56 Vigilia di Natale

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Camilla - 24 Dicembre

Mio padre che entra in camera e mi fa "non apri i regali?"
Io che sono triste e non mi interessa nulla.
Non so perché sta cosa mi distrugga.
E' passato un mese, non mi ha scritto neanche una volta, ma mi guarda le storie su instagram.

Ogni volta che vedo il suo nickname, il mio cuore salta un battito.
Ogni volta che voglio aprire il suo profilo, mi fermo.
Penso che vorrei sbattere la testa veramente forte contro il muro, se cedessi. Sto riniziando a studiare e a scrivere, questo perché sono due cose che non mi permettono di esplodere.
Oggi sono tanto triste.
Il Natale mi rattrista sempre un sacco.
Prendo il diario ed inizio a buttare giù tutto quello che mi salta in testa :

Quando prima studiavi per un sogno ed ora studi per colmare un vuoto.
Prima vedevi quel sogno così vicino ed ora così lontano.
Quando prima per studiare non uscivi ed ora studi solo perché non c'è nessuno con cui uscire.
Quando prima tutti i prof ti davano supporto, ti facevano sentire importante e che tu ce la potevi fare benissimo e ora non hai più nessuna figura adulta che ti fa sentire così, non riesci a spiccare in quello che fai e pensi siano tutti più bravi di te.
Eppure si, sei determinata lo stesso, fai le stesse cose che facevi prima, prendi appunti su appunti, li sistemi, sai che te sei in grado di capire tutto, ma vai a scuola come uno zombie perché non riesci a dormire, vorresti esserci di più ed invece stai sempre lì semi assente, che se qualcuno non ti parlasse, ti isoleresti di nuovo come hai sempre fatto.
L'unica cosa positiva è che hai trovato persone che non ti facciano sentire sola o ti lasciano davvero isolare, altrimenti saresti davvero persa nel vuoto.
A volte vorresti essere più presente alle lezioni, la maggior parte delle quali non ascolti niente e poi devi studiarti tutto da sola e questo incide sul tuo umore, sul tuo sonno, sulla tua testardaggine di voler fare tutto perfetto e di sentirti un fallimento perché non ci riesci.
È vero le brutte giornate capitano a tutti, il problema sta quando diventa una successione di brutte giornate ed non si riesce più ad uscirne.
Con lei era tutto così semplice.
Mi manca cosi tanto,
lei la mia persona speciale.
lei che volevo accanto a me tutta la vita.
Mi manca la sua voce,
mi mancano le sue mani sul mio corpo.
Mi manca il suo sguardo fisso su di me.
Ogni giorno prendo la metro e vado a scuola, ogni giorno aspetto che accada qualcosa di bello, conoscere qualcuno di nuovo, ogni giorno aspetto uno sguardo di

vero interesse.
Ogni giorno penso a cosa accadrebbe se lei salisse nel mio stesso vagone ed i nostri sguardi si incrociassero dopo che non si sono più incastrati per troppo tempo. Penso sempre ad un eventuale dialogo ed inizia sempre con 'come stai?'. Ci penso così tanto a cosa risponderei in quel caso : vorrei tanto dirle la verità, che sono distrutta, ma non basterebbe neppure sta frase per esprimere ciò che provo ogni giorno e dall'altra parte so che mi uscirebbe un 'bene, te?' solo perché non vorrei essere un peso come sempre e vorrei sentire la sua risposta.
So che sta bene senza di me, d'altronde è lei che mi ha lasciata ed io non ho potuto farci niente, se non buttare i miei sentimenti in fondo, cercando di essere menefreghista ed autodistruttiva con il mio solito allontanarmi da tutti. Sono egoista se penso che mi manca, ma dobbiamo stare distanti perché io non vorrò mai un'amicizia con lei, fa troppo male.
Puoi amare una persona anche se ti da il peggio di se stessa, ma non puoi amare ogni persona cercando lei.
Puoi dire quante volte vuoi 'non mi importa più niente' e poi ripensandoci, ti importa sempre.
Ogni cosa dovrebbe esserti indifferente ed invece stai vivendo il passato e non il presente.
'Ormai è tutto finito, non succederà più niente', ci speri sempre. Ti tormenti cercando un continuo e sai benissimo che non ci sarà mai.
Non sai neppure tu cosa fare, non sai se continuare a rincorrere qualcuno che non ti vorrà mai o cercare qualcuno che non arriverà mai. Ti senti distaccato dal mondo, tu vivi nel tuo, dove tutto è più triste, le emozioni sono amplificate. Ti manca stare nella confort zone, dove sapevi di stare realmente bene ed ora ti chiedi sempre 'ci sarà ancora qualcuno con cui mi potrò sentire davvero al sicuro?'.
E riempi pagine su pagine di scritte e testi lunghissimi, i tuoi pensieri impressi sulla carta, il trasferimento dal cervello al foglio. Non cancelli niente, non tiri una riga sopra per dimenticare i tuoi pensieri, vuoi averli ben impressi, evidenziati. Lacrime decorano ogni sfogo, impregnano ciò che stai scrivendo, realizzano ciò che stai vivendo. Non sai cosa è meglio per te, cerchi solo il meglio per lei. Ti distacchi sapendo che la ferirai, avevi promesso 'non me ne andrò mai'.

Finisco di scrivere l'ultima frase e mi accorgo che ho riempito il foglio di lacrime.

Fidati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora