Capitolo 13

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Sanem

"Concedici un giorno, uno solo da passare insieme nel modo in cui vorrai. Possiamo essere amici, conoscenti o solo confidenti non ha importanza perché l'unica cosa che voglio è stare con te il tempo che mi permetterai e giuro che senza il tuo consenso non ti bacerò ma se solo nei tuoi occhi leggerò il desiderio sappi che ti bacerò senza chiederti il permesso, come la prima volta. Ti aspetterò al nostro solito posto" queste righe scritte su un bigliettino bianco l'ho ricevuto insieme ad un mazzo di rose bianche a dir poco enorme e con tutto che il bigliettino non è stato firmato io quella scrittura so a chi appartiene.

<Cosa devo fare?> sussurro piano mentre continuo a fissare questi bellissimi fiori che io tanto adoro.

<Mannaggia a te!> impreco l'attimo dopo quando un piccolo sorriso si forma sulle mie labbra. Lui sa quanto io adoro le rose bianche e guarda caso la prima che ricevetti è stata da parte sua il giorno stesso che lo incontrai la prima volta. Non so da dove l'abbia presa ma prima di separarci per andare ognuno per la sua strada lui se ne uscì dal nulla con un rosa bianca e senza dire nulla me la diede per poi lasciarmi un piccolo bacio all'angolo della bocca per poi girarsi di spalle e andarsene. In quel momento il mio cuore iniziò a battere così forte ma all'epoca pensavo che fosse solo per la vergogna invece ad oggi se ci ripenso so che quella vibrazione è stata per quello che provo per lui.

<Stronzo> borbotto sorridendo mentre un'idea si fa spazio nella mia mente. Prendo il telefono da sopra il letto per digitare velocemente un messaggio mentre mi dirigo al piano di sotto con l'intento di informare la nonna del fatto che sto per uscire ma di lei non c'è neanche l'ombra. Sbuffo sonoramente mentre prendo dal frigo dell'acqua ghiacciata per poi berla.

<Dove si sarà cacciata?> penso ad alta voce salendo poi nuovamente le scale che in quesirò momento sto odiando a morte. Da quando mi sono svegliata stamattina non ho fatto altro che fare avanti e indietro su per le scale e giuro che non le sopporto più.

<Dio santo> sbotto impaurita portandomi una mano all'altezza del cuore quando entrando nella stanza vedo sopra il letto Serkan.

<Usa la porta dannazione!> urlo contro di lui mentre mi tolgo una pantofola dal piede per lanciargliela addosso.

<Ma sei pazza?> urla a sua volta quando la mi adorata pantofola tocca la sua testa.

<E io quante volte ti ho detto di non presentarti più in questo modo nella mia stanza? Un giorno mi farai morire di crepacuore!> sbotto nuovamente per poi sedere accanto a lui.

<Quando lo fa Can non ti lamenti mica>

<Ma di cosa parli?> chiedo incredula mentre inarco le sopracciglia.

<Di tutte quelle volte che mio fratello ha scavalcato questa finestra per venire da te> alza le spalle siccome niente fosse ma io resta ulteriormente sorpresa.

<Ma se lo ha fatto si e no tre volte>

<Questo è quello che tu sai, senti non tocca a me parlare quindi quando lo vedrai chiedi a lui> risponde come se niente fosse mentre il mio cervello sta andando in tilt. Can è entrato nella mia stanza a mia insaputa?

<Ti presenterai?> chiede poi dal nulla confondendomi ancora di più.

<La devi spettare di parlare in codice> sbotto frustrata. Insomma non fa altro che dire frasi a metà e questo mi innervosisce.

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