando vedo il suo sguardo forse arrabbiato.

<Come, chi, cioè...> balbetto in modo impacciato senza sapere cosa dire realmente.

<Insieme siete bravi a cantare, ma solo a cantare> sottolinea l'ultima parte facendomi capire a cosa si riferisce realmente. Non le piace affatto Can e questo lo so già da tempo.

<Puoi stare tranquilla> rispondo solamente per poi augurarle una buona giornata e uscire di casa. Neanche se lo volessi tra di noi non potrebbe mai nascere qualcosa, no quando il suo cuore è stato strappato in mille pezzi lasciando dentro di lui un grande vuoto. Afferro dalla tasca del mio giubbotto nero il telefono per scrivere un veloce messaggio a Yeliz informandola che stasera canterò al Mavra. Ho scoperto questo locale per puro caso quando una sera la mia macchina si fermò proprio davanti al Mavra per colpa della batteria però posso dire che nella disgrazie sono stata fortunata.

Yeliz è una donna magnifica di 50 anni ma che ne dimostra decisamente molti di meno. Mi sono trovata benissimo con lei già dal nostro primo incontro e se ho trovato la forza di cantare davanti alle persone senza sentirmi giudicata è grazie a lei che per un periodo non ha fatto altro che pregarmi di cantare almeno una canzone e poi da lì è iniziato tutto. Ho sempre avuto il timore di essere giudicata ecco perché non ho detto hai miei amici che canto in un locale. Serkan non lo farebbe mai e sono sicura che mi capirebbe ma non posso dire altrettanto di Nuray. Per lei i veri cantanti salgono su un grande palcoscenico e sono famosi, ricchi e potenti e sono sicura che senza volerlo riuscirebbe a farmi sentire sbagliata per il semplice fatto che ho deciso di cantare in un locale. A volte Nuray senza rendersi conto ferisce le persone ma non lo fa per male lei è fatta così, i suoi genitori le hanno sempre dato il meglio insegnandola male secondo me ma anche così le voglio bene lo stesso, ognuno di noi è diverso a modo suo e non dobbiamo essere giudicati per questo.

<Perché sorridi come un ebete?> chiede la mia amica appena arrivo al negozio.

<In che senso?> chiedo decisamente confusa.

<Stai sorridendo Sanem e non ricordo l'ultima volta quando ti ho vista così serena> la sua affermazione mi lascia allibita. Davvero sorrido come un ebete? Mi sporgo verso il grande specchio che c'è alla mia destra osservando la mia figura riflessa. Cosa mi sta succedendo, perché sorrido in modo così naturale senza un vero motivo?

<Sarà colpa del tempo> farfuglio la prima cosa che mi viene in mente.

<Il brutto tempo ti rende felice?> chiede confusa mentre inarca le sopracciglia. Ma di quale brutto tempo sta parlando? In modo automatico mi giro verso la vetrata che da sulla strada osservando che in realtà fuori la giornata è nuvolosa. Ma che diamine ho stamattina? Sbuffo frustrata per poi afferrare nuovamente il mio telefono dalla tasca del giubbotto quando lo sento vibrare e se aspettavo un messaggio da parte di Yeliz ne resto davvero sorpresa quando leggo il nome di Can sul display.

"Perché sei scappata?"

Strabuzzo gli occhi quando leggo il contenuto del messaggio mentre mille domande si materializzano nella mia mente. Veramente voleva che restassi, perché?

<Ah, al diavolo> sbotto dopo un lungo silenzio. Ma insomma, cosa diavolo vuole da me questo psicopatico? Per anni mi tratta con indifferenza e ora vuole, cosa vuole di preciso?

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