Capitolo 53

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Raggiungemmo la macchina parcheggiata appena sotto l'hotel e aprii la portiera del passeggere. Prima di salire lanciai un'occhiata fugace a Niall, che mi sorrise entusiasta. Era una pazzia, lo sapevo, ma non vedevo l'ora di scappare via con lui.
Mi accomodai sul sedile accanto a Niall e partimmo velocemente; in breve tempo l'hotel diventò un piccolo puntino illuminato in lontananza. Per un attimo chiusi gli occhi, emettendo un profondo respiro liberatorio. Avrei lasciato i problemi e l'ansia per l'indomani, ma in quel momento avevo tutta l'intenzione di godermi la serata con l'unico amore della mia vita. Anche Niall sembrava dello stesso avviso perchè, da quando avevamo imboccato la strada, apparentemente senza una precisa meta, sulle sue labbra si era formato un piccolo sorriso timido. Era così bello averlo accanto che per un attimo pensai che stessi vivendo quel momento solo in sogno. Ma quando la mano di Niall si posò sulla mia, capii che lui era reale e non sono frutto della mia mente. Accarezzai con delicatezza le sue dita affusolate, poi le incatenai alle mie. Erano due pezzi dello stesso puzzle, che combaciavano alla perfezione come se fossero state create per stare insieme tutta la vita. Perchè il destino aveva voluto giocare con le nostre anime al punto da costringerle a separarsi?
L'auto svoltò sulla destra, immettendosi in una strada dissestata di campagna. Non capivo se Niall avesse in mente qualcosa o se stesse semplicemente improvvisando, ma evitai di preoccuparmene perchè mi fidavo di lui. Davanti a me vedevo solo un tratto di strada alla volta, illuminato dai fari della nostra auto, mentre tutto attorno c'era solo buio. Mi rannicchiai nel mio sedile e accesi il riscaldamento, guardandomi intorno con circospezione quando notai che la strada si faceva sempre più stretta.
«Preoccupata?» chiese Niall, rompendo il silenzio. Lo guardai con un sorriso imbarazzato.
«Con te vicino? Mai».
Fermò la macchina all'improvviso e si sporse su di me, prendendomi il viso tra le mani. Avvicinò il viso al mio e toccò con delicatezza le mie labbra con il pollice, mentre il suo respiro caldo mi solleticava la pelle. Lo guardai negli occhi, completamente incapace di muovermi. Piano piano sentii le sue labbra posarsi sulle mie e il mio cuore quasi esplose per la sensazione paradisiaca di quel piccolo contatto. Il baciò divenne più profondo nel giro di pochi attimi.
Feci scivolare la mano tra i suoi capelli e mi avvicinai ancora di più, chiudendo il poco spazio che ci separava.
«Ellie» sussurrò, riprendendo fiato. La mia mano si mosse con cautela, accarezzandogli il viso. Lo sentii trattenere un sorriso e abbandonarsi al mio tocco, e capii che nessuno mi avrebbe mai fatta sentire così eccetto lui.
Lentamente Niall si ricompose sul sedile e ripartì, mentre io provai a rielaborare quello che era appena successo e a mettere a freno l'uragano di emozioni che mi aveva travolta. Quando riuscii a riordinare i pensieri quanto bastava per rendermi conto che stavamo ancora camminando in una strada deserta a diversi chilometri di distanza dal nostro hotel, mi voltai verso Niall e gli lanciai un'occhiata confusa, sperando che mi desse qualche informazione su dove aveva intenzione di portarmi quella notte.
«Non sei cambiata affatto» mi schernì. «Vuoi sempre sapere tutto».
Come un lampo mi apparve davanti Steven e ripensai a tutte le cose che mi aveva tenute nascoste, prima fra tutte la notizia di quell'assurdo doppio matrimonio. Speravo solo che da quel momento all'indomani non sarebbe venuto fuori più nulla, altrimenti avrei prenotato il primo volo per l'Irlanda e avrei lasciato tutti a Londra insieme ai loro segreti.
«Sono fatta così. E poi ho avuto abbastanza sorprese per oggi, non credi?» replicai, più irritata di quanto avrei voluto. Sentii gli occhi di Niall immediatamente su di me, in attesa, come se volessero leggermi dentro e capire che cosa stava succedendo nella mia mente incasinata. Mi pentii subito di aver rovinato quell'atmosfera magica e sospirai, scuotendo la testa.
«Scusami» mormorai, non sapendo come giustificarmi. Avevo permesso a Steven di entrare nella mia mente e distrarmi dall'unica cosa che contava davvero e che stava a qualche centimetro da me. "Smetti di pensare" mi dissi.
Con un tempismo perfetto, Niall fece l'unica domanda alla quale non avrei voluto rispondere.
«Sei davvero innamorata di Steven?».
Gli lanciai una rapida occhiata incerta, combattuta se dire la verità o mentire come avevo fatto fino a quel momento. L'espressione di Niall si fece più dura e fredda. Capii che aveva preso il mio silenzio come una risposta alla sua domanda, così mi affrettai a cercare le parole giuste per spiegargli come stavano le cose, ma riuscii solo a dire «Non voglio e non posso innamorarmi di nuovo. Non voglio qualcos'altro da perdere».
Niall aprì la bocca per parlare, ma non ebbe il tempo. Accadde tutto ad una velocità quasi surreale.
Il volante gli scivolò bruscamente dalle mani, fuori controllo. Una luce forte mi accecò e non riuscii più a distinguere nulla attorno a me. Qualcosa mi venne addosso, scaraventandomi in mezzo all'erba fredda e impregnata di pioggia. Non vedevo nè sentivo nulla, come se il mio corpo avesse perso sensibilità. Una fitta alla testa mi costrinse a stringere i denti per il dolore. Mi agitai e mi sforzai di trattenere le lacrime, che a tratti riaffioravano a riempirmi gli occhi. Sentii un urlo soffocato e mi voltai verso la strada. Il sangue mi si gelò nelle vene e il mio cuore si fermò, come se fossi appena stata pugnalata. A qualche metro da me vidi l'auto di Niall distrutta, le lamiere contorte, i vetri in frantumi. Era un enorme ammasso di ferraglia diventato irriconoscibile. La parte anteriore aveva sfondato quella di un furgone nero, ridotto esattamente come la nostra auto. Cercai di mettermi seduta, ma nessuna parte del mio corpo era capace di fare il minimo movimento. Ero inchiodata per terra, circondata dal buio.
Lanciai un urlo disperato quando mi venne in mente Niall. Dov'era? Era ferito? Si che lo era, l'impatto era stato troppo forte perchè ne uscisse illeso.
Mi portai una mano sul viso, ma la tolsi immediatamente quando notai che era imbrattata del mio sangue. Provai a parlare, ma era troppo difficile. Lentamente caddi in uno stato di trance, in cui attimi di luce si alternavano a momenti di buio assoluto. Non volevo lasciarmi andare, non prima di aver trovato Niall. Dovevo avere una gamba rotta, se non entrambe perchè, quando mi divincolai per trovare una posizione migliore per guardarmi intorno, sentii una fitta lancinante lungo tutto il corpo. Poi mi sembrò di sentire qualcuno gridare. Era un urlo talmente disperato che non mi sembrò neanche umano. Mi voltai a fatica su un fianco, mentre una lacrima mi rigava la guancia. E lo vidi. Niall non era lontano da me, eppure in quel momento la poca distanza tra di noi per me era troppa. Raccolsi tutta la forza che possedevo e cominciai a trascinarmi sull'erba, mentre ogni parte del mio corpo esplodeva di dolore, come se fosse trafitta da migliaia di aghi. Arrivai a pochi centimetri da lui.
«Sono qui» sussurrai, allungando un braccio verso il suo viso. Spostai lentamente la mano che teneva su un fianco, rivelando uno squarcio profondo provocato da una delle lamiere dell'auto. Era la ferita più orribile che avessi mai visto ma, quando Niall perse conoscenza, capii che il mio cuore possedeva una ferita molto più grande di quella. Un dolore acuto mi costrinse a chiudere gli occhi. Poi svenni.

Cause you make my heart race || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora