La macchina di Niall arrivò un quarto d'ora in anticipo davanti casa mia e fui costretta ad aspettare l'arrivo di Steven insieme alla bionda che si lamentava delle troppe zanzare e Niall che cercava di evitarmi mentre caricava le valige sulla sua auto.
«Dovevo immaginarmi che sarebbe arrivato in ritardo!» esclamò Dana mezz'ora più tardi. Il cielo era cosparso di nuvoloni grigi, che non promettevano per niente una bella giornata. Mi poggiai pigramente sulla mia valigia, sbuffando quando la bionda insopportabile spruzzò nell'aria qualcosa che odorava di muffa.
«Che stai facendo?» domandai infastidita.
«Sto spruzzando uno spray anti-zanzare non vedi?» rispose a tono, guardandomi come se fossi l'ultima persona al mondo con la quale volesse passare il weekend. Beh, probabilmente lo ero, così come indubbiamente lei lo era per me.
«Tesoro hai finito?» chiese poi a Niall, che caricava in macchina l'ultimo bauletto del set completo di valigie che Dana si era portata dietro.
«Se magari ti limitassi a portare una sola valigia non avrei la schiena a pezzi» mormorò chiudendo il portabagagli con un tonfo.
«Ho bisogno delle mie cose Niall. Ho solo portato qualche vestito di riserva».
«Anche Ellie ha portato qualche vestito di riserva, ma ha messo tutto in una sola valigia» si accigliò, raggiungendoci davanti al portone del mio appartamento.
«Lei non è me» affermò infastidita.
Niall mi guardò per un attimo, poi rivolse il suo sguardo al braccialetto di cuoio che teneva al polso.
«Già» commentò impassibile.
Finalmente sentimmo un clacson suonare in lontananza e qualche secondo dopo la Ferrari di Steven svoltò l'angolo e si fermò dietro quella di Niall. Prima che potessi salutare Steven, Dana mi superò e cominciò a urlargli contro.
«Ho avuto un contrattempo!» si giustificò lui, alzando le mani in segno di resa.
«Ti aspettiamo da più di quarantacinque minuti ormai! Adesso prendi la tua ragazza e andiamo via» urlò indispettita.
Mi sentii morire quando notai l'occhiataccia che Niall mi rivolse sentendo la parola "ragazza". Nessuno disse nulla e in silenzio ci separammo nelle rispettive auto.«Dana pensa che io sia la tua ragazza» dissi mentre guardavo il riflesso di Steven sul finestrino. Sembrava volesse dire qualcosa, quindi rompere il ghiaccio mi sembrò la scelta migliore.
«Prenderemo una scorciatoia questa volta. Devo solo ricordarmi dove si trova e...». Stava cambiando argomento e non gliel'avrei permesso.
«Perchè Dana pensa che io sia la tua ragazza? Per via dell'altro giorno, quando sono venuta da te a pranzo?» insistetti.
«Eccola, deve essere questa l'uscita. Ho mandato un messaggio a Dana così ci seg...».
«Ho capito, è un argomento di cui non ti va di parlare» sbuffai, incrociando le braccia nervosa.
«Senti, non lo so perchè lo pensa okay? Magari perchè abbiamo passato queste settimane praticamente appiccicati tutto il giorno? Credo che sia normale che tutti lo pensino Ellie. Pensa che se non sapessi come stanno realmente le cose tra noi, anch'io penserei la stessa cosa».
«Quindi mi stai dicendo che tutti sono convinti che io e te stiamo insieme?».
«No Ellie, non intendevo tutti. Non volevo dire tutti. In fatto è che...».
«Cosa?».
«Ho... detto ad un mio amico che tu e io stiamo insieme, ma ironicamente... non ero serio te lo giuro. Ma lui ha sparso un pò la voce» confessò.
«Cioè tu hai... ora tutti... Non ci posso credere!».
«Ellie ascoltami, so che tu non provi quello che io provo per te e a me sta bene. Chiarirò tutto appena torneremo in città, te lo prometto».
Mi voltai definitivamente verso il finestrino e respirai tentando di calmarmi. Qualche minuto dopo intravidi l'enorme casa sulla spiaggia e guardai la macchina di Niall fermarsi dietro la nostra.Seguimmo Steven dentro la casa e posai la valigia nella mia stanza prima di raggiungere tutti in salotto. Passando per il corridoio, notai la porta socchiusa della stanza di Dana e Niall. Mi avvicinai lentamente e diedi una rapida occhiata all'interno. Niall era seduto sul letto con la testa fra le mani, in silenzio. Odiavo vederlo in quello stato e avrei tanto voluto abbracciarlo. Tentennai, insicura se entrare e chiedergli se stesse bene o andarmene via e fare finta di non averlo visto. Ma l'istinto ebbe la meglio.
«Posso entrare?» sussurrai aprendo lentamente la porta. Niall alzò la testa per guardarmi, poi annuì e ritornò nella stessa posizione di prima. Mi sedetti su una poltroncina abbastanza distante dal letto e sospirai.
«Tra meno di un mese è il tuo compleanno» affermai mangiucchiandomi nervosamente le unghie.
«Tornerai in Irlanda?» chiesi.
«Lo passerò con i ragazzi. Tornerò a casa per Natale» rispose.
«E... Dana verrà con te?».
Aprì la bocca per dire qualcosa, ma la richiuse velocemente. Poi mi guardò e capii cosa avrebbe voluto dirmi.
«Tua madre non sa di Dana vero? E nemmeno del bambino?» domandai agrottando la fronte.
«Avevo intenzione di dirglielo qualche settimana fa. Ma ho... paura di quello che poi penserà di me. Non che la colpa di quello che è successo sia solo mia...» mi lanciò una rapida occhiata e io lo fulminai.
«Va bene, è decisamente più colpa mia che tua. E mi dispiace che sia successo tutto questo casino, perchè all'altare anzichè Dana avrei tanto voluto portare te. Non posso farci niente se sono bravo solo a combinare casini».
Ignorai la frase che parlava di altare per evitare di piangere e continuai impassibile «Non importa di chi è la colpa. Adesso devi solo pensare a parlarne con lei. Sei suo figlio, non potrà odiarti».
«Tu mi hai odiato quando l'hai saputo. Lo farà anche lei».
«Io non ti ho odiato Niall. E comunque non stiamo parlando di me. Lei è tua madre, capirà».
In quel momento lo sguardo di Niall si spostò oltre la mia spalla e capii che non eravamo più da soli.
«Di che cosa parlavate?» chiese la biondina prendendo la sua borsetta di vernice accanto alla mia poltrona.
«Niente. Stavo giusto per andare a farmi un panino» risposi fingendo non curanza mentre mi alzavo.
«Vengo con te» affermò subito Niall, alzandosi di scatto dal letto. Dana lo guardò corrucciata e lui non perse tempo a giustificarsi.
«Ho fame. Mi farò anch'io un panino... tu vuoi qualcosa?» le chiese raggiungendomi nel corridoio. La bionda scosse la testa e mi rivolse un'occhiataccia. La ignorai e proseguii verso la cucina con Niall alle spalle.
________________
STAI LEGGENDO
Cause you make my heart race || Niall Horan
أدب الهواةTutto intorno a lei le ricordava la sua infanzia: la soffitta impolverata, un baule pieno di cose, una piccola collana di creta. Tutto sembrava riportarle in mente il suo migliore amico, con il quale non aveva più parlato per paura di risultare inva...