Capitolo 42

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La nitida immagine del sorriso di Niall mi apparve inaspettatamente di fronte, mentre stavo seduta a gambe incrociate sul prato del Saint James' Park. Lo fissai per un momento, poi qualcosa mi indusse a sollevare lo sguardo che in un attimo si incatenò al suo. Mi sentii scossa da una sensazione incredibile, mentre ripensavo a quante volte avessi cercato quegli occhi in mezzo agli altri, sperando di potermici rifugiare dentro. Ma poi in un attimo si fecero sfuggenti, inafferabili, lontani.

'Guardami ancora. Ti prego'.

Mi sentii pervadere dalla solitudine e dovetti fare appello a tutte le mie forze per frenare il nodo al cuore che minacciava di esplodere.

Riaprii gli occhi quando sentii qualcuno scuotermi.

《Pam...》mormorai, sbattendo freneticamente le palpebre.

《Ti ho cercata ovunque! Sei scomparsa da ore!》.

La sua voce mi rimbombava nella testa come se mi trovassi dentro una bolla di cristallo. La osservai, mentre il suo viso scrutava il mio con uno sguardo indagatore.

《Devo essermi addormentata. Ho perso completamente la cognizione del tempo, scusa》.

I suoi occhi seguirono ogni mio tentativo di rimettermi in piedi, ma era come se quel sogno mi avesse prosciugata di tutte le mie forze.

Pamela mi afferrò la mano per aiutarmi. 《Dio Ellie, quando hai mangiato l'ultima volta? Stai diventando trasparente》.

《Ho mangiato un panino poco fa》 mentii. Mi avrebbe uccisa se avesse saputo che non mangiavo dalla sera prima.

I suoi occhi si addolcirono e io mi rilassai.

《Tra meno di qualche ora saremo in Irlanda》affermò, entusiasta. 《Conserva un pò di sonno per il viaggio》.

....

Mi rannicchiai sul sedile grigiastro dell'aereo, appoggiando la testa accanto alla piccola finestra ovale dalla quale vedevo le nuvole. Il tempo sembrava non scorrere mai lassù.

Pam dormiva sul sedile accanto al mio, emettendo piccoli sbuffi di aria. Da un pò di tempo avevo capito che lei era l'unico punto fermo della mia vita. Non avevo idea del perché mi stesse accanto in quel modo, del perché ci tenesse così tanto a farmi capire quando sbagliavo, ma era tutto quello che avevo. La sua amicizia era qualcosa di prezioso, così come lo era con Niall. Speravo davvero di ricordarlo sempre così, soprattutto dopo il matrimonio con Steven; come un'amicizia che mi aveva insegnato a vivere. E anche se dentro di me sarebbe stata sempre qualcosa in più, non aveva più importanza. Non potevo continuare a soffrire, perché la sofferenza è solo uno spreco di vita. È un pò come una conversazione al telefono pubblico: solo quando il tempo a disposizione finisce ti accorgi di non avere ancora detto le cose importanti. L'unica differenza è che in quel caso puoi inserire un gettone e rimediare. Ma non esistono gettoni che ti diano più vita. È quella che è, purtroppo.

La voce metallica del pilota ci avvisò di allacciare le cinture per l'atterraggio. Decisi di non svegliare Pam e allacciai io le sue. Quando l'aereo toccò terra liberai un lungo sospiro, uno di quelli che trattieni solo perché l'ansia non ti permette di liberartene. Ero ansiosa di tornare a casa. E in quel momento ogni singola parte di me aveva liberato quel sospiro.

Abbracciai i miei genitori e quelli di Pamela, seduti sul divano di casa mia. Mi era mancata la tranquillità della mia casa, del giardino, della mia stanza. Era tutto come lo avevo lasciato prima di partire per Harvard.

《Quanto manca per la laurea?》.

Mio padre entrò nella mia stanza e si sdraiò sul letto, mentre io osservavo i libri sugli scaffali dei quali avevo sentito più nostalgia.

《Un mese. Un mese esatto》affermai.

Dopo qualche minuto di silenzio, mio padre continuò.

《Conosceremo il tuo fidanzato?》.

Mi presi qualche istante per rispondere, perché i miei occhi erano concentrati sulle foto appese al muro che non vedevo da tempo.

《Beh, si》.

《Quando tua madre mi ha detto che ti sposavi con un altro ho pensato che fosse uno scherzo》confessò. Il suo tono serio nascondeva quel velo di delusione che invece traspariva dai suoi occhi fissi sul soffitto.

《Perché?》.

《Non sono bravo con le parole lo sai. Ma so per certo che quando tu e Niall vi siete lasciati hai sofferto, e quando tua madre mi ha detto che ti sposavi ho pensato che tu e lui aveste... non so, fatto pace? Non dico di esserci rimasto male quando ho scoperto che non si trattava di lui. Ero solo preoccupato che tu stessi facendo uno sbaglio》.

Adesso mi guardava, come se potesse scavare dentro la mia anima per avere la certezza di non avermi ferito con le sue parole. 'Uno sbaglio' era stato ciò che mi aveva allontanata da Niall. 'Uno sbaglio' era Dana e quel bambino di cui sarebbe diventato padre. 'Uno sbaglio' era la mia vita, dal primo all'ultimo secondo. Ma ero sicura che quest'ultimo 'sbaglio' di nome Steven mi avrebbe aiutata a vivere senza sofferenza. O almeno, era quello che speravo.

《Steven è gentile. Mi ama》affermai.

Lui annuì. 《Promettimi solo di essere felice. Sempre. Non permettere a nessuno di rovinare quello che hai costruito》.

Questa volta annuii io. 'Ci proverò'.

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Pov Niall

《Niall》.

Sentii la voce di Harry in lontananza e mi voltai.

《Ehi, Harry》lo salutai.

《Dove vai?》mi raggiunse, mentre uscivo dall'albergo, e mi affiancò. Aveva un angolo della bocca sollevato in un sorriso.

《Devo prendere il biglietto per l'Irlanda》risposi. Il suo sorriso si allargò.

《Anche per la tua fidanzata?》.

《No, lei ha già altri progetti per Natale. E poi starò via solo qualche giorno》mormorai. 'E passerò il natale con Ellie e la sua famiglia' aggiunsi nella mia mente.

Fu come se Harry mi avesse letto nel pensiero.

《Sei contento di rivederla?》.

Dovevo dirgli la verità? Dovevo confessargli che non vedevo l'ora di poter stare anche solo un momento insieme a lei?

Ancora una volta, Harry riuscì impiegabilmente a capire ciò che stavo pensando. Mi fece l'occhiolino, poi rispose al telefono e si allontanò tra le piante del giardino.

Presi il mio biglietto, ringraziando un miliardo di volte l'impiegato dell'agenzia per avermelo procurato in breve tempo.

Mentre guidavo mi ritrovai pigramente a pensare se Ellie mi avrebbe invitato alla sua laurea. Ci sarei andato comunque, con o senza la sua approvazione, ma mi sarebbe piaciuto ricevere un suo messaggio. Mi sarebbe piaciuto poter festeggiare insieme a lei quel traguardo che sognava da tempo. Dentro di me sapevo già che non sarebbe stato così; se fossi andato a vederla avrebbe fatto finta di non vedermi, perché ci sarebbe stato Steven accanto a lei. A festeggiare al posto mio.

Mi rannicchiai sul sedile prima di scendere dalla macchina e raggiungere Dana. Non avevo voglia di sentire la sua voce.

Automaticamente digitai il numero di Ellie e chiamai. Quando rispose rimasi in silenzio, ascoltandola mentre rispondeva e mi chiamava in attesa che io le parlassi. Poi misi giù e trattenni il respiro. Appena chiusi gli occhi la immaginai: il suo sorriso, i suoi occhi curiosi... e per un attimo non mi sentii più solo.

Cause you make my heart race || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora