Le sue braccia mi strinsero forte, dandomi il miglior benvenuto di sempre. Sciolsi l'abbraccio e sorrisi, imbarazzata. In due anni erano cambiate così tante cose che ne avevo anche perso il conto. Seguii Niall in giardino, ascoltandolo mentre mi parlava di come mi avesse pensata spesso negli ultimi tempi, ma anche di come il poco tempo libero a disposizione non gli aveva permesso di contattare nessuno, nemmeno la sua famiglia. Annuii diverse volte, rassicurandolo con qualche sorriso e spronandolo a continuare a raccontare di sè. Era bello tornare ad essere partecipe della sua vita. Sentii la familiarità del suo sguardo, dei suoi abbracci, della sua risata, e mi sembrò di ritornare bambina.
Camminammo lungo il bordo della piscina dell'hotel, ripensando a quella che avevamo nella nostra scuola, a Mullingar. Fui sorpresa quando scoprii che si ricordava ancora la volta in cui c'ero caduta dentro per errore e lui mi aveva tirato un canottino di gomma per tirarmi fuori. Quella era stata la prima volta che Niall e io scambiammo qualche parola al di fuori delle lezioni.
La risata di Niall mi riportò improvvisamente alla realtà, distraendomi da ciò che stavo pensando.
«Scusa, ho avuto una pioggia improvvisa di ricordi» ammisi, sorridendo.
«E' capitato anche a me, stanotte. Pensa che non sono riuscito a chiudere occhio».
Lo guardai, sorpresa. «Ma non mi dire» esclamai, senza confessare che anche a me era successa la stessa cosa.
«E Ally e Mattews? Stanno ancora insieme?» domandò curioso.
Ally e il suo ragazzo Mat erano i nostri vecchi compagni di classe. Eravamo stati io e Niall a farli incontrare e a fare in modo che si mettessero insieme.
«Eccome! Si stanno per sposare. Dicono che Ally sia incinta di due gemelli» risposi. La sua espressione sconvolta mi fece scoppiare a ridere.
«Beh, direi che si sono dati da fare» affermò, unendo la sua risata alla mia. «E Kat?».
Katherine, o Kat, come la chiamavamo di solito, era una delle nostre amiche più fidate. Abitava un isolato più avanti del nostro e ci incontravamo spesso nel tragitto verso la scuola. Ricordavo i suoi lunghi capelli dorati sempre in ordine, legati in una treccia rigida che la madre le faceva ogni mattina. Pensando alla sua treccia, mi venne quella che mi ero fatta quel giorno e pensai in che condizioni potesse essere dopo tutti quegli abbracci. Approfittando di un minuto di distrazione di Niall, tolsi l'elastico e ravvivai i capelli con le dita, lasciandoli sciolti. Ricordai di non aver ancora risposto alla sua domanda.
«Si è trasferita in Francia con la sua famiglia» replicai.
«Sono cambiati proprio tutti» aggiunse malinconico.
«Anche noi siamo molto cambiati» intervenni, fermandomi accanto a lui sulle scale vicino l'ingresso dell'hotel. Il suo sguardo per pochi secondi incrociò il mio.
«Siamo cresciuti» ribattè. «E quando si cresce si cambia, è inevitabile».
Rimasi in silenzio per qualche secondo, persa nei suoi occhi.
«Io non credo di essere cambiata così tanto» ammisi, tentando di smorzare quel poco di tensione che si era instaurata tra noi. «Mi piace ancora darti pizzicotti sulla spalla».
Rise. «Ho ancora i lividi dei tuoi pizzicotti!» esclamò, accarezzandosi la spalla.
Risi anch'io. Possibile che dopo così tanto tempo io e Niall fossimo ancora così legati? Credevo che quando me lo sarei ritrovato di fronte mi sarei sentita imbarazzata, confusa, senza sapere cosa dire. Invece no, era tutto esattamente come al solito, come quando passavamo pomeriggi interi seduti sull'erba all'ombra di un vecchio pino. Fu come se in quel momento riuscissi a sentire l'odore delle foglie verdastre di quell'albero, il lieve cinguettio degli uccelli che di tanto in tanto svolazzavano da ramo in ramo, il soffice vento che mi scompigliava i capelli. Anche Niall era assorto nei suoi pensieri. Guardava nostalgico il cielo, le nuvole bianche che lo contornavano.
«Goditi tutto questo Niall» intervenni all'improvviso, rompendo quel silenzio pieno di pensieri. «Non capita a tutti di poter avverare i propri sogni. Tu ci sei riuscito, quindi goditelo». Suonava più come un avvertimento che come un consiglio sincero, ma decisi di non aggiungere altro.
Smise di camminare e mi rivolse uno sguardo imbarazzato. Una delle sue mani toccò la mia, stringendola forte.
«So di essere stato fortunato. Lo ammetto. Ma mi mancano tante cose. Mi manca Mullingar, mia madre, la mia famiglia, i miei amici. Mi manca poter andare in giro liberamente come un ragazzo normale. Però ne vale la pena. Ne sono convinto».
L'istinto di abbracciarlo prese il sopravvento. Gli saltai al collo, poggiando il mento sulla sua spalla.
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Non ero mai entrata in uno studio di registrazione. Erano due stanze abbastanza grandi, una piena di aggeggi per regolare il suono e l'altra con mille microfoni posizionati nei modi più strambi. Uno pendeva addirittura dal soffitto. Dall'altra parte della stanza, attraverso un vetro trasparente, scorsi un ragazzo ricciolino che parlava scherzosamente con un altro ragazzo di spalle. Harry Styles e Zayn Malik erano esattamente di fronte a me. Quando videro Niall e me sorrisero e si avvicinarono parlando a bassa voce fra di loro.
«Ragazzi lei è Ellie» disse Niall, posandomi una mano sulla spalla.
«Piacere di conoscerti Ellie» aggiunse Zayn senza presentarsi, dando ovviamente per scontato che io lo conoscessi. Harry mi prese la mano e la strinse con decisione.
«Io sono Harry».
«E io Louis!» esclamò un'altra voce, sbucando in mezzo a Harry e Zayn. «Liam è in sala registrazione con i vocalist».
Restammo per qualche secondo in silenzio. Mi sentivo piuttosto in imbarazzo da sola in mezzo a quattro ragazzi. Ma la presenza di Niall bastava a farmi sentire un pò più a mio agio.
«Resti con noi a pranzo?» domandò Harry, guardando l'orologio. «E' già mezzogiorno».
Mi voltai verso Niall, accertandomi che fosse d'accordo. Lui mi fece un cenno di approvazione con la testa e mi sorrise.
«Va bene» mormorai.
Dopo qualche secondo tutti tornarono a fare quello che stavano facendo prima del mio arrivo. Zayn tornò dall'altra parte della stanza per completare le prove, Louis si accomodò su una sedia e cominciò a pizzicare in modo confuso le corde di una chitarra e Harry si sdraiò su un divano, rivolgendomi qualche occhiata.Qualche minuto dopo lo beccai con lo sguardo fisso su di me. Distolse lo sguardo, fingendo di essere concentrato su uno spartito di musica che teneva in mano, e io scossi la testa in modo impercettibile, divertita.
«Vieni con me» intervenne Niall, prendendomi per un braccio. Lo seguii senza esitazione. Mi portò davanti la porta della sua stanza e mi invitò ad entrare.
Era molto più simile ad un'appartemento che ad una stanza d'albergo. Aveva un soggiorno piuttosto grande, con divano, televisione e un tavolo enorme; nella stanza accanto c'era un letto ad una piazza e mezzo, sulle sfumature del blu. Le pareti erano di un colore chiaro, simile al verde acqua.
«E' quasi più grande di casa mia» esclamai incredula. «E' solo la tua stanza?».
«Si» rispose. «Anche a me sembra enorme, ma ti assicuro che è molto meglio dei letti del tour bus» disse, facendosi scappare una piccola risatina.
«Come ti sono sembrati i ragazzi?» domandò improvvisamente, cogliendomi di sorpresa.
«Sono...simpatici» balbettai, confusa.
«Solo simpatici? Cioè non ti ha colpito nessuno di loro im particolare?».
«Direi di no. Insomma, c'è da ammettere che sono belli».
«Quindi niente colpo di fulmine?». Gli lanciai un'occhiata sbigottita e scoppiai a ridere.
«Colpo di fulmine? Intendi se sono innamorata di qualcuno di loro che, tra parentesi, conosco da nemmeno tre minuti?» domandai incredula.
«Hai ragione è ... ridicolo!». Rise, ma fu una risata strana, quasi forzata.
«Harry sembrava parecchio incuriosito» affermò.
Continuai a ridere, dal momento che era una cosa impossibile che io piacessi ad un ragazzo come Harry. Era ancora più impossibile della mia ammissione ad Harvard.
«Ma se per caso lui ti chiedesse di uscire tu accetteresti?».
«Niall! Parliamo di Harry Styles! E' impossibile che gli interessi una come me!» sbottai, poggiando la schiena contro il muro.
«Non mi sembra una cosa impossibile. Sei bella e intelligente».
Arrossii. Lui se ne accorse e rise. «Non te l'avevo mai detto, ma è quello che penso».
Cominciarono a tremarmi le mani e il mio cuore diventò incontrollabile. Era la cosa più dolce che Niall mi avesse mai detto. Mi avvicinai a lui, fino a quando il mio viso non si trovò esattamente a pochi millimetri dal suo.
«Se Harry o chiunque altro dovesse chiedermi di uscire, chiederò sempre il tuo parere prima di rispondere di si, perchè per me è importante sapere cosa ne pensi» cominciai. «E pretendo che tu faccia la stessa cosa quando uscirai con qualcuno».
Lo guardai negli occhi. Era la prima volta che il mio cuore batteva in quel modo di fronte a Niall. Era la prima volta che mi sentivo così vicina a qualcuno, tanto da poterne sentire il respiro.
«Ti voglio bene» mi sussurrò ad un orecchio.
«Anch'io» risposi, alzando lo sguardo per incrociare il suo. Mi diede un piccolo bacio sulla fronte e il mio cuore sussultò.
Ero sorpresa di me stessa, di quello che avevo provato. Innamorata? Era quello l'amore o, per lo meno, l'inizio di qualcosa? Era per questo che non facevo che pensare a lui? Non potevo essere innamorata di Niall. Non potevo rovinare la nostra amicizia, la cosa a cui tenevo di più.
Promisi a me stessa che niente ci avrebbe mai separato. Nemmeno il mio amore per lui.
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Cause you make my heart race || Niall Horan
FanfictionTutto intorno a lei le ricordava la sua infanzia: la soffitta impolverata, un baule pieno di cose, una piccola collana di creta. Tutto sembrava riportarle in mente il suo migliore amico, con il quale non aveva più parlato per paura di risultare inva...