Capitolo 33

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Pov Niall

Composi il suo numero e attesi in linea. Dopo qualche secondo la voce della segreteria mi costinse a riattaccare e lo feci, anche se speravo ancora che rispondesse. Ma non lo avrebbe fatto. Eppure mi aveva assicurato che si saremo visti, che mi avrebbe ascoltato. Invece mi aveva lasciato qui ad aspettarla per più di un'ora. Mi sentivo uno stupido a credere che sarebbe davvero venuta dopo tutto quello che era successo negli ultimi mesi, ma una parte del mio cuore nutriva ancora la speranza che magari un giorno di sarebbe sistemato tutto. Era solo una fantasia però, perchè niente sarebbe tornato come era una volta.
Mi voltai verso l'ingresso del bar dove di solito la vedero lavorare e vidi che qualcuno stava entrando. Le mie labbra si piegarono in un piccolo sorriso che si spense all'instante, appena la ragazza sorpassò la soglia ed entrò. Era Pamela. Provai a fare finta di niente e afferrai il menù di frappè, ma mi aveva già adocchiato e si stava avvicinando.
- Niall - mi salutò.
- Ciao Pamela - ricambiai inespressivo.
- Non pensavo di vederti - mormorò alzando un sopracciglio confusa. Era logico che pensava che non sarei più tornato qui dopo la mia discussione con Ellie.
- Nemmeno io pensavo di tornare in effetti - risposi.
- Ellie è uscita di casa poco fa se la stai cercando. Dubito che voglia incontrarti però - affermò camminando verso il bancone dei gelati.
- Ti ha detto dove stava andando? - chiesi.
- Gliel'ho chiesto ma è rimasta molto vaga. Ha detto che andava fuori a fare una passeggiata ed è uscita di corsa. Spero solo che non si stia cacciando in qualche casino... o in qualche ragazzo pronto a farle del male di nuovo -. Sottolineò l'ultima parte della frase e si voltò per servire un cliente. Non avevo mai pensato all'ipotesi che Ellie potesse aver incontrato un altro ragazzo. In realtà non volevo pensarci, perchè solo l'idea di vederla con qualcun altro mi faceva innervosire. Era il pensiero più egoista del mondo, ma non potevo farne a meno.
Mi alzai e uscii in fretta dal bar, dirigendomi verso l'appartamento di Ellie.
Quando arrivai davanti la porta l'adrenalina mi scorreva già nelle vene e non vedevo l'ora di poterla rivedere e chiederle perchè non era venuta da me. Avvicinai l'orecchio alla serratura e ascoltai le voci che provenivano dal'interno. Non era da sola?

... Pov Ellie ...

- Ti serve qualcosa? - mi chiese Daniel per la centesima volta in meno di dieci minuti.
- No Dan, sto bene non c'è bisogno che ti mi faccia da babysitter, davvero -
- Tieni, ti serviranno - affermò posando sul divano un pacchetto di fazzoletti.
- Grazie Dan -.
- E di che? Tanto sarai tu a pulire tutto questo cimitero di fazzolettini nel salotto - mi ricordò ridendo. Riuscii a sorridere e dopo qualche secondo Daniel mi lasciò da sola, tornando in cucina a preparare i panini per una gita a sorpresa che avrebbe fatto insieme a Pam.
Chiusi gli occhi e con la mente ritornai a Dana. Niall era riuscito a spezzarmi di nuovo il cuore e lo avrebbe fatto ancora in futuro se non mi fossi allotanata una volta per tutte da lui. Presi il cellulare e aprii la galleria di foto. Cominciai a scorrerle una per una, sorridendo il più delle volte quando sul display compariva Pamela con qualche faccia buffa o Daniel mentre si abbuffava di ciambella al cioccolato. Avevo anche qualche foto di mia madre che non sapevo nemmeno di possedere; ne trovai anche una che avevo rubato dal suo album di fotografie, visibile solo per metà perchè l'altra metà mia madre l'aveva regalata a me. Aveva una treccia lunga e bionda e probabilmente in questa foto aveva più o meno la mia età. L'altra metà della foto, che avevo io, raffigurava mio padre da giovane con la divisa da soldato. Li adoravo insieme. Si sono innamorati per caso, ma follemente. Amavo la loro storia d'amore, e il fatto che quel sentimento fosse rimasto ancora vivo tra loro. Avrei tanto voluto avere la fortuna di mia madre ed incontrare qualcuno senza tanti problemi. Proseguii con le foto, fino a quando non cominciarono a comparire le prime foto con Niall. Al mare, mentre costuivamo un castello di sabbia o a Londra, eravamo sempre sorridenti. La sua faccia era buffa e, la maggiorparte delle volte, ci guardavamo intensamente negli occhi. Come se volessimo una conferma che sia io che lui provavamo le stelle, incredibili, sensasioni.
- Ti ho portato un panino a doppio strato e ci ho messo sopra circa due chili e mezzo di salsa - esordì Daniel trascinandomi via di miei pensieri.
- Proprio come piace a me -
- Lo so. Viviamo insieme da un pò, ormai so più cose di te di quante ne sappia tu stessa -
Risi e addentai il mio panino. Daniel era diventato importante per me quanto lo era Pam o... Niall. Possibile che ogni cosa nella mia vita si ricollegasse sempre a lui? Dovevo dimenticarlo una volta per tutte.
- Dan mi aiuteresti a liberarmi di un paio di foto? - proposi. Mi guardò con aria stranita.
- Posso sapere perchè vuoi farlo o sto zitto e anuisco solamente? - chiese a metà tra il divertito e il preoccupato.
- Sta zitto e prendi un accendino -.
Mi alzai velocemente dal divano e corsi nella mia stanza. Aprii il cassetto del comodino e presi una piccola busta colorata; poi la portai a Daniel che aveva già preso il suo accendino e lo aveva posato sul tavolo.
- Sono queste - affermai buttando sul tappeto il contenuto della busta. Erano più di cento foto di Niall e me in varie occasioni. Ultimamente le guardavo spesso e non facevo altro che piangere. Eliminarle per sempre sarebbe stato il primo piccolo passo verso una vita senza Niall.
- Sei sicura di volerlo fare? Sono tutte molto belle - constatò Daniel. Non lo ascoltai e presi l'accendino. Daniel sospirò e prese la prima foto con una pinza, in modo da non ustionarsi le mani quando l'avrei trasformata in cenere. Non mi sentivo per niente sicura di quello che stavo facendo, ma dovevo fare qualcosa per rimettere insieme i pezzi della mia vita.
- Al mio tre. Uno, due e... - Al tre la fiamma debole dell'accendino toccò un'estremità della fotografia. Lentamente prese a bruciare fino a quando non rimasero solo piccoli frammenti sul pavimento.
- Come ti senti? - sussurrò Daniel.
- Mi sentirò meglio appena avrò finito - risposi.
- Ne sei davvero così sicura? -.
No, non lo ero. Ma andai avanti lo stesso, bruciando altre dieci o quindici foto.
All'improvviso sentii un tonfo provenire dalla porta e alcuni passi frettolosi che si precipitavano giù per le scale. Daniel si alzò e io lo seguii, avviandoci insieme verso la porta d'ingresso dell'appartamento. C'erano tracce di sangue sulla superficie che si affacciava sulla scala. E non solo. Nell'aria respiravo il suo profumo. Lui era stato qui.

... Pov's Niall ...

- Sono a casa - mormorai chiudendo la porta alle mie spalle. Dana si affacciò dalla cucina sorridendo e mi venne incontro.
- Hai incontrato Paul per la sala del ricevimento? - domandò entusiasta.
- Si è tutto sistemato - mentii. Nascosi la mano insanguinata dietro la schiena, sperando che non se ne accorgesse.
- Hai preso le misure per il vestito? - chiesi per cambiare argomento.
- Si e ho anche comprato un paio di cose che potrebbero servirmi... ah e ho incontrato la tua amica... El ehm... Ellie. Andava così di fretta che mi ha quasi fatto cadere -
Sbiancai e strinsi i pugni. Le ferite sulle nocche della mano destra mi provocarono ancora più dolore, ma cercai comunque di non farlo notare. Mi schiarii la voce.
- E... le hai detto qualcosa? - domandai.
- Le ho solo detto del matrimonio... pensavo che avesse il diritto si saperlo anche lei no? E poi adesso sta con Steven, quindi sarà tra gli invitati -.
Una goccia di sangue cadde sul pavimento e Dana sgranò gli occhi.
- Cosa hai fatto alla mano? -.
- Sono scivolato - mentii nuovamente e la scansai delicatamente con un braccio, salendo le scale che portavano in soffitta.
- Dove vai? - urlò.
- Devo cercare una cosa -.
Non la ascoltai mentre mi urlava ancora, continuando a chiedere cosa mi fosse successo e mi chiusi in soffitta.
L'odore era nauseante e c'era poca luce, per questo sapevo che Dana non sarebbe mai salita lì. Anche la mia casa in Irlanda aveva una soffitta come quella; la differenza stava nel fatto che quella di casa mia aveva un sacco di ricordi che questa non avrebbe mai avuto. Mi cadde una lacrima sul pavimento, seguita da tante antre piccole gocce che crearono minuscoli cerchi nella polvere ingiallita. Non mi capitava mai di piangere. Avevo promesso a me stesso che avrei conservato le mie lacrime per l'unica cosa per la quale ne valesse davvero la pena. Avevo rovinato la mia vita nel giro di una notte, perdendo per sempre ciò che avevo di più bello. Era decisamente quella l'unica cosa che fosse mai riuscita a distruggermi il cuore.
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Uscii dalla soffitta poco più tardi, dopo che anche l'ultimo spiraglio di sole era sparito. Cercai Dana per tutta la casa e solo dopo mi ricordai della cena con le sue amiche della quale mi aveva anticipato qualcosa ieri sera. Entrai in cucina e trovai la mia porzione di cena ancora sul tavolo, coperta con uno strato abbondante di fazzoletti e un biglietto da parte di Dana.

Non aspettarmi, farò decisamente tardi.

- Okay - dissi fra me e me. Mi sedetti a tavola e infilzai un cetriolo, che sfuggì alla mia presa finendo sul pavimento. Anche lui sembrava avercela con me.
Lasciai perdere la cena e accesi la tv. Dopo aver constatato che anche la tv era arrabbiata a morte con me, visto che non aveva l'intenzione di accendersi, lasciai perdere anche quella. Chiusi gli occhi e ritornai con la mente all'appartamento di Ellie. La sua voce sembrava estremamente dolce mentre parlava con quel ragazzo. Pamela forse aveva ragione in fondo... forse Ellie aveva deciso che era arrivato il momento di farsi un'altra vita. Ma egoisticamente io non volevo che lei avesse un'altra vita che non mi riguardasse. Io volevo essere l'unico, ed ero riuscito solo a peggiorare le cose.

Cause you make my heart race || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora