Capitolo 13

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Mi strofinai gli occhi ancora assonnata. I piedi, abbastanza indolenziti per la serata di ieri, non ne volevano sapere di lasciare il materasso mordido del mio letto. Picchiettai con il braccio accanto a me e mi accorsi che Niall era già in piedi. Era di fronte a me, con il viso rivolto al di fuori della finestra, sospirante. Il leggero venticciolo gli scompigliava i capelli color oro e ne illuminava il contorno come una cornice di un bianco candido e quasi magico.

Mi alzai dal letto e nonostante avessi fatto molto piano, lui mi sentì comunque mentre avanzavo verso di lui. Le sue Nike bianche erano ancora accanto al letto, nella stessa posizione in cui le avevo messe la sera prima e la sua metà di letto completamente rifatta alla perfezione.

- Dormito bene? - domandò senza voltarsi, ammirando il panorama davanti a noi. Tanti grattacieli illuminati dalla fievole luce del sole, il rumore dei clacson di taxi e auto che frettolosamente si mischiavano al traffico cittadino, gli uccellini appena svegli che levavano un dolce cinguettio dagli alberi circostanti... Non ero abituata alle grandi città e questo miscuglio di rumori e viste mozzafiato mi toglievano il respiro ogni mattina appena sveglia.

- Spero solo di non aver russato - mormorai ironicamente affacciandomi dalla finestra accanto a lui.

- Solo un pò, ma va bene così - continuò sorridendo e illuminando la mia stanza più del sole che sorgeva davanti a noi - E scusa per ieri -

Lo guardai perplessa, poi sorrisi - Non devi affatto scusarti. Sei stato veramente carino ad aspettarmi fino a tardi -

Ebbi come la sensazione che le sue guance si velarono di un leggero rossore per la mia affermazione. O forse per il semplice fatto che il suo viso era coperto dai caldi raggi del sole. O forse lo stavo solo immaginando.

- Come è andata ieri? - chiese poi tornando quasi completamente serio.

- Abbiamo cenato e poi mi ha riportato a casa - risposi - Non volevo fare tardi -

- E... in generale... di cosa avete discusso? - insistette voltandosi a guardarmi mentre i miei occhi restavano puntati sul cielo azzurro sovrastato dai grattacieli.

- Niente in particolare. Mi ha detto che è qui a Londra per lavoro e che questa opportunità potrebbe cambiare la sua vita.. Ma è rimasto piuttosto vago sull'argomento -

Continuò a fissarmi con aria pensierosa. Nei suoi occhi vedevo un pò della sua solita aria dubbiosa ogni volta che parlavo di Stefan.  

Qualcuno ci interruppe bussando alla porta. Entrò Maura con un vassoio pieno di cornetti e due enormi tazze di latte caldo e fumante.

- Giorno ragazzi - ci salutò poggiando il vassoio sulla scrivania.

- Giorno - la salutammo in coro io e Niall avvicinandoci attirati dal profumino di nutella che proveniva dai cornetti.

- Avete dormito insieme stanotte? Ho bussato in camera tua ieri sera ma non rispondeva nessuno - Più che essere arrabbiata del fatto che io e suo figlio avessimo dormito insieme, la sua espressione dava un aria quasi soddisfatta e felice.

Imbarazzato Niall afferrò il suo cornetto e poggiò la schiena al muro, lanciandomi qualche occhiata veloce e sorridente.

- Si è fatto tardi, io vado alle prove - mormorò il mio migliore amico dandomi un bacio sulla guancia e facendo la stessa cosa con sua madre prima di uscire.

- Tu invece vestiti, voglio portarti al centro commerciale. Considerala come un'uscita madre-figlia. Ho voglia di farti un regalo - mi disse Maura accarezzandomi una guancia.

Cause you make my heart race || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora