- hai scelto la tua arma?- chiedo guardando mia sorella mentre cammina al mio fianco, mi segue ovunque io vada pur di stare il più possibile con me.
- no.. ancora no- dice con tono triste, abbassando lo sguardo sulla sabbia sotto di noi.
- hai ancora tempo per decidere- dico posandole una mano sulla spalla, con l'intendo di consolarla.
Si catapulta subito tra le mie braccia, stringendomi a se il più forte possibile, coinvolgendomi in questo caloroso abbraccio.
La stringo a me di conseguenza, il suo carattere così affettuoso e gentile mi stupisce sempre di più, ed il bene che le voglio aumenta ogni giorno sempre di più.
La differenza di altezza tra di noi è veramente minima, sono più alta di lei di qualche centimetro, forse dieci e non di più.
Le lascio un piccolo bacio sulla fronte per poi lasciarla andare, liberandola dalle mia grinfie.
- ora devo fare lezione di nuoto ai nuovi arrivati, ci vediamo dopo?- mi chiede con guardo speranzoso con i suoi enormi occhioni azzurri, prima di partire le avevo promesso che avremmo passato molto più tempo insieme, ed ho intenzione di mantenere questa promessa.
- non sanno nuotare?- chiedo ridacchiando abbastanza stupita e divertita, prendendo leggermente in giro gli stranieri.
Lei mi spinge via con un piccolo colpo sulla spalla, cercando di non ridere alle mie parole.
- non sei per niente carina!- esclama facendomi rendere conto della crudeltà con cui l'ho detto, ed alzo subito le mani al cielo in segno di innocenza.
- ti aspetto qui.. ci vediamo dopo- dico sorridendole ampiamente, accarezzandole una guancia con le nocche, per poi allontanarmi da lei, che prende la rincorsa e si tuffa velocemente in acqua.
Mi rigiro velocemente la balestra tra le mani, e sbuffo sonoramente al pensiero che perderò mezza mattinata per aggiustarla. Purtroppo mi si è rotta e devo aggiustarla prima dell'inizio della sessione di caccia giornaliera.
Mi dirigo verso il confine tra la spiaggia e la foresta, sedendomi sulla sabbia bianca e soffice, all'ombra di un altissima palma.
Inizio ad analizzare le mia balestra, cercando cosa si può mai essere rotto o guastato durante questi giorni di viaggio.
Prendo tra le dita il gancetto di lancio e mi rendo conto che la corda che fa scattare il gancetto, che poi tira la freccia, si e allentata e si sta quasi per rompere, e la devo assolutamente cambiare.
La scarico velocemente, posando le frecce al mio fianco, per evitare che nel tentativo di aggiustarla mi possa partire un colpo.
Prendo il sottile filo e lo porto tra i denti, rosicchiandolo leggermente, rompendolo nel giro di qualche secondo, così mi sarà più facile slegare i minuscoli nodi che lo legano a tutta la struttura.
Le mie orecchie si mettono subito sugli attenti sentendo dei rumori strani, più precisamente dei passi, avvicinarsi a me.
Rimango inerme davanti alla cosa ed alzo solo lo sguardo, senza muovere neanche di un millimetro la testa, cercando di capire chi sia venuto ad interrompere la mia pace.
Vedo il figlio più grande degli stranieri avvicinarsi a me con fare tranquillo e sereno.
Lo guardo attentamente attraverso le mie ciglia, analizzando ogni suo singolo passo e movimento. Si ferma all'improvviso davanti a me, ad un passo dal mio corpo, e rimane fermo per qualche secondo a guardarmi dall'alto.
Si abbassa lentamente, sedendosi sui suoi talloni, arrivando più o meno alla mia altezza, posando gli avambracci sulle sue ginocchia, mentre intreccia tra di loro le sue dita.
Alzo la testa verso di lui, osservando ogni suo singolo movimento, cercando di capire le sue intenzioni.
Continuo a guardalo per qualche altro secondo ed alzo leggermente un sopracciglio con fare distaccato e indifferente, cosa vuole?
Mi guarda senza fare alcun cenno di voler dire o fare qualcosa, e quindi io con totale indifferenza abbasso la testa, distogliendo il mio sguardo dal suo, tornando a concentrarmi sul lavoro che ho iniziato, e che ho intenzione di finire.
Resta per diversi minuti in silenzio, fermo a guardarmi ed analizzare ogni mio singolo movimento. Il suo sguardo su di me mi sta mettendo veramente in imbarazzo e mi fa sentire tremendamente a disagio.
- resterai fermo a guardarmi ancora per molto?- chiedo mantenendo lo sguardo sulla mi arma, ponendogli la domanda che mi sta ronzando in testa da quando si è piegato davanti a me.
Si schiarisce leggermente la voce, tossendo un po', rendendosi conto della situazione di disagio in cui lui stesso ci ha messo. Alzo lo sguardo su di lui e lo vedo tremendamente in imbarazzo. Abbasso lo sguardo dopo qualche secondo e mi scappa un piccolo sorrisetto divertito, che cerco di nascondere subito passandomi lentamente una mano sulle labbra. Già lo vedo abbastanza in difficoltà, se poi mi vede ridere si sentirà ancora di più in soggezione.
- sei Nay.. giusto?- mi chiede cercando di non sembrare completamente assorto dal suo imbarazzo, facendo finta di non ricordarsi bene il mio nome. Cerca di fare il duro con me?
- si..- dico lasciando stare la mia balestra, smettendo di maneggiarla e posandola sulla sabbia al mio fianco, per poi spostare completamente la mia attenzione su di lui, sorridendogli leggermente.
- tu.. sei?- chiedo cercando di nascondere quando questa situazione mi faccia ridere.. questo ragazzo mi incuriosisce, e non poco.
- sono Neteyam- dice sorridendomi ampiamente, ed io ricambio gentilmente il sorriso.
Abbasso lo sguardo e mi passo una mano sul viso, cercando di trattenermi il più possibile dallo scoppiare a ridere, l'imbarazzo che portava lui addosso fino a poco fa, adesso ce l'ho io, e questa cosa non mi piace per niente.
- sei scappato dalle grinfie di mie sorella e le sue lezioni di nuoto?- chiedo dopo qualche secondo di silenzio cercando di smorzare un po' la tensione tra di noi.
Lo guardo attentamente cercando di memorizzare tutti i dettagli del suo viso e del suo corpo, cercando quasi disperatamente altre somiglianze tra di noi.
- no.. fa lezione alle mie sorelle- dice ridendo leggermente. Sembra gentile ed affidabile, chissà se è realmente così..
Continuo a guardarlo attentamente, senza pudore o vergogna, non pensando al fatto che questo possa metterlo a disagio, e lui, preso da un colpo di imbarazzo, abbassa lo sguardo e sorride leggermente.
Il mio sguardo cade velocemente sulle sue mani, notando subito un piccolo e bizzarro particolare.
Mi avvicino velocemente al suo corpo, fermandomi a pochi centimetri da esso, e gli afferro velocemente un polso, alzando leggermente la sua mano al cielo, mostrandola al meglio davanti ai miei occhi.
- tu non hai quattro dita- dico alzando il mio sguardo su di lui, ritrovandomelo davanti con la testa china.
- non sei un ibrido..- dico con tono sorpreso ed anche un po' confuso, inclinando leggermente la testa di lato mentre accarezzo leggermente le sue tre dita con i polpastrelli, così tremendamente incuriosita da tutto ciò.
- lo sono.. semplicemente non ho quattro dita- dice con tono leggermente incrinato, schiarendosi la voce.
- e come mai non sei come loro.. come me?- chiedo forse con troppa libertà, volendone sapere di più, dimenticandomi per qualche secondo del rispetto che dovrei avere con chiunque, risultando davanti ai suoi occhi come una bambina curiosa e sfacciata, senza un minimo di pudore.
- genetica.. credo - sussurra rialzando il suo sguardo su di me, puntandolo nel mio, facendo incatenare i nostri sguardi, ritrovandomi il suo viso ad un palmo dal mio.
Vengo letteralmente ipnotizzata dai suoi occhi, che mi sembrano così tremendamente.. belli.
Mi mordo avidamente l'interno guancia, cercando, tramite il dolore, di riprendere il pieno controllo di me stessa, e lascio lentamente la mia presa sul suo polso, allontanandomi da lui.
Un brivido attraversa completamente la mia schiena, smuovendomi leggermente, e per mascherare la cosa inizio a stiracchiarmi leggermente il collo, inclinando la testa in un po' tutte le direzioni.
Le mie orecchie si rizzano all'istante, mettendosi sugli attenti, e mi giro di scatto verso il villaggio.
Sento delle voci avvicinarsi a noi e vedo mio fratello, in compagnia dei suoi amici e del fratello di Neteyam, mentre si avvicinano tranquillamente alla riva, parlando tra di loro.
Non ci notano e continuano la loro discussione, che sembra abbastanza pacifica questa volta.
Guardo attentamente la scena, osservando qualsiasi loro movimento ed atteggiamento, cercando di capire cosa stia succedendo.
- lui è mio fratello, Lo'ak- dice svelandomi il nome del suo fratellino, che ha picchiato a sangue il mio.
- colui che ha sfregiato mio fratello..- dico in un sussurro con un po' di rabbia nei confronti dello straniero, mio fratello ha sbagliato ma nessuno lo deve toccare.
Neteyam sente le mie parole, ed abbassa lo sguardo sulle sue dita, che giocherellano tra di loro, dispiaciuto per ciò che è successo.
- sono venuto a scusarmi per ciò che è successo ieri.. Lo'ak è un bravo ragazzo, a volte troppo impulsivo e non pensa minimamente alle conseguenze che potrebbero avere le sue azioni- dice con tono un po' affranto, si sta scusando al posto di suo fratello? Con me?
Lo guardo attentamente, sorpresa da questa sua iniziativa, e lo apprezzo molto, alla fine lui è il fratello maggiore e si prende le colpe al posto dei suoi fratelli, facendo anche le scuse al posto loro.. cosa che faccio anche io con i miei, infatti non ho raccontato niente a mio padre di ciò che è successo, anche se poi l'ha scoperto vedendo le brutte condizioni di Aonung.
- adesso si sta scusando con lui.. l'ho quasi costretto a farlo- dice il ragazzo difronte a me, spiegandomi il perché sia con loro adesso, rivolgendomi poi un piccolo sorriso.
- alla fine non sono poi così tanto diversi loro due..- dico con tono basso, facendogli capire che non è tanta la differenza tra di loro, dal punto di vista caratteriale e del loro modo di comportarsi e di ragionare.
Il mio sguardo rimane fisso su di loro, sapendo perfettamente che mio fratello difficilmente perdona qualcuno dopo un torto o un'umiliazione.
Vedo Lo'ak chinare leggermente la testa, per poi rialzare il suo sguardo su mio fratello, dicendogli qualcosa, e Aonung gli da velocemente una pacca sulla spalla. Lo straniero gli sorride ampiamente e all'improvviso iniziano a camminare verso la riva, tuffandosi velocemente in acqua.
Mi tiro subito su e mi incammino verso la riva, pronta a seguirli fino in capo al mondo. Non mi fido per niente di mio fratello in queste situazioni, e non voglio che finisca nei guai
- dove vai?- mi chiede Neteyam alzandosi dopo di me, iniziandomi a seguire mentre entro in acqua.
- a salvare tuo fratello- dico velocemente per poi immergermi completamente e richiamare velocemente il mio ilu.
Nuota velocemente verso di me e subito mi aggrappo a lui, mettendomi all'inseguimento dei ragazzi.
So che Aonung non perdona facilmente, è molto orgoglioso e raramente ammette le sue colpe, ho paura che possa succedere qualcosa di brutto a Lo'ak. Il ragazzo è completamente da solo con quel branco di idioti, e se li conosco almeno un po', so per certo che si vorranno vendicare per la figura di merda che gli ha fatto ieri.
Li seguo restando ad una certa distanza da loro, vedendo che si stanno dirigendo verso lo scoglio dei tre fratelli.
Rallento velocemente facendoli andare più avanti, prendendomi del tempo per fare il giro lungo, attorno a tutta l'isoletta, in modo tale che non riescano a vedermi.
Perdo le loro tracce e dopo attente ricerche durate anche più di mezz'ora vedo il gruppetto allontanarsi velocemente, ognuno in groppa al proprio ilu.
Li guardo attentamente e li conto, notando subito che ne manca uno all'appello.
È successo proprio quello che speravo non succedesse.
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𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐞 -𝐍𝐞𝐭𝐞𝐲𝐚𝐦-
FanfictionSi può creare una vita dal nulla? La conoscenza umana è arrivata così lontano da riuscire a creare un essere vivente in laboratorio, partendo dal nulla... E quella vita che poi viene creata? Cosa gli succede? Che fine farà? Sarà costretta a crescere...