Capitolo 12

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- Nay! devi..- esclama mio padre cercando di persuadermi in tutti i modi possibili
- non voglio!- esclamo cercando di fargli capire che non sono ancora pronta a tutto ciò
- tra qualche giorno raggiungerai l'età giusta, devi farlo- cerca di convincermi, ma non sono per niente pronta cazzo
- entrare nell'età adulta non significa che dovrai scegliere subito il tuo compagno, avrai tempo per scegliere- cerca di tranquillizzarmi accarezzandomi leggermente la schiena, cercando di tirarmi a se, ma io cerco in tutti i modi di oppormi.
- dovrai scegliere un compagno, continuare la dinastia e guidare il nostro popolo.. è il destino che la grande madre ha scelto per te Nay- il mio cuore perde un battito al suono di queste sue parole, non voglio affrontare la realtà.
- non sono pronta a tutto ciò- dico con voce flebile, cercando conforto tra le sue braccia.
Mi avvicino a lui e mi sistemo sotto le sue braccia, quasi costringendolo ad abbracciarmi.
- devi essere forte Nay.. lascerò tutto quello che ho costruito nelle tue mani, e toccherà a te far fiorire questo clan- dice posando delicatamente una mano sulla mia testa, accarezzandomi leggermente i capelli
- papà..- lo richiamo dopo qualche minuto di silenzio, passato così, ad abbracciarci.
- si..?- mi chiede con voce bassa, inclinando il capo verso di me.
- sono.. sono veramente vostra figlia?- chiedo con un po' di titubanza e la voce che trema leggermente.
Lo sento pietrificarsi sulla mia pelle, e mia madre, a qualche metro da noi che sta cucinando, si blocca, anche lei, al suono delle mie parole.
La vocina nella mia testa continua a ripetermi "te l'avevo detto", la loro reazione alla mia domanda mi fa intuire che sia così, io non sono la loro figlia primogenita.
- stai scherzando Nay?- chiede mia madre dopo qualche secondo di silenzio, sembra essere entrata in un totale stato di shock.
- non vi assomiglio per niente, perché dovrei scherzare?- chiedo con la gola secca, cercando di non rimanere male davanti alle sue parole
- tu sei nostra figlia! sei la nostra primogenita e sei la diretta discendente al potere!- dice mia madre con tono duro, credendo di far svanire le mie paranoie con queste semplici parole, come se ci volesse così poco per zittire la vocina nella mia testa.
Mi allontano dalle braccia di mio padre e punto il mio sguardo su di lui, cercando un barlume di speranza di sapere la verità nei suoi occhi. Ma lui non riesce a sostenere il mio sguardo implorante ed abbassa la testa, interrompendo il nostro contatto visivo.
- non volete dirmi la verità? bene..- dico con rabbia nel tono di voce, sentendomi tremendamente ferita e tradita dal fatto che non vogliono dirmi cosa sanno.
- prima o poi lo scoprirò, la verità viene sempre a galla..- dico abbassando il tono di voce, rivolgo un veloce sguardo ad entrambi per poi uscire di corsa dalla nostra capanna.
Corro per uscire il prima possibile da questo villaggio, con l'intento di allontanarmi il più possibile da questo posto.
Cammino velocemente, non guardando davanti a me, ma guardando i miei piedi che quasi corrono su questa sabbia bollente, fregandosene del calore insopportabile che mi sta bruciando, ma l'adrenalina è talmente tanta che non me ne rendo neanche conto.
All'improvviso un ombra gigante mi copre, proteggendomi completamente dal sole. Mi fermo all'istante sul posto, ed alzo subito lo sguardo al cielo, ritrovandomi a vedere sopra la mia testa un Ikran, che gira in cerchio su se stesso, per poi atterrare bruscamente a qualche metro di distanza da me.
Sbatte per l'ultima volta le ali per poi richiuderle lungo i suoi fianchi mostrandomi il suo padrone, mentre dalle sue fauci escono dei versi gutturali.
Neteyam mi rivolge subito un sorriso a trentasei denti e si alza gli "occhiali" protettivi dal viso, portandoseli tra i capelli.
- vieni via con me?- mi chiede continuando a sorridere come un ebete. Mi scappa subito un sorriso ed abbasso il capo per evitare che riesca a vedere questa mia reazione e scuoto leggermente il capo.
Perché appena lo vedo i miei problemi sembrano svanire? Riesce a farmi dimenticare di tutto in pochi secondi..
Mi avvicino lentamente al mostro volante davanti a me e appena mi trovo a qualche passo da loro alzo il mio sguardo su di lui.
Continua a sorridermi, allungando gentilmente una mano verso di me, pronto ad aiutarmi a salire.
Con uno scatto veloce faccio due passi verso di loro e salto sulla groppa del volatile, evitando il suo aiuto.
- dove mi porti?- chiedo sorridendo mentre mi avvicino velocemente al suo corpo, aggrappandomi a lui.
Il mio busto entra completamente in contatto con la sua schiena e le mie braccia si stringono intorno al suo busto.
Sento dei brividi smuovergli leggermente la pelle sotto il mio tocco e cerco di trattenere un sorriso che sta nascendo spontaneamente sul mio viso, nascondendomi dietro la sua spalla
- hai mai volato?- chiede schiarendosi leggermente la voce mentre si prepara a ripartire, riportando di nuovo gli occhiali protettivi sulla fronte.
- mai..- dico con tono leggermente imbarazzato e lui mi rivolge subito uno sguardo intenerito, come se per lui fosse anormale.
- pronta?- mi chiede dopo qualche secondo prendendo velocemente con una mano le redini.
Annuisco leggermente e nel giro di pochi secondi il bestione decolla a tutta velocità.
Vengo spinta all'indietro dalla forza di gravità e dal vento che mi viene contro, e le mie gambe quasi cedono sotto questa forza.
Neteyam se ne rende subito conto e con la sua mano libera mi prende al volo, afferrando con veemenza una delle mie cosce, tirandomi di nuovo verso di se mentre continuiamo a prendere quota.
Dopo aver raggiunto la giusta altezza da terra, finalmente, torniamo a mantenere la rotta seguendo la corrente.
Mi siedo per bene sul dorso dell'Ikran e mi guardo intorno, rendendomi conto di quanto sia bella Pandora vista dall'alto.
Le dita dello straniero rimangono incollare sulla mia pelle, iniziandomi ad accarezzare con delicatezza ed estrema dolcezza.
- ti ho fatto male?- mi chiede girando il capo verso di me, ma non riesco a rispondergli, sono troppo occupata a guardare le sue dita muoversi lentamente sulla mia pelle.
Neteyam sorride ed abbassa subito la testa nel vedere questa mia reazione sotto il suo tocco, cercando di nascondersi dal mio sguardo.
- sto bene..- gli dico rassicurandolo, si preoccupa di avermi fatto troppo male nel tenermi, ma non è affatto così, è riuscito ad essere delicato anche nel tenermi.
Si morde avidamente il labbro inferiore e torna a guardare davanti a se, cercando di portare di nuovo la sua attenzione sulla guida
- fammi vedere cosa sai fare- urlo verso di lui sfidandolo, sapendo che sta andando piano solo perché ci sono io dietro di lui.
Gira la testa verso di me, cercando un gesto o un segno di conferma da parte mia ed io gli rispondo con un cenno della testa affermativo.
Lascia le redini ed entrambe le sue mani si posano sulle mie cosce, afferrandole saldamente, e con un piccolo scatto mi costringe a legarle intorno al suo busto.
- reggiti!- urla tornando a guardare davanti a se, riprendendo le redini in mano, per poi scendere velocemente in picchiata verso il mare.
L'ikran chiude velocemente le sue ali in modo tale da scendere il più velocemente possibile, iniziando a rigirare su se stesso come una trottola.
Un'urlo dettato dall'adrenalina abbandona le mie labbra, ci avviciniamo sempre di più alla superficie dell'acqua e a pochi metri di distanza da essa l'ikran si raddrizza e riapre le sue ali, iniziando a planare sull'acqua.
Prendiamo velocemente quota e prima di tornare a seguire la corrente l'ikran fa un giro su se stesso, facendoci fare un giro della morte.
Presa dalla paura di cadere mi stringo ancora di più allo straniero, posando le mani sul suo petto, e lui sorride leggermente davanti a questa mia reazione.
Mi avvicino ancora di più a lui, azzerando completamente la distanza tra di noi e poso la mia guancia contro la sua schiena, chiudendo gli occhi e lasciandomi trasportare dal vento che mi culla lentamente.
Lo straniero lascia la presa sulla mia coscia per portare la sua mano sulle mie, accarezzandomi delicatamente il dorso di esse con le dita.
Continuiamo a volare, seguendo il vento, per un'altra decina di minuti, restando completamente in silenzio.
Sento il suo respiro leggermente affannoso, il battito accelerato del suo cuore e la sua mano che accarezza le mie, e tutto ciò mi da un senso di tranquillità e protezione talmente forte da farmi rilassare completamente. Le palpebre si appesantiscono sempre di più, e tutte queste sensazioni insieme non mi aiutano nel tentativo di restare vigile e sveglia.
La sua mano si allontana all'improvviso dalle mie e si posa delicatamente sulla mia gamba, scuotendola leggermente, cercando di attirare la mia attenzione su di se.
Tiro su la testa con le palpebre leggermente socchiuse e, con ancora questa sensazione di pesantezza che incombe su di me, poso il mento sulla sua spalla, pronta a sentire cos'abbia da dirmi.
- guarda..- dice puntando poi un dito davanti a noi e appena sposto il mio sguardo, seguendo le sue indicazioni, vedo che ci stiamo avvicinando sempre di più allo scoglio dei tre fratelli. I miei occhi si spalancano all'istante, ammirando questo bellissimo ed ammaliante spettacolo.
L'Ikran spiega ancora di più le ali mentre ci avviciniamo ad uno dei tre scogli, e si gira di lato, iniziando a girare attorno ad esso. Alzo leggermente lo sguardo e mi ritrovo la superficie rocciosa ad una decina di centimetri dalla testa. Saliamo velocemente di quota, tornando a stare dritti e nel mentre che Neteyam cerca un posto in cui atterrare, io mi perdo ad ammirare le onde del mare che si infrangono contro questi enormi ammassi di roccia.
Scendiamo lentamente, pronti ad atterrare su uno dei tre scogli, su cui vi è una piccola area di roccia levigata e liscia, come se dovesse fungere da spiazzale di sosta.
La bestia si ferma, chiudendo le ali lungo i suoi fianchi, e come per riflesso le mie gambe si slegano da intorno la vita dello straniero.
Scendiamo entrambi dal dorso della bestia, ed appena poso i piedi a terra inizio a realizzare cosa è appena successo.

𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐞   -𝐍𝐞𝐭𝐞𝐲𝐚𝐦-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora