Capitolo 1

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Il cellulare squillò, facendomi sussultare. Mi ci volle qualche secondo per capire dove mi trovassi e che ore fossero, ma quando mi resi conto di aver dormito per più di 10 ore di seguito, cominciai ad entrare nel panico. Afferrai una giacca qualsiasi e la indossai, mentre mi spostavo davanti lo specchio per darmi una sistemata veloce ai capelli. L'orologio segnava le 14:20. Avevo saltato colazione e pranzo, e mi chiesi che opinione si fossero fatti di me i proprietari dell'hotel, dal momento che ero rimasta chiusa dentro quella stanza dalla sera prima senza mai uscire. Trovai una chiamata persa da Pamela, ma decisi che l'avrei chiamata più tardi. Se non avessi cominciato subito a rendermi presentabile per il concerto, sarei arrivata con il mio solito ritardo e per di più in condizioni pessime. Ma quella volta era troppo importante che io arrivassi puntuale, perchè avevo tutta l'intenzione di assicurarmi un posto nelle prime file.
Dopo una lunga e rilassante doccia, indossai un paio di jeans attillati e una magliettina nera a maniche lunghe con lo scollo a cuore. Indossai un paio di converse, per assicurarmi di stare comoda per tutta la durata del concerto e raccolsi i capelli rossi in una treccia. Poi mi guardai allo specchio; non ero pienamente soddisfatta del mio aspetto, ma il tempo passava troppo velocemente e avrei rischiato di fare tardi. Chiamai un taxi e in meno di un quarto d'ora arrivai al concerto. Raggiunsi lo spiazzo mezzo pieno di fronte al palco e mi accorsi che l'unico posto non troppo confusionario erano le ultime file.
«Meglio che morire soffocata in mezzo alle urla» mormorai.
Il concerto cominciò circa mezz'ora più tardi. Niall e gli altri ragazzi fecero il loro ingresso e tutti sembrarono impazzire. Osservai Niall e sorrisi, non riuscendo ancora a credere di essere arrivata fino a lì. Partì Moments, la mia canzone preferita, e ogni persona presente cominciò a canticchiarla. Si formò un coro stupendo e quando spostai di nuovo lo sguardo sul mio migliore amico, notai quanto i suoi occhi apparissero soddisfatti di fronte a tutto quello spettacolo. Avrei tanto voluto abbracciarlo e dirgli quanto fossi fiera di lui. Le luci giocavano con mille colori diversi, illuminando parte delle ragazze e dei ragazzi presenti. Improvvisamente ebbi la sensazione che Niall fosse riuscito a vedermi in mezzo a quella folla di fan urlanti. Il mio cuore cominciò a battere forte e agitai una mano, poi l'altra, saltellando sul mio posto perchè si rendesse conto che io ero davvero lì con lui. Ma poi distolse lo sguardo e io abbassai le mani, arrestando ogni tentativo di farmi vedere. Le urla erano ormai incontrollabili, tanto che anch'io cominciai ad urlare a squarciagola, senza un motivo preciso.
«Un enorme grazie a tutti i ragazzi che questa sera sono stati qui con noi, spero che vi siate divertiti!» esclamò Harry Styles, facendo un piccolo inchino. Poi tutto si oscurò e, quando le luci si riaccesero, degli One Direction non c'era più alcuna traccia.
Il concerto era passato in un lampo. La felicità per aver rivisto Niall si trasformò velocemente in nostalgia. Volevo rivederlo, almeno una volta. Doveva sapere che ero stata qui. Cercai il suo numero in rubrica e scrissi velocemente un messaggio, prima che potessi cambiare idea. Me ne sarei pentita per tutta la vita se non lo avessi fatto, lo sapevo.

"Rivederti è stata la cosa migliore della mia vita. Spero che tu non ti sia dimenticato di me, Niall.
xxx Ellie"

Non ricevetti subito una risposta. Ma c'era da aspettarselo, visto che il concerto era appena finito.
Non volevo tornare subito in albergo, così decisi di fare un giro per Londra, che di notte era ancora più bella. Mi fermai accanto ad un piccolo pub che si affacciava sul Tamigi, scattando qualche foto da inviare ai miei genitori. Poi il telefono vibrò.

"Ellie? Oddio quanto tempo è passato dall'ultima volta che abbiamo parlato?"

Risposi. "Abbastanza"

Per qualche minuto non rispose. Poi finalmente il telefono vibrò nuovamente.

"Spero tanto di non aver decifrato male il tuo messaggio. E' quello che penso? Sei a Londra?"

"Indovinato" replicai, mentre il mio cuore accelerava i suoi battiti fino a scoppiare.

"Devo vederti. Assolutamente. È incredibile! Domani mattina va bene?"

Il suo entusiasmo mi fece sorridere. "Mi sembra perfetto"

Rimasi per qualche minuto a fissare il vuoto, ripercorrendo mentalmente quello che era appena successo. Poi mi lasciai prendere dall'entusiasmo e dovetti tapparmi la bocca con una mano per non urlare. Non ci potevo credere.

__________

Passai tutta la notte senza chiudere occhio. Avevo un pensiero fisso in mente che, nonostante provassi a far sparire, continuava a torturarmi. Non sarei riuscita a dormire nemmeno se ci avessi provato tutta la notte.
Aprii l'armadio e buttai sul letto tutti i vestiti. Ne provai più di dieci e alla fine decisi di indossare un vestitino rosa chiaro che Pamela mi aveva costretta a portare nel caso si fosse presentata "un'occasione importante". Già me la immaginavo: se solo avesse saputo di Niall avrebbe cominciato a urlare e a saltellare per tutta casa.
Erano già passate all'incirca tre ore e, più guardavo tutti i vestiti buttati a caso sul letto, più mi rendevo conto di quanto fosse assurdo che io stessi scegliendo così attentamente l'abbinamento migliore. L'influenza di Niall su di me e il mio umore era decisamente evidente.
Alle 9 in punto presi un taxi e indicai al tassista la via dell'hotel dove il mio migliore amico mi aveva dato appuntamento. Prima di scendere dall'auto presi un respiro profondo, pensando a cosa avrei detto e a cosa avrei fatto una volta di fronte a Niall. La mia mente non sembrava voler collaborare, quel giorno, perchè non riuscivo a concentrarmi su nulla. Ringraziai il tassista e lasciai il taxi, avvicinandomi all'ingresso di quell'hotel immenso. Qualcuno mi afferrò per il braccio e io sussultai. Un uomo alto e robusto mi squadrò con attenzione, poi scosse la testa.
«Non è permesso l'ingresso a persone non autorizzate. Mi dispiace» affermò, trascinandomi gentilmente via dalla reception. Considerato il mio vestitino ridicolo e quella treccia completamente spettinata doveva avermi scambiato per una bambina alla ricerca di autografi.
«Mi chiamo Ellie Edwards e sono autorizzata ad entrare» affermai con tono più fermo possibile, scansando il braccio dell'uomo che mi tratteneva. L'uomo non si arrese e si lasciò scappare una risatina.
«Autorizzata? E da chi? Mi lasci lavorare, signorina. Lei va via senza fare storie e io farò finta di non averla vista».
«Da Niall Horan. E' un mio amico. Anche io sono Irlandese» precisai, sperando di convincerlo.
Per tutta risposta, l'uomo rise e mi accompagnò forzatamente all'uscita. Provai a liberarmi, ma la sua stretta era decisa attorno al mio braccio.
«Non sto scherzando!» protestai.
«Ellie! Sei tu?» esclamò Niall, correndo verso di noi. L'uomo mi lanciò uno sguardo sorpreso e io lo guardai con un ghigno soddisfatto.
«La conosci?» domandò l'uomo, imbarazzato.
«Si. Puoi andare» rispose Niall.
I suoi occhi mi studiarono con attenzione, catturando ogni particolare. Mi sentii estremamente a disagio con quel vestito, e pensai che sarebbe stato molto meglio indossare i jeans che avevo messo al concerto la sera prima.
L'uomo se ne andò, lasciandoci finalmente soli. Soppesai il suo sguardo, pieno di imbarazzo. Poi i suoi occhi incrociarono i miei e fu come ritornare a due anni fa, quando lui era ancora il punto fermo della mia vita. Tese le braccia e mi ci tuffai letteralmente dentro. Niall era cambiato in tante cose, ma i suoi abbracci erano sempre gli stessi, gli unici a farmi battere forte il cuore.


Cause you make my heart race || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora