Capitolo 3

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Sul divano del salotto, Niall se ne stava sdraiato con la testa sulle mie gambe a rilassarsi. Da li a poco avrebbero avuto un altro concerto, quindi il tempo libero che ognuno di loro aveva a disposizione era decisamente poco.
Appoggiai una mano sul suo petto scolpito, mentre con l'altra gli solleticai il collo, per farlo ridere. Adoravo la sua risata, perchè nel corso del tempo non era mai cambiata, così come le sensazioni che mi provocava. Era travolgente, sincera e mi era mancata troppo.
I suoi occhi azzurri si posarono sui miei e il suo sguardo intenso mi incatenò a sè, impedendomi persino di respirare. All'improvviso cominciai a chiedermi se Niall fosse interessato a me come io lo ero con lui. Mille domande mi giravano e rigiravano per la mente. E se avessi detto a Niall di essermi innamorata di lui? Come avrebbe reagito? E se lui fosse innamorato di me, ma non avesse il coraggio di confessarmelo?
Qualunque fosse stata la risposta a quelle domande, sapevo che era meglio non dire nulla fino a quando non fossi stata completamente sicura dei miei sentimenti. E dei suoi, ovviamente.
«Niall!» urlò qualcuno dal corridoio, avvertendoci che il pranzo era pronto. Niall mi guardò per un lungo istante, prima di abbandonare il divano e dirigersi verso la porta. Un ragazzo dai capelli scuri fece il suo ingresso nella stanza, indossando un paio di pantaloni grigi e una maglietta nera aderente, che ne rivelava i bicipiti scolpiti.
«Ho interrotto qualcosa?» chiese Liam, accorgendosi qualche secondo dopo della mia presenza. Abbassai lo sguardo, cercando di nascondere le mie guance in fiamme.
Niall rise. «Lei è Ellie».
Sulle labbra di Liam si formò un enorme sorriso.
«La famosa Ellie!» esclamò. «Non vedevo l'ora di incontrarti. Niall non fa altro che parlare di te da ieri sera». Niall arrossì e spinse Liam fuori dalla stanza, chiudendo la porta. Sentii la sua risata mentre si allontanava per il corridoio e scossi la testa, divertita.
«Io non... beh... hai fame?» balbettò, lasciandosi scappare una risatina nervosa. Annuii e lo seguii fino alla grande sala da pranzo. Al tavolo centrale vidi Harry, Liam e altre due persone che non conoscevo, mentre tutti gli altri erano accalcati di fronte il buffet, in attesa di mangiare.
Niall mi indicò il posto di fronte a lui, accanto ad Harry, l'unico rimasto libero. Mi sedetti, imbarazzata, e rimasi in silenzio. Sentivo lo sguardo di Harry su di me, ma provai a ignorarlo e mi concentrai sull'arrosto che avevo nel piatto. Nonostante fosse tutto buonissimo, non riuscii a finire il mio piatto e ne diedi buona parte a Niall. In fondo, non mi sembrava troppo dispiaciuto della cosa.
«Per quando tempo resterai a Londra?» chiese improvvisamente Harry, avvicinando la sua sedia alla mia. Mi schiarii la voce e balbettai un incomprensibile "non lo so" che, ovviamente, lui non capì.
«Non lo so» ripetei, sforzandomi di far uscire la voce. Harry Styles era l'unica persona che riusciva a mettermi in soggezione, e non ne avevo ancora capito il motivo.
«Potresti cambiare hotel e venire qui» propose. Lo guardai, incerta. Anche se avessi usato tutti i soldi che mi ero portata dietro, non sarei riuscita a pagare neanche una notte in quell'hotel.
«Non vorrei essere un disturbo dal momento che siete impegnati con le prove» affermai. Niall mi guardò, contrariato.
«Non sarebbe affatto un disturbo. Anzi, sarebbe una cosa fantastica. Ovviamente pagherei io tutto quanto, se è questo che ti preoccupa. Sei come una sorella per me» aggiunse Niall, sorridendo per rassicurarmi. Ignorai volutamente la fitta al cuore dopo aver sentito la parola "sorella" e mi limitai ad annuire.
«Grazie» dissi, laconica.
Arrivò il dolce, ma non lo toccai. La fame era sparita, e non solo perchè ero piena dell'arrosto di prima.
«Sei fidanzata?».
Guardai Harry, sorpresa dalla domanda.
«No, non lo è» intervenne Niall al posto mio. Era sempre dolce, ma odiavo quando rispondeva al posto mio. Lo ammonii con lo sguardo e lui mimò un breve "scusa" con le labbra.
Finimmo il pranzo e, prima di alzarmi dalla sedia, Harry mi poggiò una mano sulla spalla facendola scivolare lungo il braccio, fino alla mano. Incastrò qualcosa fra le mie dita, un bigliettino forse, poi mi sorrise e se ne andò. Rimasi immobile per qualche minuto, mentre la mia mente cercava di capire cosa fosse appena successo. Nascosi il fogliettino nella tasca del mio vestito e corsi via.
Raggiunsi la camera di Niall e mi sedetti sul divano, indecisa se leggere il bigliettino e rischiare che Niall lo vedesse o aspettare fino a quando non fossi rimasta da sola. Qualunque cosa fosse scritta in quel fogliettino di carta, volevo che rimanesse per me; dopotutto Harry aveva fatto in modo che nessuno si accorgesse di nulla.
«Devi dirmi qualcosa?».
Guardai il mio migliore amico e scossi la testa.
«Sicura? Tu e Harry non facevate che guardarvi di continuo a pranzo» disse Niall, sedendosi accanto a me sul divano. Rilasciai un lungo respiro di sollievo.
«Guardarci? Eravamo seduti uno accanto all'altra e abbiamo solo scambiato qualche parola» dissi.
«E quando si è avvicinato a te dopo pranzo? Ho visto che sei rimasta confusa e non ti sei neanche accorta che ti stavo chiamando. Che cosa ti ha detto? domandò, poggiandomi un braccio sulle spalle.
«Niente» risposi. Niall mi guardò corrucciato. Evidentemente ero stata poco convincente.
«Non capisco perchè devi nascondermi il fatto che ti piace».
Arrossii di colpo. «Che? No!».
«Perchè no? Si vede che è interessato a te». Nonostante tentasse di mascherarlo, sentivo il fastidio nella sua voce dietro ogni parola.
«Beh, anche se le cose stessero così, non potrà funzionare. Non sono interessata a lui» obiettai.
«Lo sembri» concluse.
Arrabbiata, mi alzai dal divano. Non poteva definirmi una "sorella" e poi fare queste scenate di gelosia. Stavo per urlargli in faccia, quando mi accorsi che la sua attenzione non era più rivolta a me, ma ad un pezzettino di carta che teneva fra le mani. Controllai subito la tasca del mio vestito e mi accorsi che il bigliettino di Harry non era più lì. Rimasi in silenzio, non sapendo cosa dire.
«Ti ha invitato fuori a cena, Ellie» affermò corrucciato. Lo guardai, incredula.
«Lui cosa?».
«E' scritto qui. Nel bigliettino che stavi cercando di nascondermi».
Tutta la rabbia che avevo dentro si trasformò in senso di colpa. Avevo promesso di dirgli tutto e invece, alla prima occasione, ero venuta meno al nostro patto.
«Mi dispiace. Non sapevo cosa ci fosse scritto e non volevo nascordertelo. E' solo che...».
«Non fa niente» disse, interrompendomi. «Ci andrai?».
Ci sarei andata? Non lo sapevo ancora.
«Ci penserò. Non sono venuta qui nè per lui nè per nessun altro. Io sono venuta qui per stare con te».
Il suo sguardo si addolcì all'istante e mi sentii subito meglio. Ritornai accanto a lui e lo abbracciai.
«Ho bisogno di un favore» gli sussurrai ad un orecchio. «Devi accompagnarmi in un posto».
Mi sorrise e i nostri visi arrivarono quasi a toccarsi.
«Dove?» chiese, avvicinandosi ancora di più.
Il mio sguardo si spostò sulle sue labbra, a pochi millimetri dalle mie. Per qualche secondo restai immobile, crogiolandomi tra le sue braccia calde. Poi distolsi lo sguardo e ritornai alla realtà.
«E' una sorpresa» risposi.

Cause you make my heart race || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora