Capitolo 1

968 29 0
                                    

- Nay muoviti!- urla con insistenza Tsireya, correndo velocemente sulla sabbia rovente.
- papà ci sta aspettando!- esclama mentre si avvicina a me, prendendomi velocemente per una mano, tirandomi verso di se.
- cos'è tutta questa fretta?- chiedo con tono scocciato, vorrei solo dormire, sono stanca e sono appena tornata dalla mia battuta di caccia quotidiana... Chiedo tanto?
Mi costringe a seguirla ed uno sbuffo sonoro abbandona le mie labbra mentre mi sistemo al meglio la sacca piena dietro la schiena. Mi tira continuando a correre, ed io cerco di non inciampare sui miei stessi piedi mentre provo a mantenere il suo stesso passo.
Arriviamo al nostro villaggio e ci addentriamo velocemente dentro di esso, correndo per i lunghi e vasti corridoi, alla ricerca di nostro padre.
Lascia la mia mano e corre il più velocemente possibile, lasciandomi in dietro, mentre analizza ogni corridoio attorno a se, alla ricerca della figura alta e possente di nostro padre.
- Nay vieni, l'ho trovato!- esclama con un enorme sorriso stampato sulle labbra, dettato dall'adrenalina e dalla curiosità di sapere cosa voglia dirci di così importante.
Mi avvicino con calma all'angolo dove mia sorella è scomparsa pochi secondi fa, ed appena volto lo sguardo vedo davanti a me un enorme gruppo di Na'vi, racchiusi in cerchio intorno a mio padre.
Mi avvicino cautamente a loro ed inizio a farmi spazio tra la folla, chiedendo subito scusa non appena mi rendo conto di aver spinto involontariamente qualcuno.
Mi avvicino sempre di più al centro di questa enorme folla dove si trova mio padre, che sta tenendo il suo discorso settimanale.
Una mano mi afferra prepotentemente il polso, cogliendomi alla sprovvista, che mi tira velocemente verso di se, trascinandomi al centro del cerchio, e per colpa di questa presa per poco non stavo per far cadere qualcuno.
Mi ritrovo all'improvviso circondata da tutte queste persone, insieme a tutto il resto della mia famiglia.
Mi ricompongo velocemente, assumendo una posizione più rigida e composta, sapendo di avere gli occhi di tutti addosso, consapevole di essere al centro dell'attenzione perché sono la primogenita del capo.. quanto odio avere tutti questi occhi giudicanti addosso.
- sei sempre in ritardo..- dice con tono autoritario mia madre ferma al mio fianco, prendendosi la premura di sistemare al meglio le mie lunghe trecce, che per lei sono sempre in completo disordine, spostandole dietro le mie spalle e facendole ricadere lungo la mia schiena.
- cosa sta succedendo?- chiedo guardandola leggermente preoccupata, sapendo che è stata lei a tirarmi verso di se.
- tuo padre ha un incarico per te..- dice sottovoce, cercando di non farsi sentire da nessuno, riassumendo una postura quasi regale, interrompendo la nostra conversazione senza darmi altre spiegazioni.
Mi guarda negli occhi, ed un piccolo sorriso le scappa sul viso, per poi accarezzarmi leggermente il viso con le nocche. Sospiro leggermente mentre abbasso il mio sguardo, sotto i suoi occhi vigili e attenti, iniziando ad immaginare cosa mio padre mi chiederà di fare questa volta.
Mi guardo intorno, mantenendo le spalle dritte, ed inizio ad osservare la gente intorno a me, ricordandomi all'improvviso della tremenda differenza che c'è tra me e tutti loro.
Ho il loro stesso colore di pelle, ma ho una fisicità diversa, ha il corpo più fine e snello, la coda diversa dalla loro, e soprattutto, rispetto a loro io posseggo un dito in più e ho gli occhi di un colore diverso dal loro.
Abbasso lo sguardo un po' spaesata, ogni volta che mi ricordo le numerose differenze che ho con tutto il popolo mi sale un senso di angoscia e non appartenenza che mi preme sul petto, provocandomi una certa fatica nel respirare.
- Nay..- la voce profonda di mio padre mi fa risvegliare dai miei pensieri, ed il mio sguardo cade su una mano tesa verso di me.
Sospiro silenziosamente e la afferro con un po' di titubanza, avvicinandomi a lui, e fermandomi al suo fianco, mentre gli sorrido leggermente, cercando di nascondere il mio stato d'animo irrequieto ed angosciato.
- mia figlia, Nay, viaggerà lungo i nostri mari, tra la nostra gente e i nostri villaggi, che siano lontani o vicini, alla ricerca di informazioni sulla gente del cielo, che negli ultimi mesi è tornato sulle nostre terre- esclama guardando il nostro popolo, che lo guarda con fare preoccupato, sapendo che la gente del cielo è tornata, e che probabilmente questa volta non si fermerà davanti a niente.
Mio padre continua il discorso ma la mia mente è ferma sulla mia diversità, sul mio colore degli occhi, sul mio fisico, sulle mie mani.
- state tranquilli, questa guerra non ci raggiungerà.. il nostro scopo è proteggere il nostro popolo, e noi Metkayina lo sappiamo fare alla perfezione!- esclama cercando di fomentare il popolo che risponde con diverse urla, versi, schiamazzi e linguacce.
La gente intorno a noi lentamente si dilegua appena mio padre da a tutti il permesso di andare. Mio padre sospira frustrato ed amareggiato, sperando di scampare anche questa volta un'imminente guerra, che sperava non arrivasse mai.
- cos'hai figlia mia?- mi chiede sotto voce mio padre, prendendomi sotto il suo braccio, mentre ci allontaniamo di poco da mia madre e dai miei fratelli.
- sto bene papà..- dico con un filo di voce alzando il mio sguardo verso di lui, rivolgendogli un piccolo sorriso, cercando di far finire al più presto questa conversazione.
- sono tuo padre.. capisco quando qualcosa non va nella testolina di mia figlia- dice picchiettandomi un dito sulla mia fronte, facendomi sorridere leggermente.
- cosa ti turba?- mi chiede di nuovo con gentilezza, cercando di convincermi a parlare con lui.
Sposto il mio sguardo sull'orizzonte difronte a noi, notando che l'eclissi sta per cominciare.
- stavo solo pensando al mio incarico- dico mentendo spudoratamente, non ho mai parlato con i miei genitori di questo mio sentirmi "diversa da loro" e non voglio farlo, perché una piccola parte di me non vuole farli preoccupare, mentre un'altra parte non vuole scoprire la verità, anche se in fondo in fondo, nel mio cuore, so già qual è la verità, anche se non lo voglio ammettere, e quindi sto continuando a mentire spudoratamente anche a me stessa da anni ormai.
- domani partirai, per il momento farai solo un giro delle isole vicine, nel raggio di trenta miglia, voglio che tu scopra quante più informazioni possibili sugli umani- mi dice posando ambe le mani sulle mie spalle.
- lo farai?..- chiede notando la mia leggera titubanza -per noi, per la tua famiglia.. per il tuo popolo- sa quanto è forte il legame che ho con il nostro popolo, e sottolinea ogni volta che alla sua morte prenderò io il comando di questo clan, e sarà mio il compito di proteggerlo, ad ogni costo.
- Nay..- sussurra richiamandomi dolcemente, aspettando ancora una mia risposta alla sua domanda.
Punto il mio sguardo nel suo ed annuisco leggermente, imponendomi di farlo per il mio popolo e per la mia famiglia, per il bene di tutti.
Mi sorride leggermente, felice della mia risposta affermativa, e si allontana da me, lasciandomi un piccolo bacio tra i capelli.
Sospiro lentamente, sentendo questo enorme peso premermi sul cuore, facendomi perdere qualche battito all'istante.
Delle braccia mi avvolgono lentamente le spalle, e una strana sensazione di calore e protezione si propaga dentro di me.
- stai bene?- sento la voce di mio fratello dietro di me e un piccolo sorriso nasce sulle mie labbra.
Annuisco leggermente, aggrappandomi con le mani alla sue braccia che mi stringono gelosamente a se.
- a cosa pensi?- mi chiede dolcemente, mentre mi tira a se, facendo scontrare la mia schiena contro il suo petto.
- alle solite cose..- sussurro con la voce leggermente incrinata, mentre sento la gola iniziante a pizzicare leggermente.
- pensi ancora alla tua diversità?- mi chiede sottovoce, cercando di essere il più delicato possibile, sapendo quanto io ci stia male.
Annuisco leggermente mentre mi mordo avidamente le labbra, nel tentativo di trattenere le lacrime, che minacciano di uscire prepotentemente.
Altre due braccia si stringono intorno alla mia vita, ed abbassando lo sguardo vedo mia sorella stretta intorno al mio fianco.
Posa il mento sulla mia spalla, e mi guarda con estrema dolcezza ed un pizzico di tenerezza nei miei confronti.
- gli occhi gialli ti rendono ancora più bella- sussurra Tsireya con tono dolce, cercando di tirarmi su il morale.
Li stringo velocemente a me, cercando di farmi forza tramite il loro affetto, mentre cerco di trattenere i singhiozzi, ed una piccola lacrima mi riga il viso.
La mia sorellina prende una delle mie mani fra le sue e la porta vicino a se, lasciandomi un tenero e piccolo bacio sul dorso di essa.
- quattro dita ti rendono più agile- dice dopo aver baciato un'altra delle mie tante insicurezza.
Le sorrido leggermente mentre un'altra piccola lacrima mi riga il viso e lei sorride ampiamente davanti alla mia reazione.
Restiamo fermi così, abbracciati l'uno all'altro, mentre guardiamo davanti a noi l'avvenire dell'eclissi.
- andiamo dai.. devi dormire un po', domani partirai e starai fuori per giorni interi- dice con tono gentile e premuroso Ao'nung, preoccupandosi per me al solo pensiero che starò lontano da casa per un paio di giorni.
Annuisco leggermente e poniamo fine al nostro abbraccio, e li lascio finalmente liberi, prigionieri della mia presa, anche se un po' controvoglia.

𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐞   -𝐍𝐞𝐭𝐞𝐲𝐚𝐦-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora