Capitolo 50

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...Dopo la partenza per Londra

- Pov Niall -

Guardai il tetto della mia stanza per ore, fino a quando uno dei ragazzi non venne a chiamarmi per una partita a calcio. Avevo detto che non stavo bene, che volevo riposare, ma non era solo quello. Sapevo che era sbagliato, ma ero una di quelle persone che tendeva a isolarsi quando stava male. Mi facevo delle domande, alle quali non riuscivo mai a trovare una risposta che mi facesse stare meglio. Avevo più volte provato a convincere me stesso che io ero sempre io, che sarei sempre rimasto tale e che dovevo andare avanti. Ma io non bastavo. Io non ero niente senza di lei e lo sapevo benissimo.

Vivevo ogni giorno in silenzio, aspettando che tutto passasse, aspettando che qualcosa accadesse. Controllai l'orologio. Mancavano poche ore al suo arrivo e la voglia di rivederla era diventata insopportabile. Mi alzai da letto e presi il mio Mac. Sullo schermo apparve una sua foto del quale lei non sapeva neanche l'esistenza. L'avevo scattata io mentre leggeva seduta su una panchina del parco. Il sole le illuminava i capelli rossi raccolti in una piccola coda bassa che le dava un'aria innocente e dolce. Era così bella che ogni volta che la rivedevo mi innamoravo un pò di più.

Qualcuno bussò alla porta e aprì. Il sorriso di Harry illuminò letteramente l'intera stanza.

«Ho saputo che qualcuno qui è di pessimo umore. Mi chiedo se si tratti proprio di te che stai chiuso dentro questa stanza da giorni» affermò sarcasticamente.

Scossi la testa e accennai un sorriso. «Domani mi sposo. Avrò diritto a stare da solo almeno adesso giusto?».

«Sbagliato amico mio. Se domani ti presenti conciato così al tuo matrimonio penso che Dana scapperà via ancora prima di sposarti. Sei diventato peggio di un barbone».

Toccai l'accenno di barba sul mento e sospirai, girandomi su un fianco per dare le spalle ad Harry. Lui ovviamente, testardo come sempre, si sedette sul letto e cominciò a bussarmi sulla spalla fino a quando, per l'esasperazione, mi rigirai e me lo ritrovai di fronte.

«Andiamo Niall. Vedrai che andrà tutto bene».

«Potrebbe andare bene se solo riuscissi a dimenticarmi di lei per tutta la vita. Ma non succederà. In qualche modo lei torna sempre nella mia testa».

Harry sospirò e si sdraiò accanto a me sul letto. Restammo in silenzio per un paio di minuti, poi si rialzò e andò verso la porta.

«Non è restando seduto qui che risolverai i tuoi problemi».

«E' più facile nascondersi, Harry. E' la strada più facile per non soffrire» affermai con amarezza. Lui scosse la testa, contrariato.

«Quindi stai dicendo che adesso non stai soffri? Che chiuso tra queste quattro pareti stai meglio? No, Niall. Non raccontare cazzate. Tu continuerai a pensare a lei sempre, non riuscirai a dimenticarla e avrai rimpianti per tutta la vita».

Non dissi nulla. Mi limitai a guardare il cuscino per qualche altro secondo. Harry aveva ragione ma cosa potevo fare?

«Niall» mi richiamò. «La tua felicità e a soli cinquanta metri da qui, in una stanza proprio come questa». Chiuse la porta e nella stanza calò il silenzio. Rotolai su un fianco, mentre le parole di Harry continuavano a ronzarmi nella testa. Lei era lì, in fondo al corridoio.

Prima che me ne rendessi conto, ero già in piedi davanti la porta della sua stanza. Alzai la mano, incerto se bussare. Ma mi accorsi che la porta era solo socchiusa, così entrai silenziosamente. Mi avvicinai al suo letto e toccai il suo cuscino, intriso del suo odore. Appeso in un'anta dell'armadio c'era il suo vestito lilla da damigella.

Cause you make my heart race || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora