«Dovevi vederla Pam, non l'avresti riconosciuta. Quando mi ha abbracciata è stato così... strano. Non me l'aspettavo».
Pam era seduta sul tappeto di fronte al letto e giocherellava con un calzino. Non aveva detto neanche una parola, ma si era limitata ad ascoltare con attenzione tutto il mio racconto, dalla scelta del vestito da sposa fino all'inaspettato incontro con Dana.
«Lei sa qualcosa che io non so. E sento che è qualcosa che dovrei sapere».
«Hai provato a chiedere a Steven?» chiese.
Sbuffai e alzai gli occhi al cielo. «Si, Pam. Gliel'avrò chiesto centinaia di volte, ma continua a dirmi che quando arriverà il momento me lo dirà. Dice che non è nulla che mi riguarda».
«Sarà. Ma se fossi in te indagherei più a fondo su tutta questa situazione».
Mi sedetti sul letto e mi coprii il viso con un cuscino. Il matrimonio era vicino, troppo vicino, e c'erano ancora un mucchio di cose che avevo intenzione di chiarire con Steven. Ultimamente era diventato molto più evasivo del solito.
«Comunque, so che Niall e Dana hanno deciso di sposarsi a Londra e non qui» affermò all'improvviso. Tolsi il cuscino dalla faccia e la guardai, confusa.
«Come lo sai?».
«L'ho sentito dire a Paul, che l'ha sentito dire ad una ragazza, che lo ha sentito dire ad una sua amica, che è sicura di averlo sentito dire ad una fan di Niall che l'ha sentito parlare al telefono di questa cosa».
Continuai a guardarla corrucciata. «Forse è meglio chiederlo a Steven».
«Decisamente» concordò lei.
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«E' vero. Dana ha deciso di spostare il matrimonio a Londra» confermò Steven, con aria disinteressata.
«Ah. E sai il motivo?».
Sbuffò e si versò del vino rosso in un bicchiere. In attesa di una risposta glielo presi dalle mani e ne bevvi un sorso, posandolo sul tavolo accanto a me.
«Perchè ti interessa tanto saperlo?».
«Perchè alle mie domande sai solo rispondere con altre domande?» sbottai. Era esasperante.
Si alzò, prese di nuovo il bicchiere di vino e sospirò. «Forse perchè Niall voleva farlo lì, forse perchè a Dana piace Londra, che importa del perchè? Staranno lontani da noi, se è questo che ti preoccupa».
«Pensavo che tu e Dana foste amici» dissi. Lui abbassò lo sguardo e sospirò ancora.
«So dove vuoi andare a parare con questa discussione. Non ti dirò perchè abbiamo litigato Ellie. Mi spieghi perchè non riesci ad avere fiducia in me?».
«Tu mi nascondi le cose. Fai in modo che io rimanga fuori da tutto il tuo mondo mentre tu pretendi di fare parte del mio» urlai, anzandomi dalla poltrona del salotto e avvicinandomi alla porta.
«Dove vai?» chiese Steven, corrucciato.
«Non credo che ti piacerebbe saperlo» affermai, chiudendo la porta di ingresso alle mie spalle. Attraversai il vialetto del giardino e presi la bici, allontanandomi dalla villa. L'aria fresca mi pizzicava le spalle e mi rimproverai mentalmente per non aver preso una giacca prima di uscire. Superai le ultime villette a schiera del quartiere e continuai fino a quando non mi ritrovai davanti casa di Dana. La macchina di Niall non c'era, ma una stanza della casa era illuminata, quindi era probabile che Dana fosse in casa da sola.
«Almeno una cosa a mio favore oggi» commentai, mentre suonavo il campanello. Il cancello si aprì con uno scatto ed entrai, posando la bicicletta accanto alle scale che portavano alla porta d'ingresso. Quando alzai lo sguardo, notai che Dana mi stava osservando dall'uscio della porta, con una tazza di cioccolata in mano.
«Ciao» mi salutò, sorpresa.
«Scusa se sono venuta senza avvisare» mormorai, imbarazzata. Un brivido di freddo mi attraversò e cominciai a strofinarmi le mani sulle braccia per scaldarmi.
«Non c'è problema. Entra o finirai per congelarti».
La sua gentilezza mi stupì ancora una volta. Sembrava che la vera Dana fosse stata rimpiazzata dal suo opposto. Magari mi stava solo prendendo in giro fingendo di essere diventata gentile con me...
«Ti andrebbe della cioccolata?» chiese, prendendomi alla sprovvista. Balbettai un si poco convinto e lei sparì in cucina, tornando qualche secondo dopo con una tazza fumante di cioccolata. Quando la assaggiai però, il suo gusto mi sorprese.
«Cioccolata, miele e latte?» domandai, annusandola e prendendone un altro sorso.
«E' un vizio che ho da quando ero piccola. Li adoro insieme. E' come se il dolce di questa cioccolata rimpiazzasse...».
«L'amaro della vita» completai. Era una frase che mi ripeteva spesso mio padre.
«Esatto» affermò lei, sorpresa quanto me.
Restammo in silenzio, in piedi l'una di fronte all'altra. Nonostante la maglia di tre o quattro taglie più grande, la pancia di Dana era ormai più che visibile.
«Vorrei che nascesse in Inghilterra, dove sono nata anche io» disse, mentre un angolo della bocca si piegava in un piccolo sorriso.
«E' per questo che vi sposate lì?» chiesi.
«Anche per questo. Ma non solo».
Annuii e posai la tazza su un tavolo accanto al divano del salotto. Fuori, nel frattempo, aveva iniziato a piovere e cominciai a sentire freddo nonostante la cioccolata appena finita. La presenza di Dana per la prima volta non mi infastidiva. Il suo sguardo si era addolcito e sotto le luci soffuse della stanza, riuscii a intravedere una parte di lei sulla quale non mi ero mai soffermata. I suoi occhi erano diversi, mi sorridevano. Era davvero così bello diventare madre? Riusciva davvero a cambiarti così, da un giorno all'altro?
«Steven sa che sei qui?».
Si sedette sul divano e io presi posto nella poltrona di fronte a lei. Scossi la testa e lei annuì.
«Non sono sicura di poterti dare delle risposte, Ellie» mormorò, abbassando lo sguardo.
In quell'attimo in cui i nostri occhi si incrociarono, capii che qualcosa era cambiato. Non c'era più di mezzo solo me e Steven, ma qualcos'altro. Qualcosa che tutti sembravano sapere tranne me.
«Tutte queste liti, tu che sposti il tuo matrimonio all'improvviso, Steven sempre nervoso e iperprotettivo e, come se non bastasse, troppe domande a cui nessuno vuole rispondere. Dana io lo so che tra di noi non ha mai funzionato. Però adesso sento sei l'unica persona di cui mi posso fidare, anche se non so il perchè».
Sospirò, guardandomi ancora.
«E' complicato. Ho paura di quello che potresti pensare, o fare...».
«La verità. Ti prego».
Si alzò e uscì dal salotto, lasciandomi sola sulla poltrona di pelle rossa. Chiusi gli occhi per qualche secondo, poi la mano di Dana prese la mia e mi trascinò con delicatezza al piano di sopra. Entrai nella sua stanza, ricordandomi l'ultima volta che ero entrata in quella casa. Ero ubriaca e confusa. Confusa lo ero anche in quel momento, in realtà.
«Ho ritrovato questo vecchio album qualche giorno fa. Non avevo idea che fosse qui» affermò, posando il grande raccoglitore su un tavolo. Mi avvicinai e lo guardai con attenzione, cercando di capire cosa c'entrasse con Steven o con qualunque altra cosa riguardasse me. Lei lo aprì e cominciò a sfogliarne le pagine. Niall non mi aveva mai parlato della famiglia di Dana, e nemmeno Steven. Sembrava nervosa, mentre ad una ad una le foto scorrevano davanti ai miei occhi come ricordi ingialliti e preziosi di una Dana diversa, una Dana che non avevo avuto occasione di conoscere.
«Direi di cominciare dall'inizio, non credi?» mi domandò, insicura. Svoltò l'ultima pagina e mi mostrò l'unica foto al centro della pagina. Una famiglia. Ma non una famiglia qualsiasi. La guardai, mentre il respiro diventava pesante.
«Che significa?» chiesi, con un filo di voce.
«Abbiamo molto di cui parlare, Ellie».
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Cause you make my heart race || Niall Horan
FanficTutto intorno a lei le ricordava la sua infanzia: la soffitta impolverata, un baule pieno di cose, una piccola collana di creta. Tutto sembrava riportarle in mente il suo migliore amico, con il quale non aveva più parlato per paura di risultare inva...