82 Capitolo 1

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Camilla

Non so bene quale sia il mio posto nel mondo, non so cosa faccia davvero male ne cosa mi renda davvero felice.
Forse vorrei solo sentirmi dire "sei troppo importante, ho paura di lasciarti andare" e mi rende triste pensare che la gente ha più paura di ferire che di rendere felice, a volte sento che sono l'unica che ha paura di esserlo ed mi sento così stupida.

Mi sento terribilmente sottosopra adesso.
Apro gli occhi e ciò che vedo è solo un qualunque soffitto bianco, mi giro sul fianco e vedo una foto, forse se fossi stata un'altra a trovarmi nel letto di uno sconosciuto mi sarei fatta prendere dal panico, invece sono tranquilla, mezza ancora incosciente dalla sbronza, ma non provo paura.
Osservo la foto e noto la ragazza di ieri sera che sorride in mezzo alla sua famiglia, sembra quasi ad una festa dove tutti sono scazzati e lei è troppo piccola per capirlo. Quindi mi trovo a casa sua ora, beh non ho la minima idea di come sia finita la serata e come ci sono finita qui, ma il letto è abbastanza comodo, sono sotto un lenzuolo e ho mal di testa, quindi non vorrei che sto momento finisse a breve.
Sento dei passi.
Ecco, come non detto, addio pace.
"Hey, sei sveglia?"
"Sono ancora ubriaca" rimetto la testa sul cuscino indifferente. Non ho voglia di parlare.
"Ti ho portato qualcosa da mangiare"
Mi giro di scatto verso di lei.
Ho fame.
"Ehm" dico vedendola in mutande e reggiseno.
"Cosa?"
"Perché non sei vestita?"
"Ho l'abitudine di dormire così senza pigiama"
"Aspetta, ma questo è il tuo letto?"
"Si"
"Ma allora dove hai dormito stanotte?"
"Ti ho portato qui alle 5 di mattina, non ho dormito e sono stata nella sala accanto per sentire se ti svegliavi"
"Ah"
"Ma potevi riposare almeno"
"Ci ho provato sul divano, ma poi ho pensato che se i miei fossero tornati a casa prima, avrebbero fatto volare sia me che te dal balcone perché non posso invitare sconosciuti a casa"
"Dove sono i tuoi?"
"Sono via questa settimana in vacanza"
"Ah okey, se vuoi vado io sul divano e ti lascio il letto"
"No, tranquilla. Stai meglio?"
"Si, ma te come ti chiami? Non mi ricordo"
"Te l'ho detto stanotte"

"Stanotte credo sia successo di tutto, eppure non mi ricordo nulla, ma cosa è successo alla fine?"
"Sei caduta nel locale, ti ho aiutato ad alzarti, eri ubriaca marcia, ti ho accompagnato in bagno a vomitare, ti ho portato a casa mia perché eri troppo brilla e non potevo lasciarti lì da sola e niente alla fine ti sei addormentata nel mio letto, questo è tutto" "Che schifo di serata, non è successo nulla di emozionante"
"Non so che volevi succedesse.. Ma ora sono stanca, mi fai spazio nel mio letto o vuoi tenertelo tutto per te?"
"No, vieni pure"
Lei si sdraia affianco a me e si addormenta subito.
Accidenti, doveva essere proprio stanca morta.
Ma adesso che ci penso, non mi ha detto di nuovo il suo nome, e io probabilmente non le avrò detto ancora il mio, forse dopo vorrà parlare, ma ora voglio ancora dormire.
Anche se ora non può sentirmi, "buonanotte" le dico prima di addormentarmi di nuovo.

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